Fascicolo 103   Paper 103
La realtà dell’esperienza religiosa   The Reality of Religious Experience
103:0.1 (1129.1) TUTTE le reazioni veramente religiose dell’uomo sono promosse dal ministero iniziale dell’aiutante dell’adorazione e sono censurate dall’aiutante della saggezza. La prima dotazione supermentale dell’uomo è la messa in circuito della sua personalità nello Spirito Santo dello Spirito Creativo d’Universo; e molto prima dei conferimenti dei Figli divini e del conferimento universale degli Aggiustatori questa influenza agisce per ampliare il punto di vista dell’uomo sull’etica, sulla religione e sulla spiritualità. A seguito dei conferimenti dei Figli Paradisiaci, lo Spirito della Verità liberato porta enormi contributi all’accrescimento della capacità umana di percepire le verità religiose. Via via che l’evoluzione su un mondo abitato progredisce, gli Aggiustatori di Pensiero partecipano sempre di più allo sviluppo dei tipi superiori di discernimento religioso umano. L’Aggiustatore di Pensiero è la finestra cosmica attraverso la quale la creatura finita può intravedere per fede le certezze e le divinità della Deità illimitata, il Padre Universale.   103:0.1 (1129.1) ALL of man’s truly religious reactions are sponsored by the early ministry of the adjutant of worship and are censored by the adjutant of wisdom. Man’s first supermind endowment is that of personality encircuitment in the Holy Spirit of the Universe Creative Spirit; and long before either the bestowals of the divine Sons or the universal bestowal of the Adjusters, this influence functions to enlarge man’s viewpoint of ethics, religion, and spirituality. Subsequent to the bestowals of the Paradise Sons the liberated Spirit of Truth makes mighty contributions to the enlargement of the human capacity to perceive religious truths. As evolution advances on an inhabited world, the Thought Adjusters increasingly participate in the development of the higher types of human religious insight. The Thought Adjuster is the cosmic window through which the finite creature may faith-glimpse the certainties and divinities of limitless Deity, the Universal Father.
103:0.2 (1129.2) Le tendenze religiose delle razze umane sono innate; esse si manifestano universalmente ed hanno un’origine apparentemente naturale; le religioni primitive sono sempre evoluzionarie nella loro genesi. Mentre l’esperienza religiosa naturale continua a progredire, rivelazioni periodiche della verità punteggiano il corso dell’evoluzione planetaria che altrimenti progredirebbe lentamente.   103:0.2 (1129.2) The religious tendencies of the human races are innate; they are universally manifested and have an apparently natural origin; primitive religions are always evolutionary in their genesis. As natural religious experience continues to progress, periodic revelations of truth punctuate the otherwise slow-moving course of planetary evolution.
103:0.3 (1129.3) Su Urantia vi sono oggi quattro tipi di religione:   103:0.3 (1129.3) On Urantia, today, there are four kinds of religion:
103:0.4 (1129.4) 1. La religione naturale o evoluzionaria.   103:0.4 (1129.4) 1. Natural or evolutionary religion.
103:0.5 (1129.5) 2. La religione soprannaturale o rivelatoria.   103:0.5 (1129.5) 2. Supernatural or revelatory religion.
103:0.6 (1129.6) 3. La religione pratica o corrente, che comporta vari gradi di mescolanza della religione naturale con quella soprannaturale.   103:0.6 (1129.6) 3. Practical or current religion, varying degrees of the admixture of natural and supernatural religions.
103:0.7 (1129.7) 4. Le religioni filosofiche, dottrine teologiche elaborate dagli uomini o ragionate filosoficamente e create dalla ragione.   103:0.7 (1129.7) 4. Philosophic religions, man-made or philosophically thought-out theologic doctrines and reason-created religions.
1. La filosofia della religione ^top   1. Philosophy of Religion ^top
103:1.1 (1129.8) L’unità dell’esperienza religiosa tra i membri di un gruppo sociale o razziale deriva dalla natura identica dei frammenti di Dio che dimorano nell’individuo. È questo divino nell’uomo che dà origine al suo interesse altruista per il benessere degli altri uomini. Ma poiché la personalità è unica — non esistono due mortali simili — ne segue inevitabilmente che due esseri umani non possono mai interpretare allo stesso modo le direttive e le esortazioni dello spirito divino che vive nella loro mente. Un gruppo di mortali può fare l’esperienza dell’unità spirituale, ma non può mai raggiungere l’uniformità filosofica. Questa diversità d’interpretazione del pensiero e dell’esperienza religiosa è dimostrata dal fatto che i teologi ed i filosofi del ventesimo secolo hanno formulato più di cinquecento definizioni differenti della religione. In realtà ogni essere umano definisce la religione nei termini della propria interpretazione esperienziale degli impulsi divini che emanano dallo spirito di Dio che dimora in lui, e perciò tale interpretazione deve essere unica e del tutto differente dalla filosofia religiosa di tutti gli altri esseri umani.   103:1.1 (1129.8) The unity of religious experience among a social or racial group derives from the identical nature of the God fragment indwelling the individual. It is this divine in man that gives origin to his unselfish interest in the welfare of other men. But since personality is unique—no two mortals being alike—it inevitably follows that no two human beings can similarly interpret the leadings and urges of the spirit of divinity which lives within their minds. A group of mortals can experience spiritual unity, but they can never attain philosophic uniformity. And this diversity of the interpretation of religious thought and experience is shown by the fact that twentieth-century theologians and philosophers have formulated upward of five hundred different definitions of religion. In reality, every human being defines religion in the terms of his own experiential interpretation of the divine impulses emanating from the God spirit that indwells him, and therefore must such an interpretation be unique and wholly different from the religious philosophy of all other human beings.
103:1.2 (1130.1) Quando un mortale è pienamente d’accordo con la filosofia religiosa di un altro mortale, quel fenomeno indica che questi due esseri hanno avuto un’esperienza religiosa simile relativamente alle materie riguardanti la loro similarità d’interpretazione filosofica religiosa.   103:1.2 (1130.1) When one mortal is in full agreement with the religious philosophy of a fellow mortal, that phenomenon indicates that these two beings have had a similar religious experience touching the matters concerned in their similarity of philosophic religious interpretation.
103:1.3 (1130.2) Anche se la vostra religione è una questione d’esperienza personale, è molto importante che voi siate esposti alla conoscenza di un vasto numero di altre esperienze religiose (le interpretazioni diverse di altri differenti mortali) al fine d’impedire che la vostra vita religiosa divenga egocentrica — circoscritta, egoistica ed asociale.   103:1.3 (1130.2) While your religion is a matter of personal experience, it is most important that you should be exposed to the knowledge of a vast number of other religious experiences (the diverse interpretations of other and diverse mortals) to the end that you may prevent your religious life from becoming egocentric—circumscribed, selfish, and unsocial.
103:1.4 (1130.3) Il razionalismo sbaglia quando presume che la religione sia innanzi tutto una credenza primitiva in qualcosa che è poi seguito dalla ricerca di valori. La religione è principalmente una ricerca di valori, ed in seguito formula un sistema di credenze interpretative. È molto più facile per gli uomini accordarsi su valori religiosi — su scopi — che su credenze — su interpretazioni. E questo spiega come una religione possa concordare su valori e scopi pur presentando lo sconcertante fenomeno di continuare ad ammettere centinaia di credenze contraddittorie — di credi. Questo spiega anche perché una data persona può proseguire la sua esperienza religiosa pur abbandonando o modificando molte delle sue credenze religiose. La religione persiste nonostante i cambiamenti rivoluzionari nelle credenze religiose. Non è la teologia che produce la religione; è la religione che produce la filosofia teologica.   103:1.4 (1130.3) Rationalism is wrong when it assumes that religion is at first a primitive belief in something which is then followed by the pursuit of values. Religion is primarily a pursuit of values, and then there formulates a system of interpretative beliefs. It is much easier for men to agree on religious values—goals—than on beliefs—interpretations. And this explains how religion can agree on values and goals while exhibiting the confusing phenomenon of maintaining a belief in hundreds of conflicting beliefs—creeds. This also explains why a given person can maintain his religious experience in the face of giving up or changing many of his religious beliefs. Religion persists in spite of revolutionary changes in religious beliefs. Theology does not produce religion; it is religion that produces theologic philosophy.
103:1.5 (1130.4) Il fatto che le persone religiose abbiano creduto a molte cose false non infirma la religione, perché la religione è fondata sul riconoscimento di valori ed è convalidata dalla fede dell’esperienza religiosa personale. La religione, quindi, è basata sull’esperienza e sul pensiero religioso; la teologia, la filosofia della religione, è un tentativo onesto d’interpretare questa esperienza. Tali credenze interpretative possono essere giuste o sbagliate, o una mescolanza di verità ed errore.   103:1.5 (1130.4) That religionists have believed so much that was false does not invalidate religion because religion is founded on the recognition of values and is validated by the faith of personal religious experience. Religion, then, is based on experience and religious thought; theology, the philosophy of religion, is an honest attempt to interpret that experience. Such interpretative beliefs may be right or wrong, or a mixture of truth and error.
103:1.6 (1130.5) La realizzazione del riconoscimento di valori spirituali è un’esperienza che trascende l’ideazione. Non c’è alcuna parola in nessun linguaggio umano che possa essere impiegata per designare questa “sensazione”, “sentimento”, “intuizione” o “esperienza” che abbiamo scelto di chiamare coscienza di Dio. Lo spirito di Dio che dimora nell’uomo è non personale — l’Aggiustatore è prepersonale — ma questo Monitore presenta un valore, esala un profumo di divinità, che è personale nel senso più elevato ed infinito. Se Dio non fosse almeno personale non potrebbe essere cosciente, e se non fosse cosciente allora sarebbe al di sotto dell’umano.   103:1.6 (1130.5) The realization of the recognition of spiritual values is an experience which is superideational. There is no word in any human language which can be employed to designate this “sense,” “feeling,” “intuition,” or “experience” which we have elected to call God-consciousness. The spirit of God that dwells in man is not personal—the Adjuster is prepersonal—but this Monitor presents a value, exudes a flavor of divinity, which is personal in the highest and infinite sense. If God were not at least personal, he could not be conscious, and if not conscious, then would he be infrahuman.
2. La religione e l’individuo ^top   2. Religion and the Individual ^top
103:2.1 (1130.6) La religione è funzionale nella mente umana ed è stata realizzata nell’esperienza prima di apparire nella coscienza umana. Un bambino è vissuto circa nove mesi prima di fare l’esperienza della nascita. Ma la “nascita” della religione non è improvvisa; è piuttosto un’emersione graduale. Tuttavia presto o tardi c’è un “giorno di nascita”. Non si entra nel regno dei cieli senza essere “nati di nuovo” — nati dallo Spirito. Molte nascite spirituali sono accompagnate da una grande angoscia spirituale e da marcate turbe psicologiche, come molte nascite fisiche sono caratterizzate da un “travaglio laborioso” e da altre anomalie del “parto”. Altre nascite spirituali sono una crescita naturale e normale del riconoscimento di valori supremi con un accrescimento dell’esperienza spirituale, benché nessun sviluppo religioso avvenga senza uno sforzo cosciente e delle risoluzioni positive e individuali. La religione non è mai un’esperienza passiva, un atteggiamento negativo. Quella che viene chiamata la “nascita della religione” non è direttamente associata alle cosiddette esperienze di conversione che caratterizzano abitualmente degli episodi religiosi che si producono più tardi nella vita a seguito di conflitti mentali, di repressioni emotive e di sconvolgimenti emotivi.   103:2.1 (1130.6) Religion is functional in the human mind and has been realized in experience prior to its appearance in human consciousness. A child has been in existence about nine months before it experiences birth. But the “birth” of religion is not sudden; it is rather a gradual emergence. Nevertheless, sooner or later there is a “birth day.” You do not enter the kingdom of heaven unless you have been “born again”—born of the Spirit. Many spiritual births are accompanied by much anguish of spirit and marked psychological perturbations, as many physical births are characterized by a “stormy labor” and other abnormalities of “delivery.” Other spiritual births are a natural and normal growth of the recognition of supreme values with an enhancement of spiritual experience, albeit no religious development occurs without conscious effort and positive and individual determinations. Religion is never a passive experience, a negative attitude. What is termed the “birth of religion” is not directly associated with so-called conversion experiences which usually characterize religious episodes occurring later in life as a result of mental conflict, emotional repression, and temperamental upheavals.
103:2.2 (1131.1) Ma le persone che sono state allevate dai loro genitori in modo da crescere con la coscienza di essere figli di un Padre celeste amorevole non dovrebbero guardare con occhio malevolo i loro compagni mortali che hanno potuto raggiungere tale coscienza di comunione con Dio solo passando per una crisi psicologica, uno sconvolgimento emotivo.   103:2.2 (1131.1) But those persons who were so reared by their parents that they grew up in the consciousness of being children of a loving heavenly Father, should not look askance at their fellow mortals who could only attain such consciousness of fellowship with God through a psychological crisis, an emotional upheaval.
103:2.3 (1131.2) Il terreno evoluzionario della mente umana nel quale germina il seme della religione rivelata è la natura morale che dà origine molto presto ad una coscienza sociale. Le prime esortazioni della natura morale di un bambino non concernono il sesso, la colpa o l’orgoglio personale, ma piuttosto gli impulsi di giustizia, di equità e gli stimoli alla bontà — di ministero di servizio verso i propri simili. E quando tali iniziali risvegli morali sono alimentati, si produce uno sviluppo graduale della vita religiosa relativamente libero da conflitti, da sconvolgimenti e da crisi.   103:2.3 (1131.2) The evolutionary soil in the mind of man in which the seed of revealed religion germinates is the moral nature that so early gives origin to a social consciousness. The first promptings of a child’s moral nature have not to do with sex, guilt, or personal pride, but rather with impulses of justice, fairness, and urges to kindness—helpful ministry to one’s fellows. And when such early moral awakenings are nurtured, there occurs a gradual development of the religious life which is comparatively free from conflicts, upheavals, and crises.
103:2.4 (1131.3) Ogni essere umano sperimenta molto presto una sorta di conflitto tra i suoi impulsi egoistici ed i suoi impulsi altruistici, e molte volte la sua prima esperienza di coscienza di Dio può risultare dalla ricerca di un aiuto superumano per risolvere tali conflitti morali.   103:2.4 (1131.3) Every human being very early experiences something of a conflict between his self-seeking and his altruistic impulses, and many times the first experience of God-consciousness may be attained as the result of seeking for superhuman help in the task of resolving such moral conflicts.
103:2.5 (1131.4) La psicologia di un bambino è per natura positiva, non negativa. Molti mortali sono negativi perché sono stati educati in questo modo. Quando si dice che il bambino è positivo, ci si riferisce ai suoi impulsi morali, a quei poteri della mente la cui apparizione segnala l’arrivo dell’Aggiustatore di Pensiero.   103:2.5 (1131.4) The psychology of a child is naturally positive, not negative. So many mortals are negative because they were so trained. When it is said that the child is positive, reference is made to his moral impulses, those powers of mind whose emergence signals the arrival of the Thought Adjuster.
103:2.6 (1131.5) In assenza di cattivi insegnamenti, nell’emersione della coscienza religiosa, la mente di un bambino normale si dirige positivamente verso la rettitudine morale ed il ministero sociale piuttosto che negativamente, allontanandosi dal peccato e dalla colpa. Ci può essere o meno conflitto nello sviluppo dell’esperienza religiosa, ma sono sempre presenti in esso le inevitabili decisioni, sforzi e funzioni della volontà umana.   103:2.6 (1131.5) In the absence of wrong teaching, the mind of the normal child moves positively, in the emergence of religious consciousness, toward moral righteousness and social ministry, rather than negatively, away from sin and guilt. There may or may not be conflict in the development of religious experience, but there are always present the inevitable decisions, effort, and function of the human will.
103:2.7 (1131.6) La scelta morale è solitamente accompagnata da maggiore o minore conflitto morale. Questo primo conflitto nella mente del bambino avviene tra le sollecitazioni dell’egoismo e gli impulsi dell’altruismo. L’Aggiustatore di Pensiero non trascura i valori della spinta egoistica della personalità, ma opera per attribuire una leggera preferenza all’impulso altruistico che porta alla meta della felicità umana e alle gioie del regno dei cieli.   103:2.7 (1131.6) Moral choosing is usually accompanied by more or less moral conflict. And this very first conflict in the child mind is between the urges of egoism and the impulses of altruism. The Thought Adjuster does not disregard the personality values of the egoistic motive but does operate to place a slight preference upon the altruistic impulse as leading to the goal of human happiness and to the joys of the kingdom of heaven.
103:2.8 (1131.7) Quando un essere morale sceglie di essere altruista di fronte allo stimolo di essere egoista, fa la sua prima esperienza religiosa. Nessun animale può fare una tale scelta; questa decisione è umana e religiosa. Essa include il fatto della coscienza di Dio e mostra l’impulso al servizio sociale, base della fratellanza umana. Quando la mente sceglie un giudizio morale retto mediante un atto di libero arbitrio, tale decisione costituisce un’esperienza religiosa.   103:2.8 (1131.7) When a moral being chooses to be unselfish when confronted by the urge to be selfish, that is primitive religious experience. No animal can make such a choice; such a decision is both human and religious. It embraces the fact of God-consciousness and exhibits the impulse of social service, the basis of the brotherhood of man. When mind chooses a right moral judgment by an act of the free will, such a decision constitutes a religious experience.
103:2.9 (1131.8) Ma prima che un bambino si sia sufficientemente sviluppato da acquisire una capacità morale e da essere quindi capace di scegliere il servizio altruistico, ha già sviluppato una natura egoistica forte e bene unificata. È questa situazione di fatto che dà origine alla teoria della lotta tra la natura “superiore” e quella “inferiore”, tra il “vecchio uomo di peccato” e la “nuova natura” di grazia. Il bambino normale comincia ad apprendere molto presto nella sua vita che è “più benedetto dare che ricevere”.   103:2.9 (1131.8) But before a child has developed sufficiently to acquire moral capacity and therefore to be able to choose altruistic service, he has already developed a strong and well-unified egoistic nature. And it is this factual situation that gives rise to the theory of the struggle between the “higher” and the “lower” natures, between the “old man of sin” and the “new nature” of grace. Very early in life the normal child begins to learn that it is “more blessed to give than to receive.”
103:2.10 (1131.9) L’uomo tende ad identificare lo stimolo a servire se stesso con il suo ego — con se stesso. Per contro è incline ad identificare la volontà di essere altruista con un’influenza esterna a lui — con Dio. Ed in verità un tale giudizio è giusto, perché tutti questi desideri altruistici hanno effettivamente la loro origine nella guida dell’Aggiustatore di Pensiero interiore, e questo Aggiustatore è un frammento di Dio. L’impulso del Monitore spirituale è realizzato dalla coscienza umana come la tendenza ad essere altruista, attento ai propri simili. E questa almeno è la prima e fondamentale esperienza della mente del bambino. Quando il bambino in crescita non riesce ad unificare la sua personalità, la spinta altruistica può divenire talmente sovrasviluppata da portare seri danni al benessere dell’io. Una coscienza fuorviata può divenire responsabile di molti conflitti, preoccupazioni, tristezze, e d’infelicità umane senza fine.   103:2.10 (1131.9) Man tends to identify the urge to be self-serving with his ego—himself. In contrast he is inclined to identify the will to be altruistic with some influence outside himself—God. And indeed is such a judgment right, for all such nonself desires do actually have their origin in the leadings of the indwelling Thought Adjuster, and this Adjuster is a fragment of God. The impulse of the spirit Monitor is realized in human consciousness as the urge to be altruistic, fellow-creature minded. At least this is the early and fundamental experience of the child mind. When the growing child fails of personality unification, the altruistic drive may become so overdeveloped as to work serious injury to the welfare of the self. A misguided conscience can become responsible for much conflict, worry, sorrow, and no end of human unhappiness.
3. La religione e la razza umana ^top   3. Religion and the Human Race ^top
103:3.1 (1132.1) Anche se la credenza negli spiriti, nei sogni ed in diverse altre superstizioni hanno tutte svolto un ruolo nell’origine evoluzionaria delle religioni primitive, non si dovrebbe trascurare l’influenza dello spirito di solidarietà del clan o della tribù. Le relazioni di gruppo hanno rappresentato l’esatta situazione sociale che forniva la sfida al conflitto tra l’egoismo e l’altruismo nella natura morale della mente umana primitiva. Nonostante la loro credenza negli spiriti, gli aborigeni australiani focalizzano ancora la loro religione sul clan. Con il tempo questi concetti religiosi tendono a personalizzarsi, prima come animali e più tardi come superuomo o come Dio. Anche le razze inferiori come i Boscimani africani, che non credono nemmeno ai totem, riconoscono una differenza tra l’interesse personale e l’interesse collettivo, una distinzione primitiva tra i valori del secolare e del sacro. Ma il gruppo sociale non è la sorgente dell’esperienza religiosa. Indipendentemente dall’influenza di tutti questi contributi primitivi alla religione iniziale degli uomini, rimane il fatto che il vero impulso religioso ha la propria origine nelle autentiche presenze spirituali che attivano la volontà di essere altruista.   103:3.1 (1132.1) While the belief in spirits, dreams, and diverse other superstitions all played a part in the evolutionary origin of primitive religions, you should not overlook the influence of the clan or tribal spirit of solidarity. In the group relationship there was presented the exact social situation which provided the challenge to the egoistic-altruistic conflict in the moral nature of the early human mind. In spite of their belief in spirits, primitive Australians still focus their religion upon the clan. In time, such religious concepts tend to personalize, first, as animals, and later, as a superman or as a God. Even such inferior races as the African Bushmen, who are not even totemic in their beliefs, do have a recognition of the difference between the self-interest and the group-interest, a primitive distinction between the values of the secular and the sacred. But the social group is not the source of religious experience. Regardless of the influence of all these primitive contributions to man’s early religion, the fact remains that the true religious impulse has its origin in genuine spirit presences activating the will to be unselfish.
103:3.2 (1132.2) La religione successiva è prefigurata nella credenza primitiva alle meraviglie ed ai misteri della natura, il mana impersonale. Ma presto o tardi la religione in evoluzione esige che l’individuo faccia dei sacrifici personali per il bene del suo gruppo sociale, che compia qualcosa per rendere altre persone più felici e migliori. Alla fine la religione è destinata a diventare il servizio di Dio e degli uomini.   103:3.2 (1132.2) Later religion is foreshadowed in the primitive belief in natural wonders and mysteries, the impersonal mana. But sooner or later the evolving religion requires that the individual should make some personal sacrifice for the good of his social group, should do something to make other people happier and better. Ultimately, religion is destined to become the service of God and of man.
103:3.3 (1132.3) La religione è fatta per modificare l’ambiente degli uomini, ma molte religioni dei mortali di oggi sono divenute incapaci di fare questo. L’ambiente ha troppo spesso dominato la religione.   103:3.3 (1132.3) Religion is designed to change man’s environment, but much of the religion found among mortals today has become helpless to do this. Environment has all too often mastered religion.
103:3.4 (1132.4) Ricordatevi che nelle religioni di tutte le epoche l’esperienza più importante è il sentimento concernente i valori morali ed i significati sociali, non il pensiero concernente i dogmi teologici o le teorie filosofiche. La religione si evolve favorevolmente via via che l’elemento della magia è sostituito dal concetto della morale.   103:3.4 (1132.4) Remember that in the religion of all ages the experience which is paramount is the feeling regarding moral values and social meanings, not the thinking regarding theologic dogmas or philosophic theories. Religion evolves favorably as the element of magic is replaced by the concept of morals.
103:3.5 (1132.5) L’uomo si è evoluto attraverso le superstizioni del mana, della magia, dell’adorazione della natura, della paura degli spiriti e dell’adorazione degli animali, fino ai vari cerimoniali per mezzo dei quali l’atteggiamento religioso dell’individuo si è trasformato in reazioni collettive del clan. Queste cerimonie si sono poi focalizzate e cristallizzate in credenze tribali, e alla fine queste paure e queste fedi si sono personalizzate in dei. Ma in tutta questa evoluzione religiosa l’elemento morale non è mai stato totalmente assente. L’impulso del Dio nell’uomo è sempre stato forte. E queste potenti influenze — una umana e l’altra divina — hanno assicurato la sopravvivenza della religione attraverso le vicissitudini delle ere, nonostante essa sia stata così spesso minacciata di estinzione da mille tendenze sovversive ed antagonismi ostili.   103:3.5 (1132.5) Man evolved through the superstitions of mana, magic, nature worship, spirit fear, and animal worship to the various ceremonials whereby the religious attitude of the individual became the group reactions of the clan. And then these ceremonies became focalized and crystallized into tribal beliefs, and eventually these fears and faiths became personalized into gods. But in all of this religious evolution the moral element was never wholly absent. The impulse of the God within man was always potent. And these powerful influences—one human and the other divine—insured the survival of religion throughout the vicissitudes of the ages and that notwithstanding it was so often threatened with extinction by a thousand subversive tendencies and hostile antagonisms.
4. La comunione spirituale ^top   4. Spiritual Communion ^top
103:4.1 (1133.1) La differenza caratteristica tra una riunione sociale ed un’assemblea religiosa è che, contrariamente a quella secolare, quella religiosa è pervasa da un’atmosfera di comunione. In questo modo l’associazione umana genera un sentimento di comunità con il divino, e questo è l’inizio dell’adorazione collettiva. Mangiare un pasto in comune è stato il primo tipo di comunione sociale, e così le religioni primitive provvidero perché una parte del sacrificio cerimoniale fosse mangiato dai fedeli. Anche nel Cristianesimo la Cena del Signore conserva questo tipo di comunione. L’atmosfera della comunione procura un periodo di tregua ristoratrice e confortante nel conflitto tra l’egoistico ego e lo stimolo altruistico del Monitore spirituale interiore. Questo è il preludio della vera adorazione — la pratica della presenza di Dio che si manifesta nell’apparizione della fratellanza umana.   103:4.1 (1133.1) The characteristic difference between a social occasion and a religious gathering is that in contrast with the secular the religious is pervaded by the atmosphere of communion. In this way human association generates a feeling of fellowship with the divine, and this is the beginning of group worship. Partaking of a common meal was the earliest type of social communion, and so did early religions provide that some portion of the ceremonial sacrifice should be eaten by the worshipers. Even in Christianity the Lord’s Supper retains this mode of communion. The atmosphere of the communion provides a refreshing and comforting period of truce in the conflict of the self-seeking ego with the altruistic urge of the indwelling spirit Monitor. And this is the prelude to true worship—the practice of the presence of God which eventuates in the emergence of the brotherhood of man.
103:4.2 (1133.2) Quando l’uomo primitivo sentiva che la sua comunione con Dio era stata interrotta, faceva ricorso ad un qualche sacrificio nello sforzo di fare ammenda, di ristabilire una relazione amichevole. La fame e la sete di rettitudine portano alla scoperta della verità, e la verità accresce gli ideali, e ciò crea nuovi problemi per i singoli credenti, perché i nostri ideali tendono a crescere in progressione geometrica, mentre la nostra capacità di vivere al loro livello aumenta solo in progressione aritmetica.   103:4.2 (1133.2) When primitive man felt that his communion with God had been interrupted, he resorted to sacrifice of some kind in an effort to make atonement, to restore friendly relationship. The hunger and thirst for righteousness leads to the discovery of truth, and truth augments ideals, and this creates new problems for the individual religionists, for our ideals tend to grow by geometrical progression, while our ability to live up to them is enhanced only by arithmetical progression.
103:4.3 (1133.3) Il senso di colpa (non la coscienza del peccato) deriva sia dell’interruzione della comunione spirituale che dall’abbassamento dei propri ideali morali. La liberazione da un tale difficile frangente può avvenire soltanto mediante la comprensione che i propri ideali morali più elevati non sono necessariamente sinonimo della volontà di Dio. L’uomo non può sperare di vivere all’altezza dei suoi ideali più elevati, ma può essere fedele al suo proposito di trovare Dio e di divenire sempre più simile a lui.   103:4.3 (1133.3) The sense of guilt (not the consciousness of sin) comes either from interrupted spiritual communion or from the lowering of one’s moral ideals. Deliverance from such a predicament can only come through the realization that one’s highest moral ideals are not necessarily synonymous with the will of God. Man cannot hope to live up to his highest ideals, but he can be true to his purpose of finding God and becoming more and more like him.
103:4.4 (1133.4) Gesù spazzò via tutti i cerimoniali di sacrificio e di espiazione. Egli distrusse la base di tutta questa colpevolezza fittizia e di tutto questo sentimento d’isolamento nell’universo proclamando che l’uomo è figlio di Dio; la relazione creatura-Creatore fu posta sulla base di figlio-genitore. Dio divenne un Padre amorevole per i suoi figli e figlie mortali. Tutti i cerimoniali che non sono parte legittima di questa intima relazione di famiglia sono abrogati per sempre.   103:4.4 (1133.4) Jesus swept away all of the ceremonials of sacrifice and atonement. He destroyed the basis of all this fictitious guilt and sense of isolation in the universe by declaring that man is a child of God; the creature-Creator relationship was placed on a child-parent basis. God becomes a loving Father to his mortal sons and daughters. All ceremonials not a legitimate part of such an intimate family relationship are forever abrogated.
103:4.5 (1133.5) Dio il Padre tratta con l’uomo, figlio suo, non sulla base delle sue virtù o dei suoi meriti reali, ma in riconoscimento delle motivazioni del figlio — del proposito e dell’intenzione della creatura. La relazione è quella dell’associazione genitore-figlio ed è animata dall’amore divino.   103:4.5 (1133.5) God the Father deals with man his child on the basis, not of actual virtue or worthiness, but in recognition of the child’s motivation—the creature purpose and intent. The relationship is one of parent-child association and is actuated by divine love.
5. L’origine degli ideali ^top   5. The Origin of Ideals ^top
103:5.1 (1133.6) La mente evoluzionaria primitiva dà origine ad un sentimento di dovere sociale e di obbligo morale derivato principalmente dalla paura emotiva. Lo stimolo più positivo al servizio sociale e all’idealismo altruista sono derivati dall’impulso diretto dello spirito divino che dimora nella mente umana.   103:5.1 (1133.6) The early evolutionary mind gives origin to a feeling of social duty and moral obligation derived chiefly from emotional fear. The more positive urge of social service and the idealism of altruism are derived from the direct impulse of the divine spirit indwelling the human mind.
103:5.2 (1133.7) Questa idea-ideale di fare del bene agli altri — l’impulso a negare qualcosa al proprio ego a beneficio del prossimo — è inizialmente molto circoscritta. L’uomo primitivo considera come suo prossimo solo coloro che sono molto vicini a lui, coloro che lo trattano amichevolmente; via via che la civiltà religiosa progredisce il concetto di prossimo si espande per inglobare il clan, la tribù, la nazione. Poi Gesù ampliò la nozione di prossimo fino ad abbracciare l’intera umanità, fino a dire che dovremmo amare i nostri nemici. E c’è qualcosa all’interno di ogni essere umano normale che gli dice che questo insegnamento è morale — è giusto. Anche coloro che praticano di meno questo ideale ammettono che è giusto in teoria.   103:5.2 (1133.7) This idea-ideal of doing good to others—the impulse to deny the ego something for the benefit of one’s neighbor—is very circumscribed at first. Primitive man regards as neighbor only those very close to him, those who treat him neighborly; as religious civilization advances, one’s neighbor expands in concept to embrace the clan, the tribe, the nation. And then Jesus enlarged the neighbor scope to embrace the whole of humanity, even that we should love our enemies. And there is something inside of every normal human being that tells him this teaching is moral—right. Even those who practice this ideal least, admit that it is right in theory.
103:5.3 (1134.1) Tutti gli uomini riconoscono la moralità di questo impulso umano universale ad essere disinteressato ed altruista. L’umanista attribuisce l’origine di questo impulso all’azione naturale della mente materiale; la persona religiosa riconosce più correttamente che lo slancio veramente disinteressato della mente umana è una risposta alle direttive spirituali interiori dell’Aggiustatore di Pensiero.   103:5.3 (1134.1) All men recognize the morality of this universal human urge to be unselfish and altruistic. The humanist ascribes the origin of this urge to the natural working of the material mind; the religionist more correctly recognizes that the truly unselfish drive of mortal mind is in response to the inner spirit leadings of the Thought Adjuster.
103:5.4 (1134.2) Ma l’interpretazione umana di questi conflitti primitivi tra la volontà egoistica e la volontà altruistica non è sempre affidabile. Solo una personalità abbastanza bene unificata può arbitrare le multiformi contese tra i forti desideri dell’io e la coscienza sociale che sta germogliando. Il nostro io ha diritti pari a quelli del suo prossimo. Nessuno ha dei diritti esclusivi sull’attenzione e sul servizio dell’individuo. L’incapacità di risolvere questo problema dà origine al tipo più primitivo di senso di colpa umano.   103:5.4 (1134.2) But man’s interpretation of these early conflicts between the ego-will and the other-than-self-will is not always dependable. Only a fairly well unified personality can arbitrate the multiform contentions of the ego cravings and the budding social consciousness. The self has rights as well as one’s neighbors. Neither has exclusive claims upon the attention and service of the individual. Failure to resolve this problem gives origin to the earliest type of human guilt feelings.
103:5.5 (1134.3) La felicità umana si raggiunge solo quando il desiderio egoistico dell’io e l’impulso altruistico dell’io superiore (spirito divino) sono coordinati e riconciliati dalla volontà unificata della personalità che si integra e che controlla. La mente dell’uomo evoluzionario è sempre confrontata con il complesso problema di arbitrare le contese tra l’espansione naturale degli impulsi emotivi e la crescita morale degli impulsi altruistici fondati sull’intuizione spirituale — sull’autentica riflessione religiosa.   103:5.5 (1134.3) Human happiness is achieved only when the ego desire of the self and the altruistic urge of the higher self (divine spirit) are co-ordinated and reconciled by the unified will of the integrating and supervising personality. The mind of evolutionary man is ever confronted with the intricate problem of refereeing the contest between the natural expansion of emotional impulses and the moral growth of unselfish urges predicated on spiritual insight—genuine religious reflection.
103:5.6 (1134.4) Il tentativo di assicurare un bene uguale a se stessi ed al maggior numero di altri sé presenta un problema che non può essere sempre risolto in maniera soddisfacente in un quadro di tempo-spazio. Nel corso di una vita eterna tali antagonismi possono essere risolti, ma in una breve vita umana essi non trovano soluzione. Gesù si riferiva a questo paradosso quando disse: “Chiunque salverà la sua vita la perderà, ma chiunque perderà la sua vita per l’amore del regno la troverà.”   103:5.6 (1134.4) The attempt to secure equal good for the self and for the greatest number of other selves presents a problem which cannot always be satisfactorily resolved in a time-space frame. Given an eternal life, such antagonisms can be worked out, but in one short human life they are incapable of solution. Jesus referred to such a paradox when he said: “Whosoever shall save his life shall lose it, but whosoever shall lose his life for the sake of the kingdom, shall find it.”
103:5.7 (1134.5) Il perseguimento dell’ideale — la lotta per divenire simili a Dio — è uno sforzo continuo prima e dopo la morte. La vita dopo la morte non è essenzialmente differente dall’esistenza mortale. Tutto quello che facciamo di buono in questa vita contribuisce direttamente all’elevazione della vita futura. La vera religione non favorisce l’indolenza morale e la pigrizia spirituale incoraggiando la vana speranza di vedersi attribuite tutte le virtù di un nobile carattere in conseguenza di essere passati attraverso i portali della morte naturale. La vera religione non sminuisce gli sforzi dell’uomo per progredire durante il periodo di vita terrena. Ogni conquista umana è un contributo diretto all’arricchimento dei primi stadi dell’esperienza della sopravvivenza immortale.   103:5.7 (1134.5) The pursuit of the ideal—the striving to be Godlike—is a continuous effort before death and after. The life after death is no different in the essentials than the mortal existence. Everything we do in this life which is good contributes directly to the enhancement of the future life. Real religion does not foster moral indolence and spiritual laziness by encouraging the vain hope of having all the virtues of a noble character bestowed upon one as a result of passing through the portals of natural death. True religion does not belittle man’s efforts to progress during the mortal lease on life. Every mortal gain is a direct contribution to the enrichment of the first stages of the immortal survival experience.
103:5.8 (1134.6) È fatale per l’idealismo dell’uomo quando gli s’insegna che tutti i suoi impulsi altruistici sono semplicemente lo sviluppo del suo istinto gregario naturale. Ma egli è nobilitato e potentemente stimolato quando apprende che questi impulsi superiori della sua anima emanano dalle forze spirituali che abitano la sua mente mortale.   103:5.8 (1134.6) It is fatal to man’s idealism when he is taught that all of his altruistic impulses are merely the development of his natural herd instincts. But he is ennobled and mightily energized when he learns that these higher urges of his soul emanate from the spiritual forces that indwell his mortal mind.
103:5.9 (1134.7) L’uomo è elevato sopra se stesso ed oltre se stesso quando comprende pienamente che vive e lotta in lui qualcosa di eterno e divino. Ed è così che una fede vivente nell’origine superumana dei nostri ideali convalida la nostra credenza che siamo figli di Dio e rende reali le nostre convinzioni altruistiche, il nostro sentimento di fratellanza umana.   103:5.9 (1134.7) It lifts man out of himself and beyond himself when he once fully realizes that there lives and strives within him something which is eternal and divine. And so it is that a living faith in the superhuman origin of our ideals validates our belief that we are the sons of God and makes real our altruistic convictions, the feelings of the brotherhood of man.
103:5.10 (1134.8) Nel suo dominio spirituale l’uomo possiede un libero arbitrio. L’uomo mortale non è né uno schiavo inerme della sovranità inflessibile di un Dio onnipotente né la vittima della fatalità senza speranza di un determinismo cosmico meccanicistico. L’uomo è veramente l’architetto del proprio destino eterno.   103:5.10 (1134.8) Man, in his spiritual domain, does have a free will. Mortal man is neither a helpless slave of the inflexible sovereignty of an all-powerful God nor the victim of the hopeless fatality of a mechanistic cosmic determinism. Man is most truly the architect of his own eternal destiny.
103:5.11 (1135.1) Ma l’uomo non è salvato o nobilitato dalla pressione. La crescita spirituale emana dall’interno dell’anima in evoluzione. La pressione può deformare la personalità, ma non stimola mai la crescita. Anche la pressione dell’educazione porta solo un aiuto negativo, nel senso che può contribuire ad impedire delle esperienze disastrose. La crescita spirituale è maggiore quando tutte le pressioni esterne sono ridotte al minimo. “Dove c’è lo spirito del Signore, là c’è libertà.” L’uomo si sviluppa meglio quando le pressioni della famiglia, della comunità, della Chiesa e dello Stato sono minori. Ma questo non deve essere interpretato nel senso che non c’è alcun posto in una società progressiva per la famiglia, le istituzioni sociali, la Chiesa e lo Stato.   103:5.11 (1135.1) But man is not saved or ennobled by pressure. Spirit growth springs from within the evolving soul. Pressure may deform the personality, but it never stimulates growth. Even educational pressure is only negatively helpful in that it may aid in the prevention of disastrous experiences. Spiritual growth is greatest where all external pressures are at a minimum. “Where the spirit of the Lord is, there is freedom.” Man develops best when the pressures of home, community, church, and state are least. But this must not be construed as meaning that there is no place in a progressive society for home, social institutions, church, and state.
103:5.12 (1135.2) Quando un membro di un gruppo sociale religioso si è conformato alle esigenze di tale gruppo, dovrebbe essere incoraggiato a godere della libertà religiosa nella piena espressione della sua interpretazione personale delle verità della credenza religiosa e dei fatti dell’esperienza religiosa. La sicurezza di un gruppo religioso dipende dalla sua unità spirituale, non dalla sua uniformità teologica. I membri di un gruppo religioso dovrebbero poter godere della libertà di pensare liberamente senza dover diventare dei “liberi pensatori”. C’è una grande speranza per ogni Chiesa che adora il Dio vivente, che convalida la fratellanza dell’uomo e che osa rimuovere dai suoi membri ogni pressione dogmatica.   103:5.12 (1135.2) When a member of a social religious group has complied with the requirements of such a group, he should be encouraged to enjoy religious liberty in the full expression of his own personal interpretation of the truths of religious belief and the facts of religious experience. The security of a religious group depends on spiritual unity, not on theological uniformity. A religious group should be able to enjoy the liberty of freethinking without having to become “freethinkers.” There is great hope for any church that worships the living God, validates the brotherhood of man, and dares to remove all creedal pressure from its members.
6. La coordinazione filosofica ^top   6. Philosophic Co-ordination ^top
103:6.1 (1135.3) La teologia è lo studio delle azioni e delle reazioni dello spirito umano; essa non può mai diventare una scienza perché deve sempre essere più o meno combinata con la psicologia nella sua espressione personale e con la filosofia nella sua descrizione sistematica. La teologia è sempre lo studio della vostra religione; lo studio di un’altra religione è psicologia.   103:6.1 (1135.3) Theology is the study of the actions and reactions of the human spirit; it can never become a science since it must always be combined more or less with psychology in its personal expression and with philosophy in its systematic portrayal. Theology is always the study of your religion; the study of another’s religion is psychology.
103:6.2 (1135.4) Quando l’uomo si accosta allo studio e all’osservazione del suo universo dall’esterno dà origine alle varie scienze fisiche, quando si accosta alla ricerca di se stesso e dell’universo dall’interno dà origine alla teologia e alla metafisica. La sua successiva arte della filosofia si sviluppa nello sforzo di armonizzare le numerose discrepanze che sono destinate ad apparire inizialmente tra le scoperte e gli insegnamenti di questi due modi diametralmente opposti di accostarsi all’universo di cose e di esseri.   103:6.2 (1135.4) When man approaches the study and examination of his universe from the outside, he brings into being the various physical sciences; when he approaches the research of himself and the universe from the inside, he gives origin to theology and metaphysics. The later art of philosophy develops in an effort to harmonize the many discrepancies which are destined at first to appear between the findings and teachings of these two diametrically opposite avenues of approaching the universe of things and beings.
103:6.3 (1135.5) La religione s’interessa del punto di vista spirituale, della coscienza dell’interiorità dell’esperienza umana. La natura spirituale dell’uomo gli offre l’opportunità di rivolgere l’universo dall’esterno verso l’interno. È dunque vero che, vista esclusivamente dall’interno dell’esperienza della personalità, tutta la creazione sembra essere di natura spirituale.   103:6.3 (1135.5) Religion has to do with the spiritual viewpoint, the awareness of the insideness of human experience. Man’s spiritual nature affords him the opportunity of turning the universe outside in. It is therefore true that, viewed exclusively from the insideness of personality experience, all creation appears to be spiritual in nature.
103:6.4 (1135.6) Quando l’uomo esamina analiticamente l’universo per mezzo delle facoltà materiali dei suoi sensi fisici e della percezione mentale associata, il cosmo appare essere meccanico e di energia materiale. Questa tecnica di studio della realtà consiste nel rivolgere l’universo dall’interno verso l’esterno.   103:6.4 (1135.6) When man analytically inspects the universe through the material endowments of his physical senses and associated mind perception, the cosmos appears to be mechanical and energy-material. Such a technique of studying reality consists in turning the universe inside out.
103:6.5 (1135.7) Un concetto filosofico logico e coerente dell’universo non può essere costruito sui postulati del materialismo o dello spiritualismo, perché entrambi questi sistemi di pensiero, quando sono applicati universalmente, costringono a vedere il cosmo in maniera distorta, avendo il primo un contatto con un universo rivolto dall’interno verso l’esterno, il secondo riconoscendo la natura di un universo rivolto dall’esterno verso l’interno. Né la scienza né la religione, in se stesse e da se stesse, da sole, possono allora mai sperare di acquisire una comprensione adeguata delle verità e delle relazioni universali senza la guida della filosofia umana e l’illuminazione della rivelazione divina.   103:6.5 (1135.7) A logical and consistent philosophic concept of the universe cannot be built up on the postulations of either materialism or spiritism, for both of these systems of thinking, when universally applied, are compelled to view the cosmos in distortion, the former contacting with a universe turned inside out, the latter realizing the nature of a universe turned outside in. Never, then, can either science or religion, in and of themselves, standing alone, hope to gain an adequate understanding of universal truths and relationships without the guidance of human philosophy and the illumination of divine revelation.
103:6.6 (1136.1) Lo spirito interiore dell’uomo deve sempre dipendere, per la sua espressione e la propria realizzazione, dal meccanismo e dalla tecnica della mente. Allo stesso modo l’esperienza umana esterna della realtà materiale deve essere basata sulla coscienza mentale della personalità che fa esperienza. Perciò le esperienze umane spirituali e materiali, interiori ed esteriori, sono sempre correlate con la funzione mentale e condizionate, quanto alla loro realizzazione cosciente, dall’attività della mente. L’uomo fa l’esperienza della materia nella sua mente; fa l’esperienza della realtà spirituale nella sua anima, ma diviene cosciente di questa esperienza nella sua mente. L’intelletto è l’armonizzatore, il condizionatore e qualificatore sempre presente della somma totale dell’esperienza umana. Sia le cose-energie che i valori spirituali sono colorati dalla loro interpretazione fatta per mezzo dei procedimenti mentali della coscienza.   103:6.6 (1136.1) Always must man’s inner spirit depend for its expression and self-realization upon the mechanism and technique of the mind. Likewise must man’s outer experience of material reality be predicated on the mind consciousness of the experiencing personality. Therefore are the spiritual and the material, the inner and the outer, human experiences always correlated with the mind function and conditioned, as to their conscious realization, by the mind activity. Man experiences matter in his mind; he experiences spiritual reality in the soul but becomes conscious of this experience in his mind. The intellect is the harmonizer and the ever-present conditioner and qualifier of the sum total of mortal experience. Both energy-things and spirit values are colored by their interpretation through the mind media of consciousness.
103:6.7 (1136.2) La vostra difficoltà per giungere ad una coordinazione più armoniosa tra la scienza e la religione è dovuta alla vostra completa ignoranza del dominio intermedio del mondo morontiale di cose e di esseri. L’universo locale consiste di tre gradi, o stadi, di manifestazione della realtà: la materia, la morontia e lo spirito. La prospettiva di approccio morontiale appiana tutte le divergenze tra le scoperte delle scienze fisiche ed il funzionamento dello spirito della religione. La ragione è la tecnica di comprensione delle scienze; la fede è la tecnica di discernimento della religione; la mota è la tecnica del livello morontiale. La mota è una sensibilità alla realtà supermateriale che inizia a compensare una crescita incompleta, avendo per sua sostanza la conoscenza-ragione e per sua essenza la fede-visione. La mota è una riconciliazione superfilosofica della percezione divergente della realtà che non è raggiungibile dalle personalità materiali; essa è fondata, in parte, sull’esperienza di essere sopravvissuti alla vita materiale nella carne. Ma molti mortali hanno riconosciuto che era desiderabile possedere un metodo per conciliare l’interrelazione tra i domini assai separati della scienza e della religione; e la metafisica è il risultato del vano tentativo dell’uomo di superare questo abisso ben conosciuto. Ma la metafisica umana ha portato più confusione che illuminazione. La metafisica rappresenta lo sforzo bene intenzionato ma futile dell’uomo di compensare l’assenza della mota morontiale.   103:6.7 (1136.2) Your difficulty in arriving at a more harmonious co-ordination between science and religion is due to your utter ignorance of the intervening domain of the morontia world of things and beings. The local universe consists of three degrees, or stages, of reality manifestation: matter, morontia, and spirit. The morontia angle of approach erases all divergence between the findings of the physical sciences and the functioning of the spirit of religion. Reason is the understanding technique of the sciences; faith is the insight technique of religion; mota is the technique of the morontia level. Mota is a supermaterial reality sensitivity which is beginning to compensate incomplete growth, having for its substance knowledge-reason and for its essence faith-insight. Mota is a superphilosophical reconciliation of divergent reality perception which is nonattainable by material personalities; it is predicated, in part, on the experience of having survived the material life of the flesh. But many mortals have recognized the desirability of having some method of reconciling the interplay between the widely separated domains of science and religion; and metaphysics is the result of man’s unavailing attempt to span this well-recognized chasm. But human metaphysics has proved more confusing than illuminating. Metaphysics stands for man’s well-meant but futile effort to compensate for the absence of the mota of morontia.
103:6.8 (1136.3) La metafisica si è rivelata un fallimento; quanto alla mota, non può essere percepita dall’uomo. La rivelazione è la sola tecnica che può compensare l’assenza della sensibilità alla verità che apporta la mota in un mondo materiale. La rivelazione chiarisce in modo autorevole la confusione della metafisica sviluppata dalla ragione su un pianeta evoluzionario.   103:6.8 (1136.3) Metaphysics has proved a failure; mota, man cannot perceive. Revelation is the only technique which can compensate for the absence of the truth sensitivity of mota in a material world. Revelation authoritatively clarifies the muddle of reason-developed metaphysics on an evolutionary sphere.
103:6.9 (1136.4) La scienza è il tentativo dell’uomo di studiare il suo ambiente fisico, il mondo dell’energia-materia; la religione è l’esperienza dell’uomo con il cosmo dei valori spirituali; la filosofia è stata sviluppata dallo sforzo mentale dell’uomo per organizzare e mettere in correlazione le scoperte di questi concetti molto separati in qualcosa di simile ad un atteggiamento ragionevole ed unificato verso il cosmo. La filosofia, chiarificata dalla rivelazione, funziona in modo accettabile in assenza della mota ed in presenza del crollo e del fallimento del surrogato umano della ragione alla mota — la metafisica.   103:6.9 (1136.4) Science is man’s attempted study of his physical environment, the world of energy-matter; religion is man’s experience with the cosmos of spirit values; philosophy has been developed by man’s mind effort to organize and correlate the findings of these widely separated concepts into something like a reasonable and unified attitude toward the cosmos. Philosophy, clarified by revelation, functions acceptably in the absence of mota and in the presence of the breakdown and failure of man’s reason substitute for mota—metaphysics.
103:6.10 (1136.5) L’uomo primitivo non faceva distinzione tra il livello dell’energia ed il livello dello spirito. Furono gli uomini della razza viola ed i loro successori Anditi che tentarono per primi di separare il fattore matematico da quello volitivo. L’uomo civilizzato ha sempre più seguito le orme dei Greci primitivi e dei Sumeri che distinguevano tra l’animato e l’inanimato. E via via che la civiltà progredisce, la filosofia dovrà superare il crescente divario tra il concetto dello spirito ed il concetto dell’energia. Ma nel tempo dello spazio queste divergenze sono unificate nel Supremo.   103:6.10 (1136.5) Early man did not differentiate between the energy level and the spirit level. It was the violet race and their Andite successors who first attempted to divorce the mathematical from the volitional. Increasingly has civilized man followed in the footsteps of the earliest Greeks and the Sumerians who distinguished between the inanimate and the animate. And as civilization progresses, philosophy will have to bridge ever-widening gulfs between the spirit concept and the energy concept. But in the time of space these divergencies are at one in the Supreme.
103:6.11 (1137.1) La scienza deve sempre appoggiarsi sulla ragione, benché l’immaginazione e l’ipotesi siano utili per estendere i suoi confini. La religione dipende eternamente dalla fede, sebbene la ragione sia un’influenza stabilizzante e di utile servizio. Ci sono sempre state e vi saranno sempre delle interpretazioni erronee dei fenomeni del mondo naturale e di quello spirituale, falsamente chiamati scienze e religioni.   103:6.11 (1137.1) Science must always be grounded in reason, although imagination and conjecture are helpful in the extension of its borders. Religion is forever dependent on faith, albeit reason is a stabilizing influence and a helpful handmaid. And always there have been, and ever will be, misleading interpretations of the phenomena of both the natural and the spiritual worlds, sciences and religions falsely so called.
103:6.12 (1137.2) Partendo dalla sua comprensione incompleta della scienza, dalla sua debole presa sulla religione e dai suoi tentativi abortiti in metafisica, l’uomo ha tentato di costruire le sue formulazioni filosofiche. E l’uomo moderno costruirebbe davvero una filosofia valida ed attraente di se stesso e del suo universo se non fosse interrotta la sua importantissima ed indispensabile connessione metafisica tra i mondi della materia e dello spirito, con l’incapacità della metafisica di superare l’abisso morontiale tra il fisico e lo spirituale. L’uomo mortale manca del concetto di mente e di materiale morontiali, e la rivelazione è la sola tecnica per sopperire a questa deficienza di dati concettuali di cui l’uomo ha così pressante necessità per costruire una filosofia logica dell’universo e per giungere ad una comprensione soddisfacente del suo posto certo e stabile in questo universo.   103:6.12 (1137.2) Out of his incomplete grasp of science, his faint hold upon religion, and his abortive attempts at metaphysics, man has attempted to construct his formulations of philosophy. And modern man would indeed build a worthy and engaging philosophy of himself and his universe were it not for the breakdown of his all-important and indispensable metaphysical connection between the worlds of matter and spirit, the failure of metaphysics to bridge the morontia gulf between the physical and the spiritual. Mortal man lacks the concept of morontia mind and material; and revelation is the only technique for atoning for this deficiency in the conceptual data which man so urgently needs in order to construct a logical philosophy of the universe and to arrive at a satisfying understanding of his sure and settled place in that universe.
103:6.13 (1137.3) La rivelazione è la sola speranza dell’uomo evoluzionario per colmare l’abisso morontiale. La fede e la ragione, senza l’aiuto della mota, non possono concepire e costruire un universo logico. Senza la visione della mota l’uomo mortale non può discernere la bontà, l’amore e la verità nei fenomeni del mondo materiale.   103:6.13 (1137.3) Revelation is evolutionary man’s only hope of bridging the morontia gulf. Faith and reason, unaided by mota, cannot conceive and construct a logical universe. Without the insight of mota, mortal man cannot discern goodness, love, and truth in the phenomena of the material world.
103:6.14 (1137.4) Quando la filosofia dell’uomo propende fortemente verso il mondo della materia, essa diventa razionalistica o naturalistica. Quando la filosofia propende particolarmente verso il livello spirituale, diventa idealistica od anche mistica. Quando la filosofia è così sfortunata da appoggiarsi sulla metafisica, diventa infallibilmente scettica, confusa. In passato la maggior parte della conoscenza e delle valutazioni intellettuali dell’uomo è caduta in una di queste tre deformazioni della percezione. La filosofia non osa formulare le sue interpretazioni della realtà nel modo lineare della logica; essa non deve mai smettere di tener conto della simmetria ellittica della realtà e della curvatura essenziale di tutti i concetti di relazione.   103:6.14 (1137.4) When the philosophy of man leans heavily toward the world of matter, it becomes rationalistic or naturalistic. When philosophy inclines particularly toward the spiritual level, it becomes idealistic or even mystical. When philosophy is so unfortunate as to lean upon metaphysics, it unfailingly becomes skeptical, confused. In past ages, most of man’s knowledge and intellectual evaluations have fallen into one of these three distortions of perception. Philosophy dare not project its interpretations of reality in the linear fashion of logic; it must never fail to reckon with the elliptic symmetry of reality and with the essential curvature of all relation concepts.
103:6.15 (1137.5) La filosofia più elevata che l’uomo mortale può raggiungere deve essere logicamente basata sulla ragione della scienza, sulla fede della religione e sul discernimento della verità fornita dalla rivelazione. Grazie a questa unione l’uomo può compensare un po’ la sua incapacità di sviluppare una metafisica adeguata e la sua inettitudine a comprendere la mota della morontia.   103:6.15 (1137.5) The highest attainable philosophy of mortal man must be logically based on the reason of science, the faith of religion, and the truth insight afforded by revelation. By this union man can compensate somewhat for his failure to develop an adequate metaphysics and for his inability to comprehend the mota of the morontia.
7. La scienza e la religione ^top   7. Science and Religion ^top
103:7.1 (1137.6) La scienza è sostenuta dalla ragione, la religione dalla fede. La fede, benché non sia fondata sulla ragione, è ragionevole; benché indipendente dalla logica, è tuttavia stimolata da una sana logica. La fede non può essere nutrita nemmeno da una filosofia ideale; in verità essa è, con la scienza, la sorgente stessa di questa filosofia. La fede, il discernimento religioso umano, può essere insegnata con certezza solo per mezzo della rivelazione, può essere elevata con certezza solo dall’esperienza personale dei mortali con la presenza dell’Aggiustatore spirituale del Dio che è spirito.   103:7.1 (1137.6) Science is sustained by reason, religion by faith. Faith, though not predicated on reason, is reasonable; though independent of logic, it is nonetheless encouraged by sound logic. Faith cannot be nourished even by an ideal philosophy; indeed, it is, with science, the very source of such a philosophy. Faith, human religious insight, can be surely instructed only by revelation, can be surely elevated only by personal mortal experience with the spiritual Adjuster presence of the God who is spirit.
103:7.2 (1137.7) La vera salvezza è la tecnica dell’evoluzione divina della mente mortale dall’identificazione con la materia, passando per i regni di collegamento morontiale, fino allo status universale superiore di correlazione spirituale. E come nell’evoluzione terrena l’istinto intuitivo materiale precede l’apparizione della conoscenza ragionata, così nel programma divino dell’evoluzione celeste la manifestazione del discernimento spirituale intuitivo presagisce l’apparizione successiva della ragione e dell’esperienza morontiale e spirituale, il fatto di trasmutare i potenziali dell’uomo temporale in quelli attuali e divini dell’uomo eterno, un finalitario del Paradiso.   103:7.2 (1137.7) True salvation is the technique of the divine evolution of the mortal mind from matter identification through the realms of morontia liaison to the high universe status of spiritual correlation. And as material intuitive instinct precedes the appearance of reasoned knowledge in terrestrial evolution, so does the manifestation of spiritual intuitive insight presage the later appearance of morontia and spirit reason and experience in the supernal program of celestial evolution, the business of transmuting the potentials of man the temporal into the actuality and divinity of man the eternal, a Paradise finaliter.
103:7.3 (1138.1) Ma via via che un ascendente avanza verso l’interno e verso il Paradiso per fare l’esperienza di Dio, avanzerà parimenti verso l’esterno e verso lo spazio per comprendere in termini di energia il cosmo materiale. La progressione della scienza non è limitata alla vita terrena dell’uomo; la sua esperienza dell’ascensione nell’universo e nel superuniverso sarà in larga parte lo studio della trasmutazione dell’energia e della metamorfosi della materia. Dio è spirito, ma la Deità è unità, e l’unità della Deità non solo comprende i valori spirituali del Padre Universale e del Figlio Eterno, ma ha anche cognizione dei fatti dell’energia del Controllore Universale e dell’Isola del Paradiso, mentre queste due fasi della realtà universale sono perfettamente correlate nelle relazioni mentali dell’Attore Congiunto ed unificate sul livello finito nella Deità emergente dell’Essere Supremo.   103:7.3 (1138.1) But as ascending man reaches inward and Paradiseward for the God experience, he will likewise be reaching outward and spaceward for an energy understanding of the material cosmos. The progression of science is not limited to the terrestrial life of man; his universe and superuniverse ascension experience will to no small degree be the study of energy transmutation and material metamorphosis. God is spirit, but Deity is unity, and the unity of Deity not only embraces the spiritual values of the Universal Father and the Eternal Son but is also cognizant of the energy facts of the Universal Controller and the Isle of Paradise, while these two phases of universal reality are perfectly correlated in the mind relationships of the Conjoint Actor and unified on the finite level in the emerging Deity of the Supreme Being.
103:7.4 (1138.2) L’unione dell’atteggiamento scientifico e del discernimento religioso per mezzo della filosofia esperienziale fa parte della lunga esperienza umana dell’ascensione al Paradiso. Le approssimazioni della matematica e le certezze del discernimento richiederanno sempre la funzione armonizzante della logica mentale su tutti i livelli dell’esperienza inferiori al compimento massimo del Supremo.   103:7.4 (1138.2) The union of the scientific attitude and the religious insight by the mediation of experiential philosophy is part of man’s long Paradise-ascension experience. The approximations of mathematics and the certainties of insight will always require the harmonizing function of mind logic on all levels of experience short of the maximum attainment of the Supreme.
103:7.5 (1138.3) Ma la logica non potrà mai riuscire ad armonizzare le scoperte della scienza e gli approfondimenti della religione a meno che gli aspetti scientifico e religioso di una personalità non siano dominati dalla verità, sinceramente desiderosi di seguire la verità dovunque essa li conduca e indipendentemente dalle conclusioni cui possa giungere.   103:7.5 (1138.3) But logic can never succeed in harmonizing the findings of science and the insights of religion unless both the scientific and the religious aspects of a personality are truth dominated, sincerely desirous of following the truth wherever it may lead regardless of the conclusions which it may reach.
103:7.6 (1138.4) La logica è la tecnica della filosofia, il suo metodo d’espressione. Nel dominio della vera scienza la ragione è sempre sensibile alla logica autentica; nel dominio della vera religione la fede è sempre logica da un punto di vista interiore, anche se tale fede può sembrare completamente priva di fondamento dal punto di vista indagatore dell’approccio scientifico. Dall’esterno, guardando verso l’interno, l’universo può sembrare materiale; dall’interno, guardando verso l’esterno, lo stesso universo sembra essere interamente spirituale. La ragione è originata dalla consapevolezza materiale, la fede proviene dalla consapevolezza spirituale, ma con la mediazione di una filosofia rafforzata dalla rivelazione la logica può confermare sia il punto di vista interno che quello esterno, dando così luogo alla stabilizzazione sia della scienza che della religione. In tal modo, mediante il contatto comune con la logica della filosofia, la scienza e la religione possono tollerarsi sempre di più l’una con l’altra, divenire sempre meno scettiche.   103:7.6 (1138.4) Logic is the technique of philosophy, its method of expression. Within the domain of true science, reason is always amenable to genuine logic; within the domain of true religion, faith is always logical from the basis of an inner viewpoint, even though such faith may appear to be quite unfounded from the inlooking viewpoint of the scientific approach. From outward, looking within, the universe may appear to be material; from within, looking out, the same universe appears to be wholly spiritual. Reason grows out of material awareness, faith out of spiritual awareness, but through the mediation of a philosophy strengthened by revelation, logic may confirm both the inward and the outward view, thereby effecting the stabilization of both science and religion. Thus, through common contact with the logic of philosophy, may both science and religion become increasingly tolerant of each other, less and less skeptical.
103:7.7 (1138.5) Quello di cui la scienza e la religione hanno bisogno nel corso del loro sviluppo è un’autocritica più approfondita e più intrepida, una maggiore coscienza dell’incompletezza del loro status evoluzionario. Gli insegnanti della scienza e della religione sono spesso troppo sicuri di sé e dogmatici. La scienza e la religione possono solo fare l’autocritica dei loro fatti. Quando esse si allontanano dallo stadio dei fatti, la ragione abdica oppure degenera rapidamente in un accordo di falsa logica.   103:7.7 (1138.5) What both developing science and religion need is more searching and fearless self-criticism, a greater awareness of incompleteness in evolutionary status. The teachers of both science and religion are often altogether too self-confident and dogmatic. Science and religion can only be self-critical of their facts. The moment departure is made from the stage of facts, reason abdicates or else rapidly degenerates into a consort of false logic.
103:7.8 (1138.6) La verità — una comprensione delle relazioni cosmiche, dei fatti universali e dei valori spirituali — si può raggiungere meglio grazie al ministero dello Spirito della Verità e si può analizzare meglio per mezzo della rivelazione. Ma la rivelazione non origina né una scienza né una religione; la sua funzione è di coordinare la scienza e la religione con la verità della realtà. In assenza della rivelazione o non riuscendo ad accettarla od a comprenderla, l’uomo mortale è sempre ricorso al suo futile tentativo della metafisica, essendo questa il solo sostituto umano alla rivelazione della verità o alla mota della personalità morontiale.   103:7.8 (1138.6) The truth—an understanding of cosmic relationships, universe facts, and spiritual values—can best be had through the ministry of the Spirit of Truth and can best be criticized by revelation. But revelation originates neither a science nor a religion; its function is to co-ordinate both science and religion with the truth of reality. Always, in the absence of revelation or in the failure to accept or grasp it, has mortal man resorted to his futile gesture of metaphysics, that being the only human substitute for the revelation of truth or for the mota of morontia personality.
103:7.9 (1139.1) La scienza del mondo materiale consente all’uomo di controllare, ed in una certa misura di dominare, il suo ambiente fisico. La religione dell’esperienza spirituale è la sorgente dell’impulso fraterno che consente agli uomini di vivere insieme nelle complessità della civiltà di un’era scientifica. La metafisica, ma più certamente la rivelazione, offrono un terreno comune d’incontro alle scoperte della scienza e della religione e rendono possibile il tentativo umano di collegare logicamente questi domini di pensiero separati ma interdipendenti in una filosofia ben equilibrata di stabilità scientifica e di certezza religiosa.   103:7.9 (1139.1) The science of the material world enables man to control, and to some extent dominate, his physical environment. The religion of the spiritual experience is the source of the fraternity impulse which enables men to live together in the complexities of the civilization of a scientific age. Metaphysics, but more certainly revelation, affords a common meeting ground for the discoveries of both science and religion and makes possible the human attempt logically to correlate these separate but interdependent domains of thought into a well-balanced philosophy of scientific stability and religious certainty.
103:7.10 (1139.2) Nello stato mortale niente può essere provato in modo assoluto; la scienza e la religione sono entrambe fondate su delle ipotesi. Sul livello morontiale i postulati della scienza e della religione sono suscettibili di essere parzialmente provati dalla logica della mota. Sul livello spirituale di status massimo la necessità di una prova finita svanisce gradualmente di fronte all’esperienza effettiva della realtà e con la realtà; ma anche allora c’è molto oltre il finito che resta non provato.   103:7.10 (1139.2) In the mortal state, nothing can be absolutely proved; both science and religion are predicated on assumptions. On the morontia level, the postulates of both science and religion are capable of partial proof by mota logic. On the spiritual level of maximum status, the need for finite proof gradually vanishes before the actual experience of and with reality; but even then there is much beyond the finite that remains unproved.
103:7.11 (1139.3) Tutte le divisioni del pensiero umano sono basate su certe ipotesi che, sebbene non provate, sono accettate dalla sensibilità alla realtà costitutiva della dotazione mentale dell’uomo. La scienza inizia la sua vantata carriera di ragionamento presumendo la realtà di tre cose: la materia, il movimento e la vita. La religione inizia con l’ipotesi della validità di tre cose: la mente, lo spirito e l’universo — l’Essere Supremo.   103:7.11 (1139.3) All divisions of human thought are predicated on certain assumptions which are accepted, though unproved, by the constitutive reality sensitivity of the mind endowment of man. Science starts out on its vaunted career of reasoning by assuming the reality of three things: matter, motion, and life. Religion starts out with the assumption of the validity of three things: mind, spirit, and the universe—the Supreme Being.
103:7.12 (1139.4) La scienza diventa il dominio di pensiero della matematica, dell’energia e della materia del tempo nello spazio. La religione pretende di occuparsi non solo dello spirito finito e temporale, ma anche dello spirito dell’eternità e della supremazia. Soltanto mediante una lunga esperienza nella mota questi due estremi della percezione dell’universo possono essere portati a fornire interpretazioni analoghe delle origini, delle funzioni, delle relazioni, delle realtà e dei destini. La massima armonizzazione della divergenza tra l’energia e lo spirito risiede nella messa in circuito dei Sette Spiriti Maestri; la sua prima unificazione nella Deità del Supremo, la sua unità della finalità nell’infinità della Prima Sorgente e Centro, l’IO SONO.   103:7.12 (1139.4) Science becomes the thought domain of mathematics, of the energy and material of time in space. Religion assumes to deal not only with finite and temporal spirit but also with the spirit of eternity and supremacy. Only through a long experience in mota can these two extremes of universe perception be made to yield analogous interpretations of origins, functions, relations, realities, and destinies. The maximum harmonization of the energy-spirit divergence is in the encircuitment of the Seven Master Spirits; the first unification thereof, in the Deity of the Supreme; the finality unity thereof, in the infinity of the First Source and Center, the I AM.
103:7.13 (1139.5) La ragione è l’atto di riconoscere le conclusioni della coscienza riguardo all’esperienza nel mondo fisico dell’energia e della materia e con esso. La fede è l’atto di riconoscere la validità della coscienza spirituale — qualcosa che non richiede altra prova mortale. La logica è la progressione sintetica di ricerca della verità dell’unione della fede e della ragione ed è basata sulle facoltà mentali costitutive degli esseri mortali, il riconoscimento innato delle cose, dei significati e dei valori.   103:7.13 (1139.5) Reason is the act of recognizing the conclusions of consciousness with regard to the experience in and with the physical world of energy and matter. Faith is the act of recognizing the validity of spiritual consciousness—something which is incapable of other mortal proof. Logic is the synthetic truth-seeking progression of the unity of faith and reason and is founded on the constitutive mind endowments of mortal beings, the innate recognition of things, meanings, and values.
103:7.14 (1139.6) C’è una prova effettiva della realtà spirituale nella presenza dell’Aggiustatore di Pensiero; tuttavia la validità di questa presenza non è dimostrabile al mondo esterno, ma solo a colui che fa l’esperienza del Dio interiore. La coscienza di avere un Aggiustatore è basata sulla ricezione intellettuale della verità, sulla percezione supermentale della bontà e sull’impulso della personalità ad amare.   103:7.14 (1139.6) There is a real proof of spiritual reality in the presence of the Thought Adjuster, but the validity of this presence is not demonstrable to the external world, only to the one who thus experiences the indwelling of God. The consciousness of the Adjuster is based on the intellectual reception of truth, the supermind perception of goodness, and the personality motivation to love.
103:7.15 (1139.7) La scienza scopre il mondo materiale, la religione lo valuta e la filosofia tenta d’interpretare i suoi significati coordinando il punto di vista materiale scientifico con il concetto spirituale religioso. Ma la storia è un regno in cui la scienza e la religione non potranno mai essere pienamente d’accordo.   103:7.15 (1139.7) Science discovers the material world, religion evaluates it, and philosophy endeavors to interpret its meanings while co-ordinating the scientific material viewpoint with the religious spiritual concept. But history is a realm in which science and religion may never fully agree.
8. La filosofia e la religione ^top   8. Philosophy and Religion ^top
103:8.1 (1140.1) Benché la scienza e la filosofia possano entrambe ammettere la probabilità di Dio per mezzo della loro ragione e della loro logica, solo l’esperienza religiosa personale di un uomo guidato dallo spirito può affermare la certezza di una tale Deità suprema e personale. Mediante la tecnica di una tale incarnazione della verità vivente l’ipotesi filosofica della probabilità di Dio diviene una realtà religiosa.   103:8.1 (1140.1) Although both science and philosophy may assume the probability of God by their reason and logic, only the personal religious experience of a spirit-led man can affirm the certainty of such a supreme and personal Deity. By the technique of such an incarnation of living truth the philosophic hypothesis of the probability of God becomes a religious reality.
103:8.2 (1140.2) La confusione sull’esperienza della certezza di Dio risulta dalle interpretazioni e dalle relazioni dissimili di questa esperienza da parte dei singoli individui e delle differenti razze di uomini. L’esperienza di Dio può essere interamente valida, ma il discorso su Dio, essendo intellettuale e filosofico, è divergente e spesse volte fallace in modo sconcertante.   103:8.2 (1140.2) The confusion about the experience of the certainty of God arises out of the dissimilar interpretations and relations of that experience by separate individuals and by different races of men. The experiencing of God may be wholly valid, but the discourse about God, being intellectual and philosophical, is divergent and oftentimes confusingly fallacious.
103:8.3 (1140.3) Un uomo buono e nobile può essere perfettamente innamorato di sua moglie, ma totalmente incapace di passare in maniera soddisfacente un esame scritto sulla psicologia dell’amore coniugale. Un altro uomo, che ama poco o per nulla la sua sposa, può passare un tale esame in modo molto accettabile. L’imperfezione della visione di colui che ama riguardo alla vera natura dell’oggetto amato non invalida in alcun modo la realtà o la sincerità del suo amore.   103:8.3 (1140.3) A good and noble man may be consummately in love with his wife but utterly unable to pass a satisfactory written examination on the psychology of marital love. Another man, having little or no love for his spouse, might pass such an examination most acceptably. The imperfection of the lover’s insight into the true nature of the beloved does not in the least invalidate either the reality or sincerity of his love.
103:8.4 (1140.4) Se voi credete veramente in Dio — se lo conoscete e lo amate per mezzo della fede — non permettete che la realtà di una tale esperienza venga in qualche modo sminuita o screditata dalle insinuazioni dubbiose della scienza, dai cavilli della logica, dai postulati della filosofia o dalle abili suggestioni di anime bene intenzionate che vorrebbero creare una religione senza Dio.   103:8.4 (1140.4) If you truly believe in God—by faith know him and love him—do not permit the reality of such an experience to be in any way lessened or detracted from by the doubting insinuations of science, the caviling of logic, the postulates of philosophy, or the clever suggestions of well-meaning souls who would create a religion without God.
103:8.5 (1140.5) La certezza della persona religiosa che conosce Dio non dovrebbe essere turbata dall’incertezza del materialista che dubita; piuttosto l’incertezza del non credente dovrebbe essere potentemente sfidata dalla fede profonda e dalla certezza incrollabile del credente esperienziale.   103:8.5 (1140.5) The certainty of the God-knowing religionist should not be disturbed by the uncertainty of the doubting materialist; rather should the uncertainty of the unbeliever be mightily challenged by the profound faith and unshakable certainty of the experiential believer.
103:8.6 (1140.6) La filosofia, per rendere il massimo servizio alla scienza e alla religione, dovrebbe evitare i due estremi del materialismo e del panteismo. Solo una filosofia che riconosce la realtà della personalità — la permanenza in presenza del cambiamento — può avere un valore morale per l’uomo, può servire da collegamento tra le teorie della scienza materiale e quelle della religione spirituale. La rivelazione è una compensazione delle carenze della filosofia in evoluzione.   103:8.6 (1140.6) Philosophy, to be of the greatest service to both science and religion, should avoid the extremes of both materialism and pantheism. Only a philosophy which recognizes the reality of personality—permanence in the presence of change—can be of moral value to man, can serve as a liaison between the theories of material science and spiritual religion. Revelation is a compensation for the frailties of evolving philosophy.
9. L’essenza della religione ^top   9. The Essence of Religion ^top
103:9.1 (1140.7) La teologia si occupa del contenuto intellettuale della religione, la metafisica (la rivelazione) s’interessa dei suoi aspetti filosofici. L’esperienza religiosa è il contenuto spirituale della religione. Nonostante le fantasie mitologiche e le illusioni psicologiche del contenuto intellettuale della religione, nonostante le ipotesi errate della metafisica e le tecniche di autoillusione, nonostante le distorsioni politiche ed i pervertimenti socioeconomici del contenuto filosofico della religione, l’esperienza spirituale della religione personale rimane autentica e valida.   103:9.1 (1140.7) Theology deals with the intellectual content of religion, metaphysics (revelation) with the philosophic aspects. Religious experience is the spiritual content of religion. Notwithstanding the mythologic vagaries and the psychologic illusions of the intellectual content of religion, the metaphysical assumptions of error and the techniques of self-deception, the political distortions and the socioeconomic perversions of the philosophic content of religion, the spiritual experience of personal religion remains genuine and valid.
103:9.2 (1140.8) La religione ha a che fare con il sentire, l’agire ed il vivere, non solamente con il pensare. Il pensare è più strettamente collegato alla vita materiale e dovrebbe essere principalmente, ma non completamente, dominato dalla ragione e dai fatti della scienza e, nelle sue estensioni non materiali verso i regni dello spirito, dalla verità. Indipendentemente da quanto illusoria ed erronea sia la propria teologia, la propria religione può essere del tutto autentica ed eternamente vera.   103:9.2 (1140.8) Religion has to do with feeling, acting, and living, not merely with thinking. Thinking is more closely related to the material life and should be in the main, but not altogether, dominated by reason and the facts of science and, in its nonmaterial reaches toward the spirit realms, by truth. No matter how illusory and erroneous one’s theology, one’s religion may be wholly genuine and everlastingly true.
103:9.3 (1141.1) Il Buddismo, nella sua forma originale, è una delle migliori religioni senza Dio che siano apparse in tutta la storia evoluzionaria di Urantia, benché questa fede non sia rimasta senza Dio nel corso del suo sviluppo. Una religione senza fede è una contraddizione; senza Dio è un’incongruenza filosofica e un’assurdità intellettuale.   103:9.3 (1141.1) Buddhism in its original form is one of the best religions without a God which has arisen throughout all the evolutionary history of Urantia, although, as this faith developed, it did not remain godless. Religion without faith is a contradiction; without God, a philosophic inconsistency and an intellectual absurdity.
103:9.4 (1141.2) L’origine magica e mitologica della religione naturale non invalida la realtà e la verità delle religioni successive di rivelazione ed il perfetto vangelo salvifico della religione di Gesù. La vita e gli insegnamenti di Gesù hanno definitivamente spogliato la religione delle superstizioni della magia, delle illusioni della mitologia e della schiavitù del dogmatismo tradizionale. Ma questa magia e questa mitologia primitive hanno preparato molto efficacemente la via ad una religione successiva e superiore ammettendo l’esistenza e la realtà dei valori e degli esseri supermateriali.   103:9.4 (1141.2) The magical and mythological parentage of natural religion does not invalidate the reality and truth of the later revelational religions and the consummate saving gospel of the religion of Jesus. Jesus’ life and teachings finally divested religion of the superstitions of magic, the illusions of mythology, and the bondage of traditional dogmatism. But this early magic and mythology very effectively prepared the way for later and superior religion by assuming the existence and reality of supermaterial values and beings.
103:9.5 (1141.3) Sebbene l’esperienza religiosa sia un fenomeno soggettivo puramente spirituale, tale esperienza ingloba un atteggiamento di fede positiva e vivente verso i regni più elevati della realtà oggettiva universale. L’ideale della filosofia religiosa è una fede-fiducia capace di portare l’uomo a dipendere senza riserve dall’amore assoluto del Padre infinito dell’universo degli universi. Questa esperienza religiosa autentica trascende di gran lunga l’oggettivazione filosofica del desiderio idealistico; essa considera effettivamente la salvezza come acquisita e si preoccupa unicamente d’imparare a fare la volontà del Padre del Paradiso. I segni distintivi di una tale religione sono: la fede in una Deità suprema, la speranza di una sopravvivenza eterna e l’amore, specialmente per il prossimo.   103:9.5 (1141.3) Although religious experience is a purely spiritual subjective phenomenon, such an experience embraces a positive and living faith attitude toward the highest realms of universe objective reality. The ideal of religious philosophy is such a faith-trust as would lead man unqualifiedly to depend upon the absolute love of the infinite Father of the universe of universes. Such a genuine religious experience far transcends the philosophic objectification of idealistic desire; it actually takes salvation for granted and concerns itself only with learning and doing the will of the Father in Paradise. The earmarks of such a religion are: faith in a supreme Deity, hope of eternal survival, and love, especially of one’s fellows.
103:9.6 (1141.4) Quando la teologia domina la religione, la religione muore; diventa una dottrina invece che una vita. La missione della teologia è semplicemente quella di facilitare l’autocoscienza dell’esperienza spirituale personale. La teologia costituisce lo sforzo religioso per definire, chiarire, esporre e giustificare le richieste esperienziali della religione che, in ultima analisi, possono essere convalidate solo da una fede vivente. Nella filosofia superiore dell’universo la saggezza, come la ragione, si alleano alla fede. La ragione, la saggezza e la fede sono le realizzazioni più elevate dell’uomo. La ragione introduce l’uomo nel mondo dei fatti, delle cose; la saggezza lo introduce in un mondo di verità, di relazioni; la fede lo inizia ad un mondo di divinità, di esperienza spirituale.   103:9.6 (1141.4) When theology masters religion, religion dies; it becomes a doctrine instead of a life. The mission of theology is merely to facilitate the self-consciousness of personal spiritual experience. Theology constitutes the religious effort to define, clarify, expound, and justify the experiential claims of religion, which, in the last analysis, can be validated only by living faith. In the higher philosophy of the universe, wisdom, like reason, becomes allied to faith. Reason, wisdom, and faith are man’s highest human attainments. Reason introduces man to the world of facts, to things; wisdom introduces him to a world of truth, to relationships; faith initiates him into a world of divinity, spiritual experience.
103:9.7 (1141.5) La fede porta molto volentieri la ragione quanto più lontano possibile, e poi prosegue il suo cammino con la saggezza fino al completo limite filosofico; poi osa lanciarsi nel viaggio illimitato ed interminabile nell’universo in sola compagnia della verità.   103:9.7 (1141.5) Faith most willingly carries reason along as far as reason can go and then goes on with wisdom to the full philosophic limit; and then it dares to launch out upon the limitless and never-ending universe journey in the sole company of truth.
103:9.8 (1141.6) La scienza (la conoscenza) è fondata sull’ipotesi inerente (lo spirito aiutante) che la ragione è valida, che l’universo può essere compreso. La filosofia (la comprensione coordinata) è fondata sull’ipotesi inerente (lo spirito della saggezza) che la saggezza è valida, che l’universo materiale può essere coordinato con quello spirituale. La religione (la verità dell’esperienza spirituale personale) è basata sull’ipotesi inerente (l’Aggiustatore di Pensiero) che la fede è valida, che Dio può essere conosciuto e raggiunto.   103:9.8 (1141.6) Science (knowledge) is founded on the inherent (adjutant spirit) assumption that reason is valid, that the universe can be comprehended. Philosophy (co-ordinate comprehension) is founded on the inherent (spirit of wisdom) assumption that wisdom is valid, that the material universe can be co-ordinated with the spiritual. Religion (the truth of personal spiritual experience) is founded on the inherent (Thought Adjuster) assumption that faith is valid, that God can be known and attained.
103:9.9 (1141.7) La piena realizzazione della realtà della vita umana consiste in una progressiva propensione a credere in queste ipotesi della ragione, della saggezza e della fede. Una tale vita è motivata dalla verità e dominata dall’amore; e questi sono gli ideali della realtà cosmica oggettiva la cui esistenza non può essere dimostrata materialmente.   103:9.9 (1141.7) The full realization of the reality of mortal life consists in a progressive willingness to believe these assumptions of reason, wisdom, and faith. Such a life is one motivated by truth and dominated by love; and these are the ideals of objective cosmic reality whose existence cannot be materially demonstrated.
103:9.10 (1142.1) Quando la ragione riconosce il vero ed il falso mostra saggezza; quando la saggezza sceglie tra il vero ed il falso, tra la verità e l’errore, dimostra una guida spirituale. In questo modo le funzioni della mente, dell’anima e dello spirito sono sempre strettamente collegate e funzionalmente interassociate. La ragione si occupa della conoscenza oggettiva; la saggezza si occupa della filosofia e della rivelazione; la fede si occupa dell’esperienza spirituale vivente. Per mezzo della verità l’uomo raggiunge la bellezza e per mezzo dell’amore spirituale si eleva alla bontà.   103:9.10 (1142.1) When reason once recognizes right and wrong, it exhibits wisdom; when wisdom chooses between right and wrong, truth and error, it demonstrates spirit leading. And thus are the functions of mind, soul, and spirit ever closely united and functionally interassociated. Reason deals with factual knowledge; wisdom, with philosophy and revelation; faith, with living spiritual experience. Through truth man attains beauty and by spiritual love ascends to goodness.
103:9.11 (1142.2) La fede porta a conoscere Dio e non semplicemente ad un sentimento mistico della presenza divina. La fede non deve essere eccessivamente influenzata dalle sue conseguenze emotive. La vera religione è un’esperienza di credenza e di conoscenza, così come una soddisfazione dei sentimenti.   103:9.11 (1142.2) Faith leads to knowing God, not merely to a mystical feeling of the divine presence. Faith must not be overmuch influenced by its emotional consequences. True religion is an experience of believing and knowing as well as a satisfaction of feeling.
103:9.12 (1142.3) C’è una realtà nell’esperienza religiosa che è proporzionale al suo contenuto spirituale e questa realtà trascende la ragione, la scienza, la filosofia, la saggezza e tutti gli altri compimenti umani. Le convinzioni di una tale esperienza sono inoppugnabili; la logica della vita religiosa è incontrovertibile; la certezza di questa conoscenza è superumana; le soddisfazioni sono splendidamente divine, il coraggio è indomabile, le devozioni sono assolute, le fedeltà supreme ed i destini sono finali — eterni, ultimi ed universali.   103:9.12 (1142.3) There is a reality in religious experience that is proportional to the spiritual content, and such a reality is transcendent to reason, science, philosophy, wisdom, and all other human achievements. The convictions of such an experience are unassailable; the logic of religious living is incontrovertible; the certainty of such knowledge is superhuman; the satisfactions are superbly divine, the courage indomitable, the devotions unquestioning, the loyalties supreme, and the destinies final—eternal, ultimate, and universal.
103:9.13 (1142.4) [Presentato da un Melchizedek di Nebadon.]   103:9.13 (1142.4) [Presented by a Melchizedek of Nebadon.]