Fascicolo 130   Paper 130
In viaggio per Roma   On the Way to Rome
130:0.1 (1427.1) IL GIRO del mondo romano assorbì la maggior parte del ventottesimo anno e tutto il ventinovesimo anno della vita terrena di Gesù. Gesù e i due nativi dell’India — Gonod e suo figlio Ganid — lasciarono Gerusalemme domenica mattina, 26 aprile, dell’anno 22 d.C. Essi compirono il loro viaggio secondo il programma previsto, e Gesù diede l’addio al padre e al figlio nella città di Charax sul Golfo Persico il 10 dicembre dell’anno seguente, 23 d.C.   130:0.1 (1427.1) THE tour of the Roman world consumed most of the twenty-eighth and the entire twenty-ninth year of Jesus’ life on earth. Jesus and the two natives from India—Gonod and his son Ganid—left Jerusalem on a Sunday morning, April 26, a.d. 22. They made their journey according to schedule, and Jesus said good-bye to the father and son in the city of Charax on the Persian Gulf on the tenth day of December the following year, a.d. 23.
130:0.2 (1427.2) Da Gerusalemme essi andarono a Cesarea passando per Giaffa. A Cesarea presero un battello per Alessandria. Da Alessandria salparono per Lasea a Creta. Da Creta fecero vela per Cartagine, con scalo a Cirene. A Cartagine presero un battello per Napoli, fermandosi a Malta, a Siracusa e a Messina. Da Napoli andarono a Capua, da dove viaggiarono per la Via Appia fino a Roma.   130:0.2 (1427.2) From Jerusalem they went to Caesarea by way of Joppa. At Caesarea they took a boat for Alexandria. From Alexandria they sailed for Lasea in Crete. From Crete they sailed for Carthage, touching at Cyrene. At Carthage they took a boat for Naples, stopping at Malta, Syracuse, and Messina. From Naples they went to Capua, whence they traveled by the Appian Way to Rome.
130:0.3 (1427.3) Dopo il loro soggiorno a Roma essi si recarono per via di terra a Taranto, dove presero il mare per Atene in Grecia, fermandosi a Nicopoli e a Corinto. Da Atene andarono ad Efeso per la strada della Troade. Da Efeso fecero vela per Cipro, facendo scalo a Rodi. Trascorsero molto tempo a visitare Cipro ed a riposarvi, e poi s’imbarcarono per Antiochia in Siria. Da Antiochia viaggiarono verso sud fino a Sidone e poi andarono a Damasco. Da là proseguirono per carovana fino in Mesopotamia, passando per Tapsaco e Larissa. Soggiornarono per qualche tempo a Babilonia, visitarono Ur ed altri luoghi, e andarono poi a Susa. Da Susa si recarono a Charax, da dove Gonod e Ganid s’imbarcarono per l’India.   130:0.3 (1427.3) After their stay in Rome they went overland to Tarentum, where they set sail for Athens in Greece, stopping at Nicopolis and Corinth. From Athens they went to Ephesus by way of Troas. From Ephesus they sailed for Cyprus, putting in at Rhodes on the way. They spent considerable time visiting and resting on Cyprus and then sailed for Antioch in Syria. From Antioch they journeyed south to Sidon and then went over to Damascus. From there they traveled by caravan to Mesopotamia, passing through Thapsacus and Larissa. They spent some time in Babylon, visited Ur and other places, and then went to Susa. From Susa they journeyed to Charax, from which place Gonod and Ganid embarked for India.
130:0.4 (1427.4) Fu nel corso dei quattro mesi di lavoro a Damasco che Gesù aveva appreso i rudimenti della lingua parlata da Gonod e Ganid. Mentre era là egli aveva lavorato per molto tempo a traduzioni dal greco in una delle lingue dell’India, con l’assistenza di un nativo della regione di provenienza di Gonod.   130:0.4 (1427.4) It was while working four months at Damascus that Jesus had picked up the rudiments of the language spoken by Gonod and Ganid. While there he had labored much of the time on translations from Greek into one of the languages of India, being assisted by a native of Gonod’s home district.
130:0.5 (1427.5) Durante questo giro attorno al Mediterraneo, Gesù dedicò circa la metà di ogni giorno ad istruire Ganid e a servire da interprete a Gonod nei suoi incontri d’affari e nei suoi contatti sociali. Il resto di ogni giorno, che era a sua disposizione, egli lo dedicava a stabilire quegli stretti contatti personali con i suoi simili, quelle intime associazioni con i mortali del regno che caratterizzarono tanto le sue attività durante questi anni immediatamente precedenti il suo ministero pubblico.   130:0.5 (1427.5) On this Mediterranean tour Jesus spent about half of each day teaching Ganid and acting as interpreter during Gonod’s business conferences and social contacts. The remainder of each day, which was at his disposal, he devoted to making those close personal contacts with his fellow men, those intimate associations with the mortals of the realm, which so characterized his activities during these years that just preceded his public ministry.
130:0.6 (1427.6) Grazie all’osservazione di prima mano ed al contatto reale, Gesù fece conoscenza con la civiltà materiale ed intellettuale superiore dell’Occidente e del Levante. Da Gonod e dal suo brillante figlio egli apprese molto sulla civiltà e la cultura dell’India e della Cina, perché Gonod, cittadino dell’India, aveva fatto tre grandi viaggi nell’impero della razza gialla.   130:0.6 (1427.6) From firsthand observation and actual contact Jesus acquainted himself with the higher material and intellectual civilization of the Occident and the Levant; from Gonod and his brilliant son he learned a great deal about the civilization and culture of India and China, for Gonod, himself a citizen of India, had made three extensive trips to the empire of the yellow race.
130:0.7 (1427.7) Ganid, il giovane uomo, imparò molto da Gesù durante questa lunga e stretta associazione. Essi svilupparono un grande affetto l’uno per l’altro, ed il padre del giovane tentò molte volte di persuadere Gesù a ritornare con loro in India, ma Gesù rifiutò sempre, sostenendo la necessità di ritornare dalla sua famiglia in Palestina.   130:0.7 (1427.7) Ganid, the young man, learned much from Jesus during this long and intimate association. They developed a great affection for each other, and the lad’s father many times tried to persuade Jesus to return with them to India, but Jesus always declined, pleading the necessity for returning to his family in Palestine.
1. A giaffa — discorsi su Giona ^top   1. At Joppa—Discourse on Jonah ^top
130:1.1 (1428.1) Durante il loro soggiorno a Giaffa, Gesù incontrò Gadia, un interprete filisteo che lavorava per un conciatore di pelli di nome Simone. Gli agenti di Gonod in Mesopotamia avevano trattato molti affari con questo Simone; così Gonod e suo figlio desideravano fargli visita mentre andavano a Cesarea. Durante la sosta a Giaffa, Gesù e Gadia divennero buoni amici. Questo giovane Filisteo era un cercatore di verità. Gesù era un apportatore di verità; egli era la verità per quella generazione su Urantia. Quando un grande cercatore di verità ed un grande apportatore di verità s’incontrano, il risultato è una grande illuminazione rivelatrice nata dall’esperienza della nuova verità.   130:1.1 (1428.1) During their stay in Joppa, Jesus met Gadiah, a Philistine interpreter who worked for one Simon a tanner. Gonod’s agents in Mesopotamia had transacted much business with this Simon; so Gonod and his son desired to pay him a visit on their way to Caesarea. While they tarried at Joppa, Jesus and Gadiah became warm friends. This young Philistine was a truth seeker. Jesus was a truth giver; he was the truth for that generation on Urantia. When a great truth seeker and a great truth giver meet, the result is a great and liberating enlightenment born of the experience of new truth.
130:1.2 (1428.2) Un giorno, dopo il pasto della sera, Gesù ed il giovane Filisteo passeggiavano in riva al mare, e Gadia, non sapendo che questo “Scriba di Damasco” fosse così ben versato nelle tradizioni ebraiche, mostrò a Gesù il luogo dal quale si riteneva che Giona si fosse imbarcato per il suo fatale viaggio a Tarsis. Quando ebbe terminato le sue osservazioni, egli pose a Gesù questa domanda: “Ma credi tu che il grosso pesce abbia veramente inghiottito Giona?” Gesù percepì che la vita di questo giovane era stata enormemente influenzata da questa tradizione e che le sue riflessioni avevano impresso in lui la follia di tentare di sfuggire al suo dovere; di conseguenza Gesù non disse nulla che potesse distruggere bruscamente i fondamenti della motivazione presente di Gadia per la vita pratica. In risposta a questa domanda Gesù disse: “Amico mio, noi siamo tutti dei Giona con una vita da vivere in accordo con la volontà di Dio, ed ogni volta che cerchiamo di sfuggire al dovere presente della vita per correre verso allettamenti lontani, ci poniamo con ciò sotto il controllo immediato di quelle influenze che non sono dirette dai poteri della verità e dalle forze della rettitudine. Fuggire dal proprio dovere è sacrificare la verità. Fuggire dal servizio della luce e della vita può solo portare a quei conflitti angosciosi con i terribili giganti dell’egoismo che conducono alla fine alle tenebre e alla morte, a meno che questi Giona che hanno abbandonato Dio non vogliano rivolgere il loro cuore, anche al colmo della disperazione, alla ricerca di Dio e della sua bontà. E quando queste anime disperate cercano sinceramente Dio — hanno fame di verità e sete di rettitudine — non c’è niente che possa tenerle ancora imprigionate. Per quanto profondi siano gli abissi in cui possono essere caduti, quando essi cercano la luce con tutto il loro cuore, lo spirito del Signore Dio del cielo li libererà dalla loro prigionia; le circostanze negative della vita li spingeranno sulla terraferma di nuove occasioni per un servizio rinnovato ed una vita più saggia.”   130:1.2 (1428.2) One day after the evening meal Jesus and the young Philistine strolled down by the sea, and Gadiah, not knowing that this “scribe of Damascus” was so well versed in the Hebrew traditions, pointed out to Jesus the ship landing from which it was reputed that Jonah had embarked on his ill-fated voyage to Tarshish. And when he had concluded his remarks, he asked Jesus this question: “But do you suppose the big fish really did swallow Jonah?” Jesus perceived that this young man’s life had been tremendously influenced by this tradition, and that its contemplation had impressed upon him the folly of trying to run away from duty; Jesus therefore said nothing that would suddenly destroy the foundations of Gadiah’s present motivation for practical living. In answering this question, Jesus said: “My friend, we are all Jonahs with lives to live in accordance with the will of God, and at all times when we seek to escape the present duty of living by running away to far-off enticements, we thereby put ourselves in the immediate control of those influences which are not directed by the powers of truth and the forces of righteousness. The flight from duty is the sacrifice of truth. The escape from the service of light and life can only result in those distressing conflicts with the difficult whales of selfishness which lead eventually to darkness and death unless such God-forsaking Jonahs shall turn their hearts, even when in the very depths of despair, to seek after God and his goodness. And when such disheartened souls sincerely seek for God—hunger for truth and thirst for righteousness—there is nothing that can hold them in further captivity. No matter into what great depths they may have fallen, when they seek the light with a whole heart, the spirit of the Lord God of heaven will deliver them from their captivity; the evil circumstances of life will spew them out upon the dry land of fresh opportunities for renewed service and wiser living.”
130:1.3 (1428.3) Gadia fu fortemente scosso dall’insegnamento di Gesù. Essi conversarono fino a notte inoltrata in riva al mare, e prima di rientrare ai loro alloggi pregarono insieme l’uno per l’altro. Questo era lo stesso Gadia che ascoltò la predicazione successiva di Pietro, divenne un profondo credente in Gesù di Nazaret, ed ebbe una sera una memorabile discussione con Pietro a casa di Dorcas. E Gadia contribuì molto alla decisione finale di Simone, il ricco mercante di pelli, di abbracciare il Cristianesimo.   130:1.3 (1428.3) Gadiah was mightily moved by Jesus’ teaching, and they talked long into the night by the seaside, and before they went to their lodgings, they prayed together and for each other. This was the same Gadiah who listened to the later preaching of Peter, became a profound believer in Jesus of Nazareth, and held a memorable argument with Peter one evening at the home of Dorcas. And Gadiah had very much to do with the final decision of Simon, the wealthy leather merchant, to embrace Christianity.
130:1.4 (1428.4) (In questa narrazione del lavoro personale di Gesù con i suoi simili mortali durante questo giro del Mediterraneo, in conformità all’autorizzazione ricevuta noi tradurremo liberamente le sue parole nella terminologia moderna correntemente impiegata su Urantia al momento di questa presentazione.)   130:1.4 (1428.4) (In this narrative of the personal work of Jesus with his fellow mortals on this tour of the Mediterranean, we shall, in accordance with our permission, freely translate his words into modern phraseology current on Urantia at the time of this presentation.)
130:1.5 (1429.1) L’ultimo incontro di Gesù con Gadia li portò a discutere sul bene e sul male. Questo giovane Filisteo era molto turbato da un sentimento d’ingiustizia dovuto alla presenza del male nel mondo a fianco del bene. Egli disse: “Come può Dio, se è infinitamente buono, permettere che noi soffriamo le pene del male; dopotutto, chi crea il male?” In quest’epoca molta gente credeva ancora che Dio creasse sia il bene che il male, ma Gesù non insegnò mai un tale errore. In risposta a questa domanda Gesù disse: “Fratello mio, Dio è amore; perciò deve essere buono, e la sua bontà è così grande e reale che non può contenere le cose meschine ed irreali del male. Dio è così positivamente buono che non c’è assolutamente posto in lui per il male negativo. Il male è la scelta immatura ed il passo falso irriflessivo di coloro che resistono alla bontà, che respingono la bellezza e che tradiscono la verità. Il male è solo il cattivo adattamento dell’immaturità o l’influenza disgregante e deformante dell’ignoranza. Il male è l’inevitabile oscurità che segue da vicino l’incauto rifiuto della luce. Il male è ciò che è oscuro e falso e che, quando è coscientemente abbracciato e volontariamente approvato, diviene peccato.   130:1.5 (1429.1) Jesus’ last visit with Gadiah had to do with a discussion of good and evil. This young Philistine was much troubled by a feeling of injustice because of the presence of evil in the world alongside the good. He said: “How can God, if he is infinitely good, permit us to suffer the sorrows of evil; after all, who creates evil?” It was still believed by many in those days that God creates both good and evil, but Jesus never taught such error. In answering this question, Jesus said: “My brother, God is love; therefore he must be good, and his goodness is so great and real that it cannot contain the small and unreal things of evil. God is so positively good that there is absolutely no place in him for negative evil. Evil is the immature choosing and the unthinking misstep of those who are resistant to goodness, rejectful of beauty, and disloyal to truth. Evil is only the misadaptation of immaturity or the disruptive and distorting influence of ignorance. Evil is the inevitable darkness which follows upon the heels of the unwise rejection of light. Evil is that which is dark and untrue, and which, when consciously embraced and willfully endorsed, becomes sin.
130:1.6 (1429.2) “Tuo Padre che è nei cieli, dotandoti del potere di scegliere tra la verità e l’errore, ha creato il potenziale negativo della via positiva della luce e della vita; ma questi errori del male sono in realtà inesistenti fino a quando una creatura intelligente non decreta la loro esistenza con l’errata scelta del suo modo di vivere. E questi mali sono poi elevati a peccato dalla scelta cosciente e deliberata di una tale creatura ostinata e ribelle. Per questo nostro Padre celeste permette al bene ed al male di procedere insieme sino alla fine della vita, allo stesso modo che la natura permette al grano e alla zizzania di crescere fianco a fianco sino alla mietitura.” Gadia fu pienamente soddisfatto della risposta di Gesù alla sua domanda dopo che la loro discussione successiva ebbe chiarito alla sua mente il significato reale di queste importanti affermazioni.   130:1.6 (1429.2) “Your Father in heaven, by endowing you with the power to choose between truth and error, created the potential negative of the positive way of light and life; but such errors of evil are really nonexistent until such a time as an intelligent creature wills their existence by mischoosing the way of life. And then are such evils later exalted into sin by the knowing and deliberate choice of such a willful and rebellious creature. This is why our Father in heaven permits the good and the evil to go along together until the end of life, just as nature allows the wheat and the tares to grow side by side until the harvest.” Gadiah was fully satisfied with Jesus’ answer to his question after their subsequent discussion had made clear to his mind the real meaning of these momentous statements.
2. A Cesarea ^top   2. At Caesarea ^top
130:2.1 (1429.3) Gesù ed i suoi amici si fermarono a Cesarea oltre il tempo previsto perché si scoprì che uno degli enormi remi-timone del vascello sul quale intendevano imbarcarsi minacciava di rompersi. Il capitano decise di restare in porto mentre ne veniva preparato uno nuovo. C’era penuria di carpentieri esperti per questo lavoro, così Gesù offrì spontaneamente il suo aiuto. Di sera Gesù ed i suoi amici gironzolavano lungo i bei muraglioni che servivano da passeggiata attorno al porto. Ganid s’interessò molto alla spiegazione di Gesù sul sistema idrico della città e sulla tecnica con la quale le maree erano utilizzate per pulire le strade e le fognature della città. Questo giovane Indiano fu molto impressionato dal tempio di Augusto situato su un’altura e sormontato da una colossale statua dell’imperatore romano. Il secondo pomeriggio del loro soggiorno assisterono tutti e tre ad uno spettacolo nell’enorme anfiteatro che poteva contenere ventimila persone sedute, e la stessa sera si recarono a teatro per assistere ad una rappresentazione greca. Questi erano i primi spettacoli di tal genere ai quali Ganid avesse mai assistito, e pose a Gesù numerose domande al loro riguardo. Al mattino del terzo giorno essi fecero una visita ufficiale al palazzo del governatore, perché Cesarea era la capitale della Palestina e la residenza del procuratore romano.   130:2.1 (1429.3) Jesus and his friends tarried in Caesarea beyond the time expected because one of the huge steering paddles of the vessel on which they intended to embark was discovered to be in danger of cleaving. The captain decided to remain in port while a new one was being made. There was a shortage of skilled woodworkers for this task, so Jesus volunteered to assist. During the evenings Jesus and his friends strolled about on the beautiful wall which served as a promenade around the port. Ganid greatly enjoyed Jesus’ explanation of the water system of the city and the technique whereby the tides were utilized to flush the city’s streets and sewers. This youth of India was much impressed with the temple of Augustus, situated upon an elevation and surmounted by a colossal statue of the Roman emperor. The second afternoon of their stay the three of them attended a performance in the enormous amphitheater which could seat twenty thousand persons, and that night they went to a Greek play at the theater. These were the first exhibitions of this sort Ganid had ever witnessed, and he asked Jesus many questions about them. On the morning of the third day they paid a formal visit to the governor’s palace, for Caesarea was the capital of Palestine and the residence of the Roman procurator.
130:2.2 (1429.4) Alla loro locanda alloggiava anche un mercante proveniente dalla Mongolia, e poiché questo abitante del lontano Oriente parlava abbastanza bene il greco, Gesù ebbe parecchie lunghe conversazioni con lui. Quest’uomo rimase molto impressionato dalla filosofia di vita di Gesù e non dimenticò mai le sue parole di saggezza concernenti “il vivere la vita celeste mentre si è sulla terra sottomet tendosi quotidianamente alla volontà del Padre celeste”. Questo mercante era taoista ed era dunque divenuto un fermo credente nella dottrina di una Deità universale. Quando ritornò in Mongolia egli cominciò ad insegnare queste verità avanzate ai suoi vicini ed ai suoi associati in affari, e queste attività ebbero come risultato diretto di far decidere suo figlio primogenito di divenire un sacerdote taoista. Questo giovane uomo esercitò una grande influenza a favore della verità superiore per tutta la sua vita, e fu seguito da un figlio e da un nipote che furono anch’essi devotamente fedeli alla dottrina del Dio unico — il Sovrano Supremo del Cielo.   130:2.2 (1429.4) At their inn there also lodged a merchant from Mongolia, and since this Far-Easterner talked Greek fairly well, Jesus had several long visits with him. This man was much impressed with Jesus’ philosophy of life and never forgot his words of wisdom regarding “the living of the heavenly life while on earth by means of daily submission to the will of the heavenly Father.” This merchant was a Taoist, and he had thereby become a strong believer in the doctrine of a universal Deity. When he returned to Mongolia, he began to teach these advanced truths to his neighbors and to his business associates, and as a direct result of such activities, his eldest son decided to become a Taoist priest. This young man exerted a great influence in behalf of advanced truth throughout his lifetime and was followed by a son and a grandson who likewise were devotedly loyal to the doctrine of the One God—the Supreme Ruler of Heaven.
130:2.3 (1430.1) Mentre il ramo orientale della Chiesa cristiana primitiva, che aveva il suo centro a Filadelfia, si attenne più fedelmente agli insegnamenti di Gesù rispetto ai confratelli di Gerusalemme, è spiacevole che non ci sia stato nessuno come Pietro per andare in Cina, o come Paolo per entrare in India, dove il terreno spirituale era allora così favorevole per piantare il seme del nuovo vangelo del regno. Questi stessi insegnamenti di Gesù, quali erano mantenuti dai fedeli di Filadelfia, avrebbero fatto altrettanto immediato ed efficace appello alle menti dei popoli asiatici spiritualmente affamati quanto ne fecero le predicazioni di Pietro e di Paolo in Occidente.   130:2.3 (1430.1) While the eastern branch of the early Christian church, having its headquarters at Philadelphia, held more faithfully to the teachings of Jesus than did the Jerusalem brethren, it was regrettable that there was no one like Peter to go into China, or like Paul to enter India, where the spiritual soil was then so favorable for planting the seed of the new gospel of the kingdom. These very teachings of Jesus, as they were held by the Philadelphians, would have made just such an immediate and effective appeal to the minds of the spiritually hungry Asiatic peoples as did the preaching of Peter and Paul in the West.
130:2.4 (1430.2) Uno dei giovani che lavoravano un giorno con Gesù al remo-timone fu attratto dalle parole che egli lasciava cadere di tanto in tanto mentre faticavano nel cantiere navale. Quando Gesù dichiarò che il Padre celeste s’interessava al benessere dei suoi figli sulla terra, questo giovane Greco di nome Anaxando disse: “Se gli Dei s’interessano a me, perché allora non tolgono il crudele ed ingiusto caposquadra di questo cantiere?” Egli rimase stupefatto quando Gesù replicò: “Poiché tu conosci le vie della bontà ed apprezzi la giustizia, forse gli Dei hanno messo vicino a te quest’uomo sviato perché tu possa guidarlo in questa via migliore. Forse tu sei il sale che deve rendere questo fratello più gradevole a tutti gli altri uomini; ciò almeno se tu non hai perso il tuo sapore. Invero quest’uomo è il tuo padrone poiché i suoi modi cattivi t’influenzano sfavorevolmente. Perché non affermare la tua padronanza sul male grazie al potere della bontà e diventare così il padrone di tutte le relazioni tra voi due? Io affermo che il bene che è in te potrebbe vincere il male che è in lui se tu gli dessi una giusta e forte occasione. Nel corso dell’esistenza mortale non c’è avventura più appassionante della gioia esaltante di divenire il vivente partner materiale dell’energia spirituale e della verità divina in una delle loro lotte trionfali contro l’errore ed il male. È un’esperienza meravigliosa e trasformatrice il diventare il canale vivente della luce spirituale per il mortale che è nelle tenebre spirituali. Se tu sei più benedetto dalla verità rispetto a quest’uomo, il suo bisogno dovrebbe esserti di sfida. Tu non sei sicuramente il codardo che può aspettare sulla riva del mare guardando morire un compagno che non sa nuotare! Quanto più valore ha l’anima di quest’uomo che si dibatte nelle tenebre rispetto al suo corpo che annega nell’acqua!”   130:2.4 (1430.2) One of the young men who worked with Jesus one day on the steering paddle became much interested in the words which he dropped from hour to hour as they toiled in the shipyard. When Jesus intimated that the Father in heaven was interested in the welfare of his children on earth, this young Greek, Anaxand, said: “If the Gods are interested in me, then why do they not remove the cruel and unjust foreman of this workshop?” He was startled when Jesus replied, “Since you know the ways of kindness and value justice, perhaps the Gods have brought this erring man near that you may lead him into this better way. Maybe you are the salt which is to make this brother more agreeable to all other men; that is, if you have not lost your savor. As it is, this man is your master in that his evil ways unfavorably influence you. Why not assert your mastery of evil by virtue of the power of goodness and thus become the master of all relations between the two of you? I predict that the good in you could overcome the evil in him if you gave it a fair and living chance. There is no adventure in the course of mortal existence more enthralling than to enjoy the exhilaration of becoming the material life partner with spiritual energy and divine truth in one of their triumphant struggles with error and evil. It is a marvelous and transforming experience to become the living channel of spiritual light to the mortal who sits in spiritual darkness. If you are more blessed with truth than is this man, his need should challenge you. Surely you are not the coward who could stand by on the seashore and watch a fellow man who could not swim perish! How much more of value is this man’s soul floundering in darkness compared to his body drowning in water!”
130:2.5 (1430.3) Anaxando fu profondamente colpito dalle parole di Gesù. Egli raccontò subito al suo superiore ciò che Gesù aveva detto e quella sera entrambi chiesero consiglio a Gesù per la salute della loro anima. E più tardi, dopo che il messaggio cristiano era stato proclamato a Cesarea, entrambi questi uomini, uno Greco e l’altro Romano, credettero alla predicazione di Filippo e divennero membri influenti della Chiesa che egli fondò. In seguito questo giovane Greco fu nominato intendente di un centurione romano di nome Cornelio, che divenne credente grazie al ministero di Pietro. Anaxando continuò a portare la luce a coloro che erano nelle tenebre fino all’epoca in cui Paolo fu imprigionato a Cesarea, quando morì accidentalmente nel corso del grande massacro di ventimila Ebrei mentre assisteva i sofferenti e i moribondi.   130:2.5 (1430.3) Anaxand was mightily moved by Jesus’ words. Presently he told his superior what Jesus had said, and that night they both sought Jesus’ advice as to the welfare of their souls. And later on, after the Christian message had been proclaimed in Caesarea, both of these men, one a Greek and the other a Roman, believed Philip’s preaching and became prominent members of the church which he founded. Later this young Greek was appointed the steward of a Roman centurion, Cornelius, who became a believer through Peter’s ministry. Anaxand continued to minister light to those who sat in darkness until the days of Paul’s imprisonment at Caesarea, when he perished, by accident, in the great slaughter of twenty thousand Jews while he ministered to the suffering and dying.
130:2.6 (1431.1) Da quel momento Ganid cominciò a capire come il suo precettore occupava il suo tempo libero in questo insolito ministero personale verso i suoi simili, ed il giovane Indiano si accinse a scoprire il motivo di queste incessanti attività. Egli chiese: “Perché t’interessi così continuamente ad incontrare degli stranieri?” E Gesù rispose: “Ganid, nessun uomo è uno straniero per chi conosce Dio. Nell’esperienza di trovare il Padre celeste si scopre che tutti gli uomini sono tuoi fratelli, e sembra strano che si provi gioia ad incontrare un fratello appena scoperto? Fare conoscenza con i propri fratelli e sorelle, conoscere i loro problemi ed imparare ad amarli, è l’esperienza suprema della vita.”   130:2.6 (1431.1) Ganid was, by this time, beginning to learn how his tutor spent his leisure in this unusual personal ministry to his fellow men, and the young Indian set about to find out the motive for these incessant activities. He asked, “Why do you occupy yourself so continuously with these visits with strangers?” And Jesus answered: “Ganid, no man is a stranger to one who knows God. In the experience of finding the Father in heaven you discover that all men are your brothers, and does it seem strange that one should enjoy the exhilaration of meeting a newly discovered brother? To become acquainted with one’s brothers and sisters, to know their problems and to learn to love them, is the supreme experience of living.”
130:2.7 (1431.2) Questo fu un colloquio che si protrasse molto a lungo nella notte e nel corso del quale il giovane chiese a Gesù di spiegargli la differenza tra la volontà di Dio e l’atto mentale umano di scegliere, che è anche chiamato volontà. In sostanza Gesù disse: la volontà di Dio è la via di Dio, l’associazione con la scelta di Dio di fronte ad ogni alternativa potenziale. Di conseguenza, fare la volontà di Dio è l’esperienza progressiva di divenire sempre più simili a Dio, e Dio è la sorgente e il destino di tutto ciò che è buono, bello e vero. La volontà dell’uomo è la via dell’uomo, la somma e la sostanza di ciò che il mortale sceglie di essere e di fare. La volontà è la scelta deliberata di un essere autocosciente che porta ad una decisione-condotta basata sulla riflessione intelligente.   130:2.7 (1431.2) This was a conference which lasted well into the night, in the course of which the young man requested Jesus to tell him the difference between the will of God and that human mind act of choosing which is also called will. In substance Jesus said: The will of God is the way of God, partnership with the choice of God in the face of any potential alternative. To do the will of God, therefore, is the progressive experience of becoming more and more like God, and God is the source and destiny of all that is good and beautiful and true. The will of man is the way of man, the sum and substance of that which the mortal chooses to be and do. Will is the deliberate choice of a self-conscious being which leads to decision-conduct based on intelligent reflection.
130:2.8 (1431.3) Nel corso di quel pomeriggio Gesù e Ganid si erano entrambi divertiti a giocare con un cane da pastore molto intelligente, e Ganid volle sapere se il cane aveva un’anima, se aveva una volontà, ed in risposta a queste domande Gesù disse: “Il cane ha una mente che può conoscere un uomo materiale, il suo padrone, ma non può conoscere Dio, che è spirito; il cane non possiede dunque una natura spirituale e non può godere di un’esperienza spirituale. Il cane può avere una volontà derivata dalla natura ed accresciuta con l’addestramento, ma questo potere della mente non è una forza spirituale, né è paragonabile alla volontà umana, perché non è riflessivo — non è il risultato della discriminazione di significati superiori e morali o della scelta di valori spirituali ed eterni. È il possesso di questi poteri di discriminazione spirituale e di scelta della verità che fa di un uomo mortale un essere morale, una creatura dotata degli attributi della responsabilità spirituale e del potenziale della sopravvivenza eterna.” Gesù continuò spiegando che è l’assenza di questi poteri mentali nell’animale che rende per sempre impossibile al mondo animale sviluppare un linguaggio nel tempo o sperimentare qualunque cosa di equivalente alla sopravvivenza della personalità nell’eternità. Come risultato dell’insegnamento di questo giorno Ganid non credette mai più nella trasmigrazione delle anime umane nei corpi di animali.   130:2.8 (1431.3) That afternoon Jesus and Ganid had both enjoyed playing with a very intelligent shepherd dog, and Ganid wanted to know whether the dog had a soul, whether it had a will, and in response to his questions Jesus said: “The dog has a mind which can know material man, his master, but cannot know God, who is spirit; therefore the dog does not possess a spiritual nature and cannot enjoy a spiritual experience. The dog may have a will derived from nature and augmented by training, but such a power of mind is not a spiritual force, neither is it comparable to the human will, inasmuch as it is not reflective—it is not the result of discriminating higher and moral meanings or choosing spiritual and eternal values. It is the possession of such powers of spiritual discrimination and truth choosing that makes mortal man a moral being, a creature endowed with the attributes of spiritual responsibility and the potential of eternal survival.” Jesus went on to explain that it is the absence of such mental powers in the animal which makes it forever impossible for the animal world to develop language in time or to experience anything equivalent to personality survival in eternity. As a result of this day’s instruction Ganid never again entertained belief in the transmigration of the souls of men into the bodies of animals.
130:2.9 (1431.4) Il giorno seguente Ganid parlò di tutto questo a suo padre, e fu in risposta ad una domanda di Gonod che Gesù spiegò che “le volontà umane che si occupano esclusivamente di prendere delle decisioni temporali riguardanti solamente i problemi materiali dell’esistenza animale sono condannate a perire nel tempo. Coloro che prendono delle decisioni morali sincere e fanno scelte spirituali incondizionate s’identificano così progressivamente con lo spirito interiore e divino, e si trasformano sempre più in valori di sopravvivenza eterna — una progressione senza fine di servizio divino”.   130:2.9 (1431.4) The next day Ganid talked all this over with his father, and it was in answer to Gonod’s question that Jesus explained that “human wills which are fully occupied with passing only upon temporal decisions having to do with the material problems of animal existence are doomed to perish in time. Those who make wholehearted moral decisions and unqualified spiritual choices are thus progressively identified with the indwelling and divine spirit, and thereby are they increasingly transformed into the values of eternal survival—unending progression of divine service.”
130:2.10 (1431.5) Fu in questo stesso giorno che ascoltammo per la prima volta quella memorabile verità che, espressa in termini moderni, significherebbe: “La volontà è quella manifestazione della mente umana che permette alla coscienza soggettiva di esprimersi oggettivamente e di fare l’esperienza del fenomeno di aspirare ad essere simili a Dio.” Ed è in questo stesso senso che ogni essere umano riflessivo di mente spirituale può divenire creativo.   130:2.10 (1431.5) It was on this same day that we first heard that momentous truth which, stated in modern terms, would signify: “Will is that manifestation of the human mind which enables the subjective consciousness to express itself objectively and to experience the phenomenon of aspiring to be Godlike.” And it is in this same sense that every reflective and spiritually minded human being can become creative.
3. Ad Alessandria ^top   3. At Alexandria ^top
130:3.1 (1432.1) Il soggiorno a Cesarea era stato denso di avvenimenti, e quando l’imbarcazione fu pronta Gesù ed i suoi due amici partirono un bel giorno a mezzodì per Alessandria d’Egitto.   130:3.1 (1432.1) It had been an eventful visit at Caesarea, and when the boat was ready, Jesus and his two friends departed at noon one day for Alexandria in Egypt.
130:3.2 (1432.2) I tre godettero di una traversata molto piacevole fino ad Alessandria. Ganid era entusiasta del viaggio e subissava Gesù di domande. In prossimità del porto della città il giovane fu molto eccitato dal grande faro di Pharos, situato sull’isola che Alessandro aveva congiunto alla terraferma con un molo, creando così due magnifiche rade che fecero di Alessandria il crocevia commerciale marittimo dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa. Questo grande faro era una delle sette meraviglie del mondo ed il precursore di tutti i fari successivi. Essi si alzarono di buon mattino per visitare questo splendido dispositivo di salvaguardia degli uomini, e fra le esclamazioni di Ganid, Gesù disse: “E tu, figlio mio, sarai simile a questo faro quando ritornerai in India, anche dopo che tuo padre riposerà nella tomba; tu diverrai la luce di vita per coloro che vivono attorno a te nelle tenebre, mostrando a tutti coloro che lo desiderano la via per raggiungere il porto della salvezza in sicurezza.” E Ganid, stringendo la mano a Gesù, gli disse: “Lo farò.”   130:3.2 (1432.2) The three enjoyed a most pleasant passage to Alexandria. Ganid was delighted with the voyage and kept Jesus busy answering questions. As they approached the city’s harbor, the young man was thrilled by the great lighthouse of Pharos, located on the island which Alexander had joined by a mole to the mainland, thus creating two magnificent harbors and thereby making Alexandria the maritime commercial crossroads of Africa, Asia, and Europe. This great lighthouse was one of the seven wonders of the world and was the forerunner of all subsequent lighthouses. They arose early in the morning to view this splendid lifesaving device of man, and amidst the exclamations of Ganid Jesus said: “And you, my son, will be like this lighthouse when you return to India, even after your father is laid to rest; you will become like the light of life to those who sit about you in darkness, showing all who so desire the way to reach the harbor of salvation in safety.” And as Ganid squeezed Jesus’ hand, he said, “I will.”
130:3.3 (1432.3) E rimarchiamo nuovamente che i primi insegnanti della religione cristiana commisero un grave errore quando volsero esclusivamente la loro attenzione verso le civiltà occidentali del mondo romano. Gli insegnamenti di Gesù, quali erano conservati dai credenti mesopotamici del primo secolo, sarebbero stati prontamente accolti dai vari gruppi di persone religiose asiatiche.   130:3.3 (1432.3) And again we remark that the early teachers of the Christian religion made a great mistake when they so exclusively turned their attention to the western civilization of the Roman world. The teachings of Jesus, as they were held by the Mesopotamian believers of the first century, would have been readily received by the various groups of Asiatic religionists.
130:3.4 (1432.4) Quattro ore dopo essere sbarcati essi erano alloggiati all’estremità est del lungo e grande viale, largo trenta metri e lungo otto chilometri, che andava fino al limite ovest di questa città di un milione di abitanti. Dopo una prima rassegna delle principali attrazioni della città — l’università (museo), la biblioteca, il mausoleo reale di Alessandro, il palazzo, il tempio di Nettuno, il teatro ed il ginnasio — Gonod si dedicò agli affari mentre Gesù e Ganid si recarono alla biblioteca, la più grande del mondo. Qui era riunito quasi un milione di manoscritti provenienti da tutto il mondo civilizzato: Grecia, Roma, Palestina, Partia, India, Cina ed anche dal Giappone. In questa biblioteca Ganid vide la più grande collezione di letteratura indiana del mondo intero; ed essi vi trascorsero un po’ di tempo ogni giorno durante la loro sosta ad Alessandria. Gesù parlò a Ganid della traduzione in greco della Scritture ebraiche fatta in questo luogo. Ed essi analizzarono più volte tutte le religioni del mondo, con Gesù che si sforzava di far risaltare a questa giovane mente la verità contenuta in ciascuna di esse, ed aggiungendo sempre: “Ma Yahweh è il Dio sviluppato dalle rivelazioni di Melchizedek e dal patto di Abramo. Gli Ebrei erano i discendenti di Abramo ed occuparono in seguito il paese nel quale Melchizedek aveva vissuto ed insegnato, e da dove mandò degli insegnanti per il mondo intero. Ed in fin dei conti la loro religione rappresentò un riconoscimento del Signore Dio d’Israele come Padre Universale celeste più chiaro di qualsiasi altra religione del mondo.”   130:3.4 (1432.4) By the fourth hour after landing they were settled near the eastern end of the long and broad avenue, one hundred feet wide and five miles long, which stretched on out to the western limits of this city of one million people. After the first survey of the city’s chief attractions—university (museum), library, the royal mausoleum of Alexander, the palace, temple of Neptune, theater, and gymnasium—Gonod addressed himself to business while Jesus and Ganid went to the library, the greatest in the world. Here were assembled nearly a million manuscripts from all the civilized world: Greece, Rome, Palestine, Parthia, India, China, and even Japan. In this library Ganid saw the largest collection of Indian literature in all the world; and they spent some time here each day throughout their stay in Alexandria. Jesus told Ganid about the translation of the Hebrew scriptures into Greek at this place. And they discussed again and again all the religions of the world, Jesus endeavoring to point out to this young mind the truth in each, always adding: “But Yahweh is the God developed from the revelations of Melchizedek and the covenant of Abraham. The Jews were the offspring of Abraham and subsequently occupied the very land wherein Melchizedek had lived and taught, and from which he sent teachers to all the world; and their religion eventually portrayed a clearer recognition of the Lord God of Israel as the Universal Father in heaven than any other world religion.”
130:3.5 (1432.5) Sotto la direzione di Gesù, Ganid fece una raccolta degli insegnamenti di tutte quelle religioni del mondo che riconoscevano una Deità Universale, anche se ammettevano più o meno delle deità subordinate. Dopo molte discussioni Gesù e Ganid decisero che i Romani non avevano un vero Dio nella loro religione, che la loro religione era poco più del culto dell’imperatore. I Greci, conclusero essi, avevano una filosofia, ma non una religione con un Dio personale. Essi scartarono i culti dei misteri a causa della confusione dovuta alla loro molteplicità e perché questi concetti diversi della Deità sembravano derivare da altre e più antiche religioni.   130:3.5 (1432.5) Under Jesus’ direction Ganid made a collection of the teachings of all those religions of the world which recognized a Universal Deity, even though they might also give more or less recognition to subordinate deities. After much discussion Jesus and Ganid decided that the Romans had no real God in their religion, that their religion was hardly more than emperor worship. The Greeks, they concluded, had a philosophy but hardly a religion with a personal God. The mystery cults they discarded because of the confusion of their multiplicity, and because their varied concepts of Deity seemed to be derived from other and older religions.
130:3.6 (1433.1) Sebbene queste traduzioni fossero state fatte ad Alessandria, Ganid mise in ordine definitivamente questi brani scelti e vi aggiunse le sue conclusioni personali solo verso la fine del loro soggiorno a Roma. Egli fu molto sorpreso di scoprire che i migliori autori di letteratura sacra del mondo riconoscevano tutti più o meno chiaramente l’esistenza di un Dio eterno e si trovavano molto d’accordo sulla sua natura e sulla sua relazione con l’uomo mortale.   130:3.6 (1433.1) Although these translations were made at Alexandria, Ganid did not finally arrange these selections and add his own personal conclusions until near the end of their sojourn in Rome. He was much surprised to discover that the best of the authors of the world’s sacred literature all more or less clearly recognized the existence of an eternal God and were much in agreement with regard to his character and his relationship with mortal man.
130:3.7 (1433.2) Gesù e Ganid trascorsero molto tempo al museo durante il loro soggiorno ad Alessandria. Questo museo non era una collezione di oggetti rari, ma piuttosto un’università di belle arti, di scienze e di letteratura. Dotti professori vi tenevano giornalmente delle lezioni ed in quell’epoca questo era il centro intellettuale del mondo occidentale. Giorno dopo giorno Gesù spiegava le lezioni a Ganid. Un giorno, durante la seconda settimana, il giovane esclamò: “Maestro Joshua, tu ne sai più di questi professori; dovresti alzarti e dire loro le grandi cose che hai detto a me; essi sono ottenebrati dal molto pensare. Parlerò a mio padre ed egli organizzerà questa cosa.” Gesù sorrise dicendo: “Tu sei un allievo ammirevole, ma questi insegnanti non accetterebbero che tu ed io li istruissimo. L’orgoglio dell’erudizione non spiritualizzata è una cosa ingannevole nell’esperienza umana. Il vero maestro mantiene la sua integrità intellettuale restando sempre un apprendista.”   130:3.7 (1433.2) Jesus and Ganid spent much time in the museum during their stay in Alexandria. This museum was not a collection of rare objects but rather a university of fine art, science, and literature. Learned professors here gave daily lectures, and in those times this was the intellectual center of the Occidental world. Day by day Jesus interpreted the lectures to Ganid; one day during the second week the young man exclaimed: “Teacher Joshua, you know more than these professors; you should stand up and tell them the great things you have told me; they are befogged by much thinking. I shall speak to my father and have him arrange it.” Jesus smiled, saying: “You are an admiring pupil, but these teachers are not minded that you and I should instruct them. The pride of unspiritualized learning is a treacherous thing in human experience. The true teacher maintains his intellectual integrity by ever remaining a learner.”
130:3.8 (1433.3) Alessandria era la città in cui si mescolava la cultura dell’Occidente e dopo Roma era la città più grande e sfarzosa del mondo. Qui si trovava la più grande sinagoga ebrea del mondo, la sede amministrativa del Sinedrio di Alessandria, i settanta dirigenti anziani.   130:3.8 (1433.3) Alexandria was the city of the blended culture of the Occident and next to Rome the largest and most magnificent in the world. Here was located the largest Jewish synagogue in the world, the seat of government of the Alexandria Sanhedrin, the seventy ruling elders.
130:3.9 (1433.4) Tra i molti uomini con cui Gonod trattava affari c’era un certo banchiere ebreo di nome Alessandro il cui fratello, Filone, era un celebre filosofo religioso di quel tempo. Filone era impegnato nel lodevole ma estremamente difficile compito di armonizzare la filosofia greca e la teologia ebraica. Ganid e Gesù parlarono molto degli insegnamenti di Filone e speravano di assistere a qualcuna delle sue lezioni, ma durante il loro soggiorno ad Alessandria questo famoso Ebreo ellenista rimase a letto ammalato.   130:3.9 (1433.4) Among the many men with whom Gonod transacted business was a certain Jewish banker, Alexander, whose brother, Philo, was a famous religious philosopher of that time. Philo was engaged in the laudable but exceedingly difficult task of harmonizing Greek philosophy and Hebrew theology. Ganid and Jesus talked much about Philo’s teachings and expected to attend some of his lectures, but throughout their stay at Alexandria this famous Hellenistic Jew lay sick abed.
130:3.10 (1433.5) Gesù fece a Ganid l’elogio della filosofia greca e delle dottrine stoiche, ma fece ben capire al ragazzo la verità che questi sistemi di credenza, come gli insegnamenti indefiniti di certuni del suo popolo, erano religioni solo nel senso che conducevano gli uomini a trovare Dio e a godere di un’esperienza vivente conoscendo l’Eterno.   130:3.10 (1433.5) Jesus commended to Ganid much in the Greek philosophy and the Stoic doctrines, but he impressed upon the lad the truth that these systems of belief, like the indefinite teachings of some of his own people, were religions only in the sense that they led men to find God and enjoy a living experience in knowing the Eternal.
4. Il discorso sulla realtà ^top   4. Discourse on Reality ^top
130:4.1 (1433.6) La sera prima di lasciare Alessandria, Ganid e Gesù ebbero un lungo colloquio con uno dei professori che dirigevano l’università, il quale teneva un corso sugli insegnamenti di Platone. Gesù fece da interprete al colto insegnante greco, ma non inserì alcun insegnamento proprio a confutazione della filosofia greca. Quella sera Gonod era assente per affari; così, dopo che il professore se ne fu andato, il precettore ed il suo allievo ebbero una lunga ed aperta conversazione sulle dottrine di Platone. Anche se Gesù diede una moderata approvazione a certi insegnamenti greci concernenti la teoria che le cose materiali del mondo erano vaghi riflessi delle realtà spirituali invisibili ma più sostanziali, cercò tuttavia di porre una base più degna di fiducia per le riflessioni del giovane; così egli cominciò una lunga dissertazione concernente la natura della realtà nell’universo. In sostanza ed in linguaggio moderno Gesù disse a Ganid:   130:4.1 (1433.6) The night before they left Alexandria Ganid and Jesus had a long visit with one of the government professors at the university who lectured on the teachings of Plato. Jesus interpreted for the learned Greek teacher but injected no teaching of his own in refutation of the Greek philosophy. Gonod was away on business that evening; so, after the professor had departed, the teacher and his pupil had a long and heart-to-heart talk about Plato’s doctrines. While Jesus gave qualified approval of some of the Greek teachings which had to do with the theory that the material things of the world are shadowy reflections of invisible but more substantial spiritual realities, he sought to lay a more trustworthy foundation for the lad’s thinking; so he began a long dissertation concerning the nature of reality in the universe. In substance and in modern phraseology Jesus said to Ganid:
130:4.2 (1434.1) La sorgente della realtà universale è l’Infinito. Le cose materiali della creazione finita sono le ripercussioni temporali-spaziali dell’Archetipo Paradisiaco e della Mente Universale del Dio eterno. La causalità nel mondo fisico, l’autocoscienza nel mondo intellettuale e l’individualità in progresso nel regno dello spirito — queste realtà proiettate su scala universale, congiunte in relazioni eterne e sperimentate con perfezione di qualità e con divinità di valori — costituiscono la realtà del Supremo. Ma in un universo in continuo cambiamento la Personalità Originale della causalità, dell’intelligenza e dell’esperienza spirituale resta immutabile, assoluta. Tutte le cose, anche in un universo eterno di valori senza limiti e di qualità divine, possono cambiare e molte volte cambiano, ad eccezione degli Assoluti e di ciò che ha raggiunto lo status fisico, l’abbraccio intellettuale o l’identità spirituale assoluti.   130:4.2 (1434.1) The source of universe reality is the Infinite. The material things of finite creation are the time-space repercussions of the Paradise Pattern and the Universal Mind of the eternal God. Causation in the physical world, self-consciousness in the intellectual world, and progressing selfhood in the spirit world—these realities, projected on a universal scale, combined in eternal relatedness, and experienced with perfection of quality and divinity of value—constitute the reality of the Supreme. But in an ever-changing universe the Original Personality of causation, intelligence, and spirit experience is changeless, absolute. All things, even in an eternal universe of limitless values and divine qualities, may, and oftentimes do, change except the Absolutes and that which has attained the physical status, intellectual embrace, or spiritual identity which is absolute.
130:4.3 (1434.2) Il livello più alto che una creatura finita può raggiungere è il riconoscimento del Padre Universale e la conoscenza del Supremo. Ed anche allora questi esseri con destino di finalitari continuano a sperimentare dei cambiamenti nei movimenti del mondo fisico e nei suoi fenomeni materiali. Essi restano similmente coscienti della progressione della loro individualità nella loro continua ascensione dell’universo spirituale e della loro coscienza crescente nel loro profondo apprezzamento del cosmo intellettuale, ed in risposta ad esso. Solamente nella perfezione, nell’armonia e nell’unanimità della volontà la creatura può divenire una con il Creatore; e questo stato di divinità è raggiunto e mantenuto solo se la creatura continua a vivere nel tempo e nell’eternità conformando costantemente la sua volontà personale finita alla volontà divina del Creatore. Il desiderio di fare la volontà del Padre deve sempre essere supremo nell’anima e dominare la mente di un figlio di Dio ascendente.   130:4.3 (1434.2) The highest level to which a finite creature can progress is the recognition of the Universal Father and the knowing of the Supreme. And even then such beings of finality destiny go on experiencing change in the motions of the physical world and in its material phenomena. Likewise do they remain aware of selfhood progression in their continuing ascension of the spiritual universe and of growing consciousness in their deepening appreciation of, and response to, the intellectual cosmos. Only in the perfection, harmony, and unanimity of will can the creature become as one with the Creator; and such a state of divinity is attained and maintained only by the creature’s continuing to live in time and eternity by consistently conforming his finite personal will to the divine will of the Creator. Always must the desire to do the Father’s will be supreme in the soul and dominant over the mind of an ascending son of God.
130:4.4 (1434.3) Una persona orba non può mai sperare di percepire la profondità di una prospettiva. Né scienziati materialisti orbi o mistici e allegoristi spirituali orbi possono visualizzare correttamente e comprendere adeguatamente le vere profondità della realtà universale. Tutti i veri valori dell’esperienza della creatura sono nascosti nella profondità del riconoscimento.   130:4.4 (1434.3) A one-eyed person can never hope to visualize depth of perspective. Neither can single-eyed material scientists nor single-eyed spiritual mystics and allegorists correctly visualize and adequately comprehend the true depths of universe reality. All true values of creature experience are concealed in depth of recognition.
130:4.5 (1434.4) Una causalità senza mente non può evolvere il raffinato ed il complesso dal rozzo e dal semplice, né l’esperienza senza spiritualità può evolvere i caratteri divini della sopravvivenza eterna dalla mente materiale dei mortali del tempo. L’unico attributo dell’universo che caratterizza così esclusivamente la Deità infinita è questo dono creativo eterno della personalità che può sopravvivere nel raggiungimento progressivo della Deità.   130:4.5 (1434.4) Mindless causation cannot evolve the refined and complex from the crude and the simple, neither can spiritless experience evolve the divine characters of eternal survival from the material minds of the mortals of time. The one attribute of the universe which so exclusively characterizes the infinite Deity is this unending creative bestowal of personality which can survive in progressive Deity attainment.
130:4.6 (1434.5) La personalità è quella dotazione cosmica, quella fase della realtà universale, che può coesistere con dei cambiamenti illimitati e allo stesso tempo conservare la sua identità alla presenza stessa di tutti questi cambiamenti, e indefinitamente dopo di essi.   130:4.6 (1434.5) Personality is that cosmic endowment, that phase of universal reality, which can coexist with unlimited change and at the same time retain its identity in the very presence of all such changes, and forever afterward.
130:4.7 (1434.6) La vita è un adattamento della causalità cosmica originale alle esigenze e alle possibilità delle situazioni universali, e ciò viene all’esistenza attraverso l’azione della Mente Universale e l’attivazione della scintilla spirituale del Dio che è spirito. Il significato della vita è la sua adattabilità; il valore della vita è la sua attitudine a progredire — anche fino alle altezze della coscienza di Dio.   130:4.7 (1434.6) Life is an adaptation of the original cosmic causation to the demands and possibilities of universe situations, and it comes into being by the action of the Universal Mind and the activation of the spirit spark of the God who is spirit. The meaning of life is its adaptability; the value of life is its progressability—even to the heights of God-consciousness.
130:4.8 (1434.7) Il cattivo adattamento della vita autocosciente all’universo si traduce in disarmonia cosmica. La divergenza definitiva della volontà della personalità dalla tendenza degli universi porta all’isolamento intellettuale, alla separazione della personalità. La perdita del pilota spirituale interiore sopravviene con la cessazione spirituale dell’esistenza. La vita intelligente e progressiva diviene allora, in se stessa e per se stessa, una prova incontrovertibile dell’esistenza di un universo con un proposito, che esprime la volontà di un Creatore divino. E questa vita, nel suo insieme, lotta per dei valori superiori, avendo per scopo finale il Padre Universale.   130:4.8 (1434.7) Misadaptation of self-conscious life to the universe results in cosmic disharmony. Final divergence of personality will from the trend of the universes terminates in intellectual isolation, personality segregation. Loss of the indwelling spirit pilot supervenes in spiritual cessation of existence. Intelligent and progressing life becomes then, in and of itself, an incontrovertible proof of the existence of a purposeful universe expressing the will of a divine Creator. And this life, in the aggregate, struggles toward higher values, having for its final goal the Universal Father.
130:4.9 (1435.1) A parte i servizi superiori e quasi spirituali dell’intelletto, l’uomo possiede una mente superiore al livello animale soltanto per il suo grado. Perciò gli animali (non avendo né culto né saggezza) non possono sperimentare la supercoscienza, la coscienza della coscienza. La mente animale è cosciente soltanto dell’universo oggettivo.   130:4.9 (1435.1) Only in degree does man possess mind above the animal level aside from the higher and quasi-spiritual ministrations of intellect. Therefore animals (not having worship and wisdom) cannot experience superconsciousness, consciousness of consciousness. The animal mind is only conscious of the objective universe.
130:4.10 (1435.2) La conoscenza è la sfera della mente materiale, o mente che discerne i fatti. La verità è il dominio dell’intelletto dotato spiritualmente che è cosciente di conoscere Dio. La conoscenza è dimostrabile; la verità è sperimentata. La conoscenza è un’acquisizione della mente; la verità è un’esperienza dell’anima, dell’io che progredisce. La conoscenza è una funzione del livello non spirituale; la verità è una fase del livello mente-spirito degli universi. L’occhio della mente materiale percepisce un mondo di conoscenza fattuale; l’occhio dell’intelletto spiritualizzato discerne un mondo di valori veri. Queste due visioni, sincronizzate ed armonizzate, rivelano il mondo della realtà, nel quale la saggezza interpreta i fenomeni dell’universo in termini di esperienza personale progressiva.   130:4.10 (1435.2) Knowledge is the sphere of the material or fact-discerning mind. Truth is the domain of the spiritually endowed intellect that is conscious of knowing God. Knowledge is demonstrable; truth is experienced. Knowledge is a possession of the mind; truth an experience of the soul, the progressing self. Knowledge is a function of the nonspiritual level; truth is a phase of the mind-spirit level of the universes. The eye of the material mind perceives a world of factual knowledge; the eye of the spiritualized intellect discerns a world of true values. These two views, synchronized and harmonized, reveal the world of reality, wherein wisdom interprets the phenomena of the universe in terms of progressive personal experience.
130:4.11 (1435.3) L’errore (il male) è la penalità dell’imperfezione. Le qualità dell’imperfezione o i fatti del cattivo adattamento si rivelano sul livello materiale per mezzo dell’osservazione critica e dell’analisi scientifica; sul livello morale si rivelano mediante l’esperienza umana. La presenza del male costituisce la prova delle imprecisioni della mente e dell’immaturità dell’io in evoluzione. Il male è dunque anche una misura dell’imperfezione nell’interpretazione universale. La possibilità di commettere errori è inerente all’acquisizione della saggezza, il piano della progressione dal parziale e temporale al completo ed eterno, dal relativo ed imperfetto al finale e perfezionato. L’errore è l’ombra dell’incompletezza relativa che deve necessariamente sbarrare la strada universale dell’ascensione degli uomini verso la perfezione del Paradiso. L’errore (il male) non è una qualità attuale dell’universo; è semplicemente l’osservazione di una relatività nei rapporti dell’imperfezione del finito incompleto con i livelli ascendenti del Supremo e dell’Ultimo.   130:4.11 (1435.3) Error (evil) is the penalty of imperfection. The qualities of imperfection or facts of misadaptation are disclosed on the material level by critical observation and by scientific analysis; on the moral level, by human experience. The presence of evil constitutes proof of the inaccuracies of mind and the immaturity of the evolving self. Evil is, therefore, also a measure of imperfection in universe interpretation. The possibility of making mistakes is inherent in the acquisition of wisdom, the scheme of progressing from the partial and temporal to the complete and eternal, from the relative and imperfect to the final and perfected. Error is the shadow of relative incompleteness which must of necessity fall across man’s ascending universe path to Paradise perfection. Error (evil) is not an actual universe quality; it is simply the observation of a relativity in the relatedness of the imperfection of the incomplete finite to the ascending levels of the Supreme and Ultimate.
130:4.12 (1435.4) Benché Gesù avesse esposto tutto ciò al giovane nel linguaggio più appropriato alla sua comprensione, alla fine della discussione Ganid aveva le palpebre pesanti e cadde ben presto nel sonno. L’indomani mattina essi si alzarono di buon’ora per salire a bordo del battello in partenza per Lasea nell’isola di Creta. Ma prima d’imbarcarsi il giovane aveva posto ancora altre domande sul male, alle quali Gesù rispose:   130:4.12 (1435.4) Although Jesus told all this to the lad in language best suited to his comprehension, at the end of the discussion Ganid was heavy of eye and was soon lost in slumber. They rose early the next morning to go aboard the boat bound for Lasea on the island of Crete. But before they embarked, the lad had still further questions to ask about evil, to which Jesus replied:
130:4.13 (1435.5) Il male è un concetto di relatività. Esso nasce dall’osservazione delle imperfezioni che appaiono nell’ombra proiettata da un universo finito di cose e di esseri quando tale cosmo oscura la luce vivente dell’espressione universale delle realtà eterne dell’Uno Infinito.   130:4.13 (1435.5) Evil is a relativity concept. It arises out of the observation of the imperfections which appear in the shadow cast by a finite universe of things and beings as such a cosmos obscures the living light of the universal expression of the eternal realities of the Infinite One.
130:4.14 (1435.6) Il male potenziale è insito nella necessaria incompletezza della rivelazione di Dio quale espressione dell’infinità e dell’eternità limitata nel tempo-spazio. Il fatto del parziale in presenza del completo costituisce la relatività della realtà, crea la necessità di una scelta intellettuale e stabilisce dei livelli di valori di riconoscimento e di risposta spirituali. Il concetto incompleto e finito dell’Infinito sostenuto dalla mente temporale e limitata della creatura è, in se stesso e per se stesso, il male potenziale. Ma la crescita dell’errore per mancanza ingiustificata di una rettifica spirituale ragionevole di queste disarmonie intellettuali ed insufficienze spirituali originariamente inerenti è equivalente alla realizzazione del male attuale.   130:4.14 (1435.6) Potential evil is inherent in the necessary incompleteness of the revelation of God as a time-space-limited expression of infinity and eternity. The fact of the partial in the presence of the complete constitutes relativity of reality, creates necessity for intellectual choosing, and establishes value levels of spirit recognition and response. The incomplete and finite concept of the Infinite which is held by the temporal and limited creature mind is, in and of itself, potential evil. But the augmenting error of unjustified deficiency in reasonable spiritual rectification of these originally inherent intellectual disharmonies and spiritual insufficiencies, is equivalent to the realization of actual evil.
130:4.15 (1436.1) Tutti i concetti statici, sterili, sono potenzialmente il male. L’ombra finita della verità relativa e vivente è continuamente in movimento. I concetti statici ritardano invariabilmente la scienza, la politica, la società e la religione. I concetti statici possono rappresentare una certa conoscenza, ma sono mancanti di saggezza e privi di verità. Ma non permettete al concetto di relatività di sviarvi al punto d’impedirvi di riconoscere la coordinazione dell’universo sotto la guida della mente cosmica, ed il suo controllo stabilizzato dall’energia e dallo spirito del Supremo.   130:4.15 (1436.1) All static, dead, concepts are potentially evil. The finite shadow of relative and living truth is continually moving. Static concepts invariably retard science, politics, society, and religion. Static concepts may represent a certain knowledge, but they are deficient in wisdom and devoid of truth. But do not permit the concept of relativity so to mislead you that you fail to recognize the co-ordination of the universe under the guidance of the cosmic mind, and its stabilized control by the energy and spirit of the Supreme.
5. Nell’isola di Creta ^top   5. On the Island of Crete ^top
130:5.1 (1436.2) I viaggiatori avevano un solo scopo recandosi a Creta, ed era quello di distrarsi, di passeggiare per l’isola e di salire in montagna. I Cretesi di quel tempo non godevano di una reputazione invidiabile tra i popoli vicini. Tuttavia Gesù e Ganid condussero molte anime a livelli superiori di pensiero e di vita, e gettarono così le fondamenta per l’immediato accoglimento dei successivi insegnamenti del vangelo quando arrivarono i primi predicatori da Gerusalemme. Gesù amava questi Cretesi, nonostante le aspre parole che Paolo pronunciò più tardi nei loro confronti quando in seguito inviò Tito sull’isola per riorganizzare le loro Chiese.   130:5.1 (1436.2) The travelers had but one purpose in going to Crete, and that was to play, to walk about over the island, and to climb the mountains. The Cretans of that time did not enjoy an enviable reputation among the surrounding peoples. Nevertheless, Jesus and Ganid won many souls to higher levels of thinking and living and thus laid the foundation for the quick reception of the later gospel teachings when the first preachers from Jerusalem arrived. Jesus loved these Cretans, notwithstanding the harsh words which Paul later spoke concerning them when he subsequently sent Titus to the island to reorganize their churches.
130:5.2 (1436.3) Sulle montagne di Creta, Gesù ebbe il suo primo lungo colloquio con Gonod sulla religione. Il padre fu molto impressionato e disse: “Non c’è da meravigliarsi che il ragazzo creda a tutto ciò che gli dici, ma non sapevo che vi fosse una tale religione a Gerusalemme, e tanto meno a Damasco.” Fu durante il soggiorno sull’isola che Gonod propose per la prima volta a Gesù di ritornare con loro in India, e Ganid fu felicissimo all’idea che Gesù potesse acconsentire a tale proposta.   130:5.2 (1436.3) On the mountainside in Crete Jesus had his first long talk with Gonod regarding religion. And the father was much impressed, saying: “No wonder the boy believes everything you tell him, but I never knew they had such a religion even in Jerusalem, much less in Damascus.” It was during the island sojourn that Gonod first proposed to Jesus that he go back to India with them, and Ganid was delighted with the thought that Jesus might consent to such an arrangement.
130:5.3 (1436.4) Un giorno in cui Ganid chiese a Gesù perché non si fosse dedicato al lavoro di educatore pubblico, egli disse: “Figlio mio, ogni cosa deve aspettare che giunga il suo tempo. Tu sei nato nel mondo, ma nessuna somma di ansietà e nessuna manifestazione d’impazienza ti aiuteranno a crescere. In tutte queste cose devi lasciar fare al tempo. Solo il tempo maturerà il frutto verde sull’albero. Le stagioni succedono alle stagioni ed il calare del sole succede al suo levare soltanto con lo scorrere del tempo. Io sono ora sulla via per Roma con te e tuo padre, e ciò è sufficiente per oggi. Il mio domani è interamente nelle mani del mio Padre celeste.” E poi raccontò a Ganid la storia di Mosè e dei suoi quarant’anni di vigilante attesa e di preparazione continua.   130:5.3 (1436.4) One day when Ganid asked Jesus why he had not devoted himself to the work of a public teacher, he said: “My son, everything must await the coming of its time. You are born into the world, but no amount of anxiety and no manifestation of impatience will help you to grow up. You must, in all such matters, wait upon time. Time alone will ripen the green fruit upon the tree. Season follows season and sundown follows sunrise only with the passing of time. I am now on the way to Rome with you and your father, and that is sufficient for today. My tomorrow is wholly in the hands of my Father in heaven.” And then he told Ganid the story of Moses and the forty years of watchful waiting and continued preparation.
130:5.4 (1436.5) Durante una visita ai Bei Porti capitò un fatto che Ganid non dimenticò più; il ricordo di questo episodio risvegliò sempre in lui il desiderio di fare qualcosa per cambiare il sistema di caste nella sua India natia. Un ubriacone degenerato stava aggredendo una giovane schiava sulla pubblica via. Quando Gesù vide l’afflizione della giovane, si precipitò e l’allontanò da quell’aggressore insensato. Mentre la ragazza spaventata si aggrappava a lui, egli tenne l’uomo infuriato a distanza di sicurezza con la forza del suo braccio destro proteso fino a che il miserabile si fu stancato di colpire l’aria con i suoi colpi collerici. Ganid sentì un forte impulso di aiutare Gesù a regolare questa faccenda, ma suo padre glielo impedì. Benché essi non parlassero la lingua della ragazza, costei poteva comprendere il loro atto di misericordia e testimoniò loro la sua profonda riconoscenza mentre tutti e tre la riaccompagnavano a casa. Gesù non fu probabilmente mai così vicino ad uno scontro personale con un suo simile in tutta la sua vita nella carne. Ma ebbe un compito difficile quella sera quando tentò di spiegare a Ganid perché non aveva colpito l’ubriaco. Ganid riteneva che quest’uomo avrebbe dovuto ricevere almeno altrettanti colpi di quelli che aveva dato alla ragazza.   130:5.4 (1436.5) One thing happened on a visit to Fair Havens which Ganid never forgot; the memory of this episode always caused him to wish he might do something to change the caste system of his native India. A drunken degenerate was attacking a slave girl on the public highway. When Jesus saw the plight of the girl, he rushed forward and drew the maiden away from the assault of the madman. While the frightened child clung to him, he held the infuriated man at a safe distance by his powerful extended right arm until the poor fellow had exhausted himself beating the air with his angry blows. Ganid felt a strong impulse to help Jesus handle the affair, but his father forbade him. Though they could not speak the girl’s language, she could understand their act of mercy and gave token of her heartfelt appreciation as they all three escorted her home. This was probably as near a personal encounter with his fellows as Jesus ever had throughout his entire life in the flesh. But he had a difficult task that evening trying to explain to Ganid why he did not smite the drunken man. Ganid thought this man should have been struck at least as many times as he had struck the girl.
6. Il giovane uomo che aveva paura ^top   6. The Young Man Who Was Afraid ^top
130:6.1 (1437.1) Mentre erano in montagna, Gesù ebbe un lungo colloquio con un giovane uomo che era timoroso e depresso. Lungi dal trovare conforto e coraggio nella compagnia dei suoi simili, questo giovane aveva cercato la solitudine delle montagne; egli era cresciuto con un sentimento d’incapacità e d’inferiorità. Queste tendenze naturali erano state accresciute da numerose circostanze difficili che il giovane aveva incontrato nel crescere, in particolare la perdita di suo padre quando aveva dodici anni. Quando lo incontrarono, Gesù disse: “Salve amico mio! Perché sei così abbattuto in un giorno così bello? Se è accaduto qualcosa che ti affligge forse io posso aiutarti in qualche modo. In ogni caso è un vero piacere per me offrirti i miei servizi.”   130:6.1 (1437.1) While they were up in the mountains, Jesus had a long talk with a young man who was fearful and downcast. Failing to derive comfort and courage from association with his fellows, this youth had sought the solitude of the hills; he had grown up with a feeling of helplessness and inferiority. These natural tendencies had been augmented by numerous difficult circumstances which the lad had encountered as he grew up, notably, the loss of his father when he was twelve years of age. As they met, Jesus said: “Greetings, my friend! why so downcast on such a beautiful day? If something has happened to distress you, perhaps I can in some manner assist you. At any rate it affords me real pleasure to proffer my services.”
130:6.2 (1437.2) Il giovane era poco incline a parlare e così Gesù fece un secondo approccio alla sua anima dicendo: “Io comprendo che tu vieni su queste montagne per star lontano dalla gente; così certamente non desideri parlare con me, ma io vorrei sapere se hai familiarità con queste montagne; conosci la direzione di questi sentieri? E per caso potresti indicarmi la via migliore per Phenix?” Ora questo giovane conosceva molto bene queste montagne, e s’interessò talmente ad indicare a Gesù la via per Phenix che disegnò tutti i sentieri sul terreno e spiegò ogni più piccolo dettaglio. Ma egli si allarmò e s’incuriosì quando Gesù, dopo averlo salutato ed aver fatto per congedarsi, si girò improvvisamente verso di lui dicendo: “So bene che desideri essere lasciato solo con la tua tristezza; ma non sarebbe né gentile né giusto, da parte mia, ricevere un aiuto così generoso da te sul modo migliore di trovare la via per Phenix e poi lasciarti spensieratamente, senza fare il minimo sforzo per rispondere alla tua supplichevole richiesta di aiuto e di guida riguardo alla via migliore da seguire verso lo scopo del destino che cerchi nel tuo cuore mentre stai qui sul fianco della montagna. Come tu conosci bene i sentieri che portano a Phenix, per averli percorsi molte volte, così io conosco bene la via per la città delle tue speranze deluse e delle tue ambizioni ostacolate. E poiché tu mi hai chiamato in aiuto, io non ti deluderò.” Il giovane fu quasi sopraffatto, ma riuscì a balbettare: “Ma — io non ti ho chiesto nulla — .” Allora Gesù, posando delicatamente una mano sulla sua spalla disse: “No, figlio mio, non con le parole ma con sguardi di desiderio hai fatto appello al mio cuore. Ragazzo mio, per colui che ama i suoi simili c’è un appello eloquente all’aiuto nella tua espressione di scoraggiamento e di disperazione. Siediti vicino a me mentre ti parlerò dei sentieri del servizio e delle vie maestre della felicità che conducono dalle afflizioni dell’io alle gioie delle attività amorevoli nella fratellanza degli uomini e nel servizio del Dio che è nei cieli.”   130:6.2 (1437.2) The young man was disinclined to talk, and so Jesus made a second approach to his soul, saying: “I understand you come up in these hills to get away from folks; so, of course, you do not want to talk with me, but I would like to know whether you are familiar with these hills; do you know the direction of the trails? and, perchance, could you inform me as to the best route to Phenix?” Now this youth was very familiar with these mountains, and he really became much interested in telling Jesus the way to Phenix, so much so that he marked out all the trails on the ground and fully explained every detail. But he was startled and made curious when Jesus, after saying good-bye and making as if he were taking leave, suddenly turned to him, saying: “I well know you wish to be left alone with your disconsolation; but it would be neither kind nor fair for me to receive such generous help from you as to how best to find my way to Phenix and then unthinkingly to go away from you without making the least effort to answer your appealing request for help and guidance regarding the best route to the goal of destiny which you seek in your heart while you tarry here on the mountainside. As you so well know the trails to Phenix, having traversed them many times, so do I well know the way to the city of your disappointed hopes and thwarted ambitions. And since you have asked me for help, I will not disappoint you.” The youth was almost overcome, but he managed to stammer out, “But—I did not ask you for anything—” And Jesus, laying a gentle hand on his shoulder, said: “No, son, not with words but with longing looks did you appeal to my heart. My boy, to one who loves his fellows there is an eloquent appeal for help in your countenance of discouragement and despair. Sit down with me while I tell you of the service trails and happiness highways which lead from the sorrows of self to the joys of loving activities in the brotherhood of men and in the service of the God of heaven.”
130:6.3 (1437.3) Da questo momento il giovane desiderò vivamente parlare con Gesù, e cadde in ginocchio ai suoi piedi implorando Gesù di aiutarlo, di mostrargli la via per uscire dal suo mondo di dolore e di frustrazione personali. Gesù disse: “Amico mio, alzati! Tieniti eretto come un uomo! Tu puoi essere circondato da nemici meschini ed essere ritardato da molti ostacoli, ma le cose importanti e reali di questo mondo e dell’universo sono dalla tua parte. Il sole si alza ogni mattina per salutare te esattamente come fa per l’uomo più potente e ricco della terra. Guarda — tu hai un corpo robusto e muscoli vigorosi — le tue facoltà fisiche sono superiori alla media. Certamente tutto ciò è quasi inutile finché rimani qui seduto sul fianco della montagna e ti lamenti sulle tue disgrazie, reali ed immaginarie. Ma tu potresti fare grandi cose con il tuo corpo se volessi indirizzarti verso dove le grandi cose aspettano di essere fatte. Tu tenti di fuggire dal tuo io infelice, ma ciò non può essere fatto. Tu ed i tuoi problemi della vita siete reali; non puoi sfuggirli per tutta la vita. Ma guarda ancora, la tua mente è chiara e capace. Il tuo corpo robusto ha una mente intelligente per dirigerlo. Fa lavorare la tua mente per risolvere i suoi problemi; insegna al tuo intelletto a lavorare per te; rifiuta di essere dominato più a lungo dalla paura come un animale senza raziocinio. La tua mente dovrebbe essere il tuo alleato coraggioso nella soluzione dei problemi della tua vita piuttosto che essere, come tu sei stato, il suo miserabile schiavo impaurito ed il suo servo prigioniero dello scoraggiamento e della sconfitta. Ma più prezioso di tutto, il tuo potenziale di realizzazione vera è lo spirito che vive in te e che stimolerà ed ispirerà la tua mente affinché controlli se stessa ed attivi il tuo corpo, se vorrai liberarlo dalle catene della paura e rendere così la tua natura spirituale capace d’iniziare a liberarti dai mali dell’inerzia grazie alla presenza-potere della fede vivente. Ed allora, immediatamente, questa fede vincerà la paura degli uomini con l’irresistibile presenza di quel nuovo ed onnipotente amore per i tuoi simili che riempirà ben presto la tua anima fino a traboccare perché avrai preso coscienza nel tuo cuore di essere un figlio di Dio.   130:6.3 (1437.3) By this time the young man very much desired to talk with Jesus, and he knelt at his feet imploring Jesus to help him, to show him the way of escape from his world of personal sorrow and defeat. Said Jesus: “My friend, arise! Stand up like a man! You may be surrounded with small enemies and be retarded by many obstacles, but the big things and the real things of this world and the universe are on your side. The sun rises every morning to salute you just as it does the most powerful and prosperous man on earth. Look—you have a strong body and powerful muscles—your physical equipment is better than the average. Of course, it is just about useless while you sit out here on the mountainside and grieve over your misfortunes, real and fancied. But you could do great things with your body if you would hasten off to where great things are waiting to be done. You are trying to run away from your unhappy self, but it cannot be done. You and your problems of living are real; you cannot escape them as long as you live. But look again, your mind is clear and capable. Your strong body has an intelligent mind to direct it. Set your mind at work to solve its problems; teach your intellect to work for you; refuse longer to be dominated by fear like an unthinking animal. Your mind should be your courageous ally in the solution of your life problems rather than your being, as you have been, its abject fear-slave and the bond servant of depression and defeat. But most valuable of all, your potential of real achievement is the spirit which lives within you, and which will stimulate and inspire your mind to control itself and activate the body if you will release it from the fetters of fear and thus enable your spiritual nature to begin your deliverance from the evils of inaction by the power-presence of living faith. And then, forthwith, will this faith vanquish fear of men by the compelling presence of that new and all-dominating love of your fellows which will so soon fill your soul to overflowing because of the consciousness which has been born in your heart that you are a child of God.
130:6.4 (1438.1) “Oggi, figlio mio, tu devi rinascere, ristabilito come un uomo di fede, di coraggio e consacrato al servizio degli uomini, per amore di Dio. E quando avrai così riordinato la vita in te stesso, ti sarai egualmente rimesso in accordo con l’universo; sarai nato di nuovo — nato dallo spirito — ed ormai tutta la tua vita non sarà che una realizzazione vittoriosa. Le afflizioni ti fortificheranno, le delusioni ti sproneranno, le difficoltà ti sfideranno e gli ostacoli ti stimoleranno. Alzati, giovane uomo! Dì addio alla vita di servile paura e di vile codardia. Torna subito ai tuoi doveri e vivi la tua vita nella carne come un figlio di Dio, come un mortale dedito al servizio nobilitante dell’uomo sulla terra e destinato al superbo ed eterno servizio di Dio nell’eternità.”   130:6.4 (1438.1) “This day, my son, you are to be reborn, re-established as a man of faith, courage, and devoted service to man, for God’s sake. And when you become so readjusted to life within yourself, you become likewise readjusted to the universe; you have been born again—born of the spirit—and henceforth will your whole life become one of victorious accomplishment. Trouble will invigorate you; disappointment will spur you on; difficulties will challenge you; and obstacles will stimulate you. Arise, young man! Say farewell to the life of cringing fear and fleeing cowardice. Hasten back to duty and live your life in the flesh as a son of God, a mortal dedicated to the ennobling service of man on earth and destined to the superb and eternal service of God in eternity.”
130:6.5 (1438.2) E questo giovane, di nome Fortunato, divenne più tardi il capo dei Cristiani a Creta e lo stretto collaboratore di Tito nei suoi sforzi per l’elevazione dei credenti cretesi.   130:6.5 (1438.2) And this youth, Fortune, subsequently became the leader of the Christians in Crete and the close associate of Titus in his labors for the uplift of the Cretan believers.
130:6.6 (1438.3) I viaggiatori erano veramente freschi e riposati quando un giorno a mezzodì si prepararono a far vela per Cartagine nell’Africa del Nord, fermandosi due giorni a Cirene. Fu qui che Gesù e Ganid diedero le prime cure ad un ragazzo di nome Rufo, che era rimasto ferito per la caduta da un carro trainato da buoi. Essi lo portarono a casa da sua madre, e suo padre, Simone, non immaginò nemmeno lontanamente che l’uomo cui più tardi portò la croce per ordine di un soldato romano fosse lo straniero che aveva un tempo soccorso suo figlio.   130:6.6 (1438.3) The travelers were truly rested and refreshed when they made ready about noon one day to sail for Carthage in northern Africa, stopping for two days at Cyrene. It was here that Jesus and Ganid gave first aid to a lad named Rufus, who had been injured by the breakdown of a loaded oxcart. They carried him home to his mother, and his father, Simon, little dreamed that the man whose cross he subsequently bore by orders of a Roman soldier was the stranger who once befriended his son.
7. A Cartagine — il discorso sul tempo e sullo spazio ^top   7. At Carthage—Discourse on Time and Space ^top
130:7.1 (1438.4) Durante la maggior parte del tempo della traversata verso Cartagine, Gesù parlò con i suoi compagni di viaggio di questioni sociali, politiche e commerciali; l’argomento religione non fu quasi toccato. Per la prima volta Gonod e Ganid scoprirono che Gesù era un buon narratore e lo tennero impegnato a raccontare delle storie concernenti la sua vita in Galilea. Appresero così che era cresciuto in Galilea e non a Gerusalemme o a Damasco.   130:7.1 (1438.4) Most of the time en route to Carthage Jesus talked with his fellow travelers about things social, political, and commercial; hardly a word was said about religion. For the first time Gonod and Ganid discovered that Jesus was a good storyteller, and they kept him busy telling tales about his early life in Galilee. They also learned that he was reared in Galilee and not in either Jerusalem or Damascus.
130:7.2 (1438.5) Quando Ganid chiese che cosa si dovesse fare per farsi degli amici, avendo notato che la maggior parte delle persone che avevano incontrato era attratta da Gesù, il suo precettore disse: “Interessati dei tuoi simili; impara ad amarli ed osserva il momento favorevole per fare qualcosa per loro che sei sicuro essi desiderano sia fatto”; e poi citò il vecchio proverbio ebreo — “Un uomo che desidera avere degli amici deve anche lui mostrarsi amico.”   130:7.2 (1438.5) When Ganid inquired what one could do to make friends, having noticed that the majority of persons whom they chanced to meet were attracted to Jesus, his teacher said: “Become interested in your fellows; learn how to love them and watch for the opportunity to do something for them which you are sure they want done,” and then he quoted the olden Jewish proverb—“A man who would have friends must show himself friendly.”
130:7.3 (1439.1) A Cartagine Gesù ebbe un lungo e memorabile colloquio con un sacerdote mitraico sull’immortalità, sul tempo e sull’eternità. Questo Persiano era stato educato ad Alessandria e desiderava realmente essere istruito da Gesù. In linguaggio moderno, sostanzialmente Gesù disse in risposta alle sue numerose domande:   130:7.3 (1439.1) At Carthage Jesus had a long and memorable talk with a Mithraic priest about immortality, about time and eternity. This Persian had been educated at Alexandria, and he really desired to learn from Jesus. Put into the words of today, in substance Jesus said in answer to his many questions:
130:7.4 (1439.2) Il tempo è la corrente degli avvenimenti temporali che fluiscono, percepiti dalla coscienza delle creature. Il tempo è un nome dato all’ordinamento in successione per mezzo del quale gli avvenimenti sono riconosciuti e separati. L’universo dello spazio è un fenomeno relazionato al tempo quando lo si osserva da una qualunque posizione interna al di fuori della fissa dimora del Paradiso. Il movimento del tempo si rivela solo in rapporto a qualcosa che non si muove nello spazio come un fenomeno temporale. Nell’universo degli universi il Paradiso e le sue Deità trascendono sia il tempo che lo spazio. Sui mondi abitati la personalità umana (abitata ed orientata dallo spirito del Padre del Paradiso) è la sola realtà relazionata al regno fisico che può trascendere la sequenza materiale degli avvenimenti temporali.   130:7.4 (1439.2) Time is the stream of flowing temporal events perceived by creature consciousness. Time is a name given to the succession-arrangement whereby events are recognized and segregated. The universe of space is a time-related phenomenon as it is viewed from any interior position outside of the fixed abode of Paradise. The motion of time is only revealed in relation to something which does not move in space as a time phenomenon. In the universe of universes Paradise and its Deities transcend both time and space. On the inhabited worlds, human personality (indwelt and oriented by the Paradise Father’s spirit) is the only physically related reality which can transcend the material sequence of temporal events.
130:7.5 (1439.3) Gli animali non hanno il senso del tempo come gli uomini, ed anche all’uomo, a causa della sua visione frammentaria e circoscritta, il tempo appare come una successione di avvenimenti. Ma via via che l’uomo ascende, che progredisce interiormente, la visione allargata di questa processione di avvenimenti è tale da essere percepita sempre di più nel suo insieme. Ciò che precedentemente appariva come una successione di avvenimenti sarà allora visto come un ciclo completo e perfettamente collegato. In tal modo la simultaneità circolare rimpiazzerà sempre di più la precedente coscienza della sequenza lineare degli avvenimenti.   130:7.5 (1439.3) Animals do not sense time as does man, and even to man, because of his sectional and circumscribed view, time appears as a succession of events; but as man ascends, as he progresses inward, the enlarging view of this event procession is such that it is discerned more and more in its wholeness. That which formerly appeared as a succession of events then will be viewed as a whole and perfectly related cycle; in this way will circular simultaneity increasingly displace the onetime consciousness of the linear sequence of events.
130:7.6 (1439.4) Vi sono sette differenti concezioni dello spazio qual è condizionato dal tempo. Lo spazio è misurato dal tempo, non il tempo dallo spazio. La confusione degli scienziati deriva dalla mancata conoscenza della realtà dello spazio. Lo spazio non è solamente un concetto intellettuale della variazione nel rapporto degli oggetti dell’universo. Lo spazio non è vuoto, e la sola cosa che l’uomo conosce che può anche trascendere parzialmente lo spazio è la mente. La mente può funzionare indipendentemente dal concetto di relazione spaziale degli oggetti materiali. Lo spazio è relativamente e comparativamente finito per tutti gli esseri aventi status di creatura. Più la coscienza si avvicina alla consapevolezza delle sette dimensioni cosmiche, più il concetto di spazio potenziale si avvicina all’ultimità. Ma lo spazio potenziale è veramente ultimo solo sul livello assoluto.   130:7.6 (1439.4) There are seven different conceptions of space as it is conditioned by time. Space is measured by time, not time by space. The confusion of the scientist grows out of failure to recognize the reality of space. Space is not merely an intellectual concept of the variation in relatedness of universe objects. Space is not empty, and the only thing man knows which can even partially transcend space is mind. Mind can function independently of the concept of the space-relatedness of material objects. Space is relatively and comparatively finite to all beings of creature status. The nearer consciousness approaches the awareness of seven cosmic dimensions, the more does the concept of potential space approach ultimacy. But the space potential is truly ultimate only on the absolute level.
130:7.7 (1439.5) Deve essere evidente che la realtà universale ha un significato in espansione e sempre relativo sui livelli ascendenti e di perfezionamento del cosmo. In fin dei conti i mortali sopravviventi raggiungono l’identità in un universo a sette dimensioni.   130:7.7 (1439.5) It must be apparent that universal reality has an expanding and always relative meaning on the ascending and perfecting levels of the cosmos. Ultimately, surviving mortals achieve identity in a seven-dimensional universe.
130:7.8 (1439.6) Il concetto tempo-spazio di una mente d’origine materiale è destinato a subire delle espansioni successive via via che la personalità cosciente, che lo concepisce, ascende i livelli degli universi. Quando l’uomo raggiunge la mente intermedia tra il piano dell’esistenza materiale e quello spirituale, le sue idee sul tempo-spazio saranno considerevolmente ampliate come qualità di percezione e quantità d’esperienza. Le concezioni cosmiche in espansione di una personalità spirituale in progresso sono dovute all’accrescimento sia della profondità del discernimento che del campo della coscienza. E via via che la personalità si eleva verso l’alto e verso l’interno, fino ai livelli trascendentali della somiglianza con la Deità, il concetto del tempo-spazio si avvicinerà sempre più ai concetti del non tempo e del non spazio degli Assoluti. In senso relativo, ed in accordo con il compimento trascendentale, questi concetti del livello assoluto dovranno essere percepiti dai figli di destino ultimo.   130:7.8 (1439.6) The time-space concept of a mind of material origin is destined to undergo successive enlargements as the conscious and conceiving personality ascends the levels of the universes. When man attains the mind intervening between the material and the spiritual planes of existence, his ideas of time-space will be enormously expanded both as to quality of perception and quantity of experience. The enlarging cosmic conceptions of an advancing spirit personality are due to augmentations of both depth of insight and scope of consciousness. And as personality passes on, upward and inward, to the transcendental levels of Deity-likeness, the time-space concept will increasingly approximate the timeless and spaceless concepts of the Absolutes. Relatively, and in accordance with transcendental attainment, these concepts of the absolute level are to be envisioned by the children of ultimate destiny.
8. Sulla strada per Napoli e Roma ^top   8. On the Way to Naples and Rome ^top
130:8.1 (1440.1) La prima sosta sulla strada per l’Italia fu nell’isola di Malta. Qui Gesù ebbe una lunga conversazione con un giovane depresso e scoraggiato di nome Claudo. Questo giovane aveva pensato di togliersi la vita, ma quando ebbe finito di parlare con lo Scriba di Damasco, disse: “Affronterò la vita da uomo; ho finito di fare il codardo. Ritornerò dalla mia gente e ricomincerò tutto daccapo.” Poco dopo egli divenne un predicatore entusiasta dei Cinici ed ancora più tardi si unì a Pietro nel proclamare il Cristianesimo a Roma e a Napoli, e dopo la morte di Pietro andò in Spagna a predicare il vangelo. Ma egli non seppe mai che l’uomo che l’aveva ispirato a Malta era il Gesù che in seguito egli proclamò il Liberatore del mondo.   130:8.1 (1440.1) The first stop on the way to Italy was at the island of Malta. Here Jesus had a long talk with a downhearted and discouraged young man named Claudus. This fellow had contemplated taking his life, but when he had finished talking with the scribe of Damascus, he said: “I will face life like a man; I am through playing the coward. I will go back to my people and begin all over again.” Shortly he became an enthusiastic preacher of the Cynics, and still later on he joined hands with Peter in proclaiming Christianity in Rome and Naples, and after the death of Peter he went on to Spain preaching the gospel. But he never knew that the man who inspired him in Malta was the Jesus whom he subsequently proclaimed the world’s Deliverer.
130:8.2 (1440.2) A Siracusa essi trascorsero una settimana intera. L’avvenimento più significativo del loro soggiorno qui fu la riabilitazione di Ezra, l’Ebreo ricaduto nel peccato, che conduceva la taverna in cui Gesù ed i suoi compagni sostarono. Ezra fu affascinato dal contatto con Gesù e gli chiese di aiutarlo a ritornare alla fede d’Israele. Egli espresse la sua disperazione dicendo: “Vorrei essere un vero figlio di Abramo, ma non riesco a trovare Dio.” Gesù disse: “Se desideri veramente trovare Dio, questo desiderio è in se stesso la prova che l’hai già trovato. Il tuo problema non è la tua incapacità di trovare Dio, perché il Padre ha già trovato te; il tuo problema è semplicemente che tu non conosci Dio. Non hai letto nel profeta Geremia: ‘Tu mi cercherai e mi troverai quando mi cercherai con tutto il tuo cuore’? Ed ancora, non ha detto questo stesso profeta: ‘Ed io ti darò un cuore per conoscermi, perché io sono il Signore, e tu apparterrai al mio popolo, ed io sarò il tuo Dio’? E non hai anche letto nelle Scritture dove è detto: ‘Egli volge il suo sguardo verso gli uomini, e se qualcuno dirà: ho peccato e pervertito ciò che era retto, e questo non mi ha portato beneficio, allora Dio libererà l’anima di quell’uomo dalle tenebre ed egli vedrà la luce’?” Allora Ezra trovò Dio e la sua anima fu soddisfatta. Più tardi questo Ebreo, assieme ad un ricco proselito greco, costruì la prima chiesa cristiana a Siracusa.   130:8.2 (1440.2) At Syracuse they spent a full week. The notable event of their stop here was the rehabilitation of Ezra, the backslidden Jew, who kept the tavern where Jesus and his companions stopped. Ezra was charmed by Jesus’ approach and asked him to help him come back to the faith of Israel. He expressed his hopelessness by saying, “I want to be a true son of Abraham, but I cannot find God.” Said Jesus: “If you truly want to find God, that desire is in itself evidence that you have already found him. Your trouble is not that you cannot find God, for the Father has already found you; your trouble is simply that you do not know God. Have you not read in the Prophet Jeremiah, ‘You shall seek me and find me when you shall search for me with all your heart’? And again, does not this same prophet say: ‘And I will give you a heart to know me, that I am the Lord, and you shall belong to my people, and I will be your God’? And have you not also read in the Scriptures where it says: ‘He looks down upon men, and if any will say: I have sinned and perverted that which was right, and it profited me not, then will God deliver that man’s soul from darkness, and he shall see the light’?” And Ezra found God and to the satisfaction of his soul. Later, this Jew, in association with a well-to-do Greek proselyte, built the first Christian church in Syracuse.
130:8.3 (1440.3) A Messina essi si fermarono un solo giorno, ma fu abbastanza per cambiare la vita di un ragazzo, un venditore di frutta, dal quale Gesù comperò della frutta e che di rimando nutrì con il pane della vita. Il ragazzo non dimenticò mai le parole di Gesù e lo sguardo dolce che le accompagnò quando, posando la sua mano sulla spalla del ragazzo, disse: “Addio, ragazzo mio, abbi coraggio mentre cresci fino all’età adulta, e dopo aver nutrito il corpo impara anche come nutrire l’anima. E mio Padre celeste sarà con te e camminerà davanti a te.” Il ragazzo divenne un adepto della religione mitraica e più tardi si convertì alla fede cristiana.   130:8.3 (1440.3) At Messina they stopped for only one day, but that was long enough to change the life of a small boy, a fruit vendor, of whom Jesus bought fruit and in turn fed with the bread of life. The lad never forgot the words of Jesus and the kindly look which went with them when, placing his hand on the boy’s shoulder, he said: “Farewell, my lad, be of good courage as you grow up to manhood and after you have fed the body learn how also to feed the soul. And my Father in heaven will be with you and go before you.” The lad became a devotee of the Mithraic religion and later on turned to the Christian faith.
130:8.4 (1440.4) Infine essi giunsero a Napoli e sentirono di non essere lontani dalla loro destinazione, Roma. Gonod aveva molti affari da trattare a Napoli, e all’infuori dei momenti in cui Gesù era richiesto come interprete, lui e Ganid trascorsero il loro tempo libero a visitare e ad esplorare la città. Ganid diveniva esperto nello scoprire coloro che sembravano aver bisogno di aiuto. Essi trovarono molta povertà in questa città e distribuirono numerose elemosine. Ma Ganid non comprese mai il significato delle parole di Gesù quando, dopo che ebbe dato una moneta ad un mendicante per strada, rifiutò di fermarsi a confortare l’uomo. Gesù disse: “Perché sprecare parole con un individuo che non percepisce il significato di ciò che dici? Lo spirito del Padre non può istruire e salvare uno che non ha capacità di filiazione.” Quello che Gesù voleva dire era che l’uomo non aveva una mente normale; che gli mancava la capacità di rispondere alle direttive dello spirito.   130:8.4 (1440.4) At last they reached Naples and felt they were not far from their destination, Rome. Gonod had much business to transact in Naples, and aside from the time Jesus was required as interpreter, he and Ganid spent their leisure visiting and exploring the city. Ganid was becoming adept at sighting those who appeared to be in need. They found much poverty in this city and distributed many alms. But Ganid never understood the meaning of Jesus’ words when, after he had given a coin to a street beggar, he refused to pause and speak comfortingly to the man. Said Jesus: “Why waste words upon one who cannot perceive the meaning of what you say? The spirit of the Father cannot teach and save one who has no capacity for sonship.” What Jesus meant was that the man was not of normal mind; that he lacked the ability to respond to spirit leading.
130:8.5 (1441.1) Non vi furono esperienze di rilievo a Napoli; Gesù ed il giovane percorsero la città a fondo e distribuirono incoraggiamenti con molti sorrisi a centinaia di uomini, di donne e di bambini.   130:8.5 (1441.1) There was no outstanding experience in Naples; Jesus and the young man thoroughly canvassed the city and spread good cheer with many smiles upon hundreds of men, women, and children.
130:8.6 (1441.2) Da qui essi andarono a Roma passando per Capua, facendo una sosta di tre giorni a Capua. Essi viaggiarono per la Via Appia verso Roma a fianco delle loro bestie da soma, tutti e tre ansiosi di vedere la regina di un impero, la più grande città di tutto il mondo.   130:8.6 (1441.2) From here they went by way of Capua to Rome, making a stop of three days at Capua. By the Appian Way they journeyed on beside their pack animals toward Rome, all three being anxious to see this mistress of empire and the greatest city in all the world.