Fascicolo 2   Paper 2
La natura di Dio   The Nature of God
2:0.1 (33.1) POICHÉ il più elevato concetto che l’uomo ha di Dio è contenuto nell’idea e nell’ideale umani di una personalità primordiale ed infinita, è ammissibile, e può rivelarsi utile, studiare alcune qualità peculiari della natura divina che costituiscono il carattere della Deità. La natura di Dio può essere compresa nel modo migliore attraverso la rivelazione del Padre che Micael di Nebadon ha reso manifesta nei suoi molteplici insegnamenti e nella sua stupenda vita incarnata in un mortale. La natura divina può anche essere meglio compresa dall’uomo se questi considera se stesso come un figlio di Dio e guarda al Creatore del Paradiso come ad un vero Padre spirituale.   2:0.1 (33.1) INASMUCH as man’s highest possible concept of God is embraced within the human idea and ideal of a primal and infinite personality, it is permissible, and may prove helpful, to study certain characteristics of the divine nature which constitute the character of Deity. The nature of God can best be understood by the revelation of the Father which Michael of Nebadon unfolded in his manifold teachings and in his superb mortal life in the flesh. The divine nature can also be better understood by man if he regards himself as a child of God and looks up to the Paradise Creator as a true spiritual Father.
2:0.2 (33.2) La natura di Dio può essere studiata in una rivelazione d’idee supreme, il carattere divino può essere immaginato come un ritratto d’ideali celesti, ma la più illuminante e la più spiritualmente edificante di tutte le rivelazioni della natura divina si può trovare nella comprensione della vita religiosa di Gesù di Nazaret, prima e dopo che ebbe raggiunto la piena coscienza della sua divinità. Se prendiamo come sfondo della rivelazione di Dio all’uomo la vita incarnata di Micael, possiamo tentare di esprimere in simboli verbali umani alcune idee ed alcuni ideali concernenti la natura divina, che potrebbero contribuire ad una maggiore illuminazione ed unificazione del concetto umano della natura e del carattere della personalità del Padre Universale.   2:0.2 (33.2) The nature of God can be studied in a revelation of supreme ideas, the divine character can be envisaged as a portrayal of supernal ideals, but the most enlightening and spiritually edifying of all revelations of the divine nature is to be found in the comprehension of the religious life of Jesus of Nazareth, both before and after his attainment of full consciousness of divinity. If the incarnated life of Michael is taken as the background of the revelation of God to man, we may attempt to put in human word symbols certain ideas and ideals concerning the divine nature which may possibly contribute to a further illumination and unification of the human concept of the nature and the character of the personality of the Universal Father.
2:0.3 (33.3) In tutti i nostri sforzi per ampliare e spiritualizzare il concetto umano di Dio, siamo enormemente condizionati dalla limitata capacità della mente mortale. Nell’esecuzione del nostro incarico siamo inoltre estremamente ostacolati dai limiti del linguaggio e dalla scarsità del materiale che può essere utilizzato a scopo illustrativo o comparativo nei nostri sforzi di descrivere valori divini e presentare significati spirituali alla mente finita e mortale dell’uomo. Tutti i nostri tentativi per ampliare il concetto umano di Dio sarebbero pressoché inutili se non fosse per il fatto che la mente mortale è abitata dall’Aggiustatore conferito del Padre Universale e che è pervasa dallo Spirito della Verità del Figlio Creatore. Facendo quindi assegnamento sulla presenza di questi spiriti divini nel cuore dell’uomo per aiutarmi ad ampliare il concetto di Dio, intraprendo con gioia l’esecuzione del mio mandato consistente nel tentare di descrivere più completamente la natura di Dio alla mente dell’uomo.   2:0.3 (33.3) In all our efforts to enlarge and spiritualize the human concept of God, we are tremendously handicapped by the limited capacity of the mortal mind. We are also seriously handicapped in the execution of our assignment by the limitations of language and by the poverty of material which can be utilized for purposes of illustration or comparison in our efforts to portray divine values and to present spiritual meanings to the finite, mortal mind of man. All our efforts to enlarge the human concept of God would be well-nigh futile except for the fact that the mortal mind is indwelt by the bestowed Adjuster of the Universal Father and is pervaded by the Truth Spirit of the Creator Son. Depending, therefore, on the presence of these divine spirits within the heart of man for assistance in the enlargement of the concept of God, I cheerfully undertake the execution of my mandate to attempt the further portrayal of the nature of God to the mind of man.
1. L’infinità di Dio ^top   1. The Infinity of God ^top
2:1.1 (33.4) “Toccando l’Infinito non possiamo scoprirlo. Le impronte divine non sono conosciute.” “La sua comprensione è infinita e la sua grandezza è imperscrutabile.” La luce abbagliante della presenza del Padre è tale che per le sue creature inferiori egli sembra “dimorare nelle spesse tenebre”. Non solo i suoi pensieri ed i suoi piani sono insondabili, ma “egli fa innumerevoli cose, grandi e meravigliose”. “Dio è grande; noi non lo comprendiamo, né si può valutare il numero dei suoi anni.” “Dio abiterà veramente la terra? Ecco, il cielo (l’universo) ed il cielo dei cieli (l’universo degli universi) non possono contenerlo.” “Come sono insondabili i suoi giudizi ed inconoscibili le sue vie!”   2:1.1 (33.4) “Touching the Infinite, we cannot find him out. The divine footsteps are not known.” “His understanding is infinite and his greatness is unsearchable.” The blinding light of the Father’s presence is such that to his lowly creatures he apparently “dwells in the thick darkness.” Not only are his thoughts and plans unsearchable, but “he does great and marvelous things without number.” “God is great; we comprehend him not, neither can the number of his years be searched out.” “Will God indeed dwell on the earth? Behold, the heaven (universe) and the heaven of heavens (universe of universes) cannot contain him.” “How unsearchable are his judgments and his ways past finding out!”
2:1.2 (34.1) “Non c’è che un solo Dio, il Padre infinito, che è anche un fedele Creatore.” “Il divino Creatore è anche il Dispensatore Universale, la sorgente e il destino delle anime. Egli è l’Anima Suprema, la Mente Primordiale e lo Spirito Illimitato di tutta la creazione.” “Il grande Controllore non commette errori. Egli risplende di maestà e di gloria.” “Il Dio Creatore è completamente privo di paura e d’inimicizia. Egli è immortale, eterno, esistente da se stesso, divino e generoso.” “Quanto puro e bello, quanto profondo ed insondabile è l’Antenato celeste di tutte le cose!” “L’Infinito è tanto più grande in quanto rivela se stesso agli uomini. Egli è l’inizio e la fine, il Padre di ogni disegno buono e perfetto.” “Con Dio tutte le cose sono possibili; l’eterno Creatore è la causa delle cause.”   2:1.2 (34.1) “There is but one God, the infinite Father, who is also a faithful Creator.” “The divine Creator is also the Universal Disposer, the source and destiny of souls. He is the Supreme Soul, the Primal Mind, and the Unlimited Spirit of all creation.” “The great Controller makes no mistakes. He is resplendent in majesty and glory.” “The Creator God is wholly devoid of fear and enmity. He is immortal, eternal, self-existent, divine, and bountiful.” “How pure and beautiful, how deep and unfathomable is the supernal Ancestor of all things!” “The Infinite is most excellent in that he imparts himself to men. He is the beginning and the end, the Father of every good and perfect purpose.” “With God all things are possible; the eternal Creator is the cause of causes.”
2:1.3 (34.2) Nonostante l’infinità delle stupende manifestazioni della personalità eterna ed universale del Padre, egli è incondizionatamente autocosciente sia della sua infinità che della sua eternità. Parimenti egli conosce pienamente la sua perfezione ed il suo potere. Egli è il solo essere nell’universo, oltre ai suoi coordinati divini, che fa l’esperienza di una perfetta, corretta e completa valutazione di se stesso.   2:1.3 (34.2) Notwithstanding the infinity of the stupendous manifestations of the Father’s eternal and universal personality, he is unqualifiedly self-conscious of both his infinity and eternity; likewise he knows fully his perfection and power. He is the only being in the universe, aside from his divine co-ordinates, who experiences a perfect, proper, and complete appraisal of himself.
2:1.4 (34.3) Il Padre viene incontro costantemente ed immancabilmente ai bisogni delle differenti richieste di se stesso a seconda di come mutano di volta in volta nelle varie sezioni del suo universo maestro. Il grande Dio conosce e comprende se stesso; egli è infinitamente autocosciente di tutti i suoi attributi primordiali di perfezione. Dio non è un accidente cosmico e non è neppure uno sperimentatore di universi. I Sovrani degli Universi possono impegnarsi in avventure, i Padri delle Costellazioni possono fare esperimenti, i capi dei sistemi possono esercitarsi; ma il Padre Universale vede la fine sin dall’inizio, ed il suo piano divino e il suo proposito eterno abbracciano e comprendono effettivamente tutti gli esperimenti e le avventure di tutti i suoi subordinati in ogni mondo, sistema e costellazione di ogni universo dei suoi immensi domini.   2:1.4 (34.3) The Father constantly and unfailingly meets the need of the differential of demand for himself as it changes from time to time in various sections of his master universe. The great God knows and understands himself; he is infinitely self-conscious of all his primal attributes of perfection. God is not a cosmic accident; neither is he a universe experimenter. The Universe Sovereigns may engage in adventure; the Constellation Fathers may experiment; the system heads may practice; but the Universal Father sees the end from the beginning, and his divine plan and eternal purpose actually embrace and comprehend all the experiments and all the adventures of all his subordinates in every world, system, and constellation in every universe of his vast domains.
2:1.5 (34.4) Nessuna cosa è nuova per Dio e nessun evento cosmico giunge mai con sorpresa; egli abita il cerchio dell’eternità. I suoi giorni non hanno né inizio né fine. Per Dio non c’è passato, né presente, né futuro; la totalità del tempo è presente in ogni istante. Egli è il grande ed unico IO SONO.   2:1.5 (34.4) No thing is new to God, and no cosmic event ever comes as a surprise; he inhabits the circle of eternity. He is without beginning or end of days. To God there is no past, present, or future; all time is present at any given moment. He is the great and only I AM.
2:1.6 (34.5) Il Padre Universale è assolutamente ed incondizionatamente infinito in tutti i suoi attributi. Questo fatto, in se stesso e per se stesso, lo isola automaticamente da ogni comunicazione personale diretta con esseri materiali finiti e con altre inferiori intelligenze create.   2:1.6 (34.5) The Universal Father is absolutely and without qualification infinite in all his attributes; and this fact, in and of itself, automatically shuts him off from all direct personal communication with finite material beings and other lowly created intelligences.
2:1.7 (34.6) E tutto ciò richiede tali disposizioni per il contatto e la comunicazione con le sue molteplici creature, come quelle che sono state stabilite, in primo luogo nelle personalità dei Figli Paradisiaci di Dio, i quali, benché perfetti in divinità, condividono spesso anche la natura della carne e del sangue medesimi delle razze planetarie, divenendo uno di voi ed uno con voi. In tal modo, per così dire, Dio diviene uomo, com’è avvenuto nel conferimento di Micael, che fu chiamato alternativamente il Figlio di Dio ed il Figlio dell’Uomo. In secondo luogo vi sono le personalità dello Spirito Infinito, i vari ordini di schiere serafiche e di altre intelligenze celesti che si avvicinano agli esseri materiali di umile origine e li assistono e servono in svariate maniere. In terzo luogo vi sono i Monitori del Mistero impersonali, gli Aggiustatori di Pensiero, il dono effettivo del grande Dio stesso, mandati a dimorare in esseri umani, come quelli di Urantia, senza avvertimento né spiegazione. Essi discendono in profusione incessante dalle altitudini di gloria per onorare e dimorare nell’umile mente di quei mortali che possiedono la capacità effettiva o potenziale di essere coscienti di Dio.   2:1.7 (34.6) And all this necessitates such arrangements for contact and communication with his manifold creatures as have been ordained, first, in the personalities of the Paradise Sons of God, who, although perfect in divinity, also often partake of the nature of the very flesh and blood of the planetary races, becoming one of you and one with you; thus, as it were, God becomes man, as occurred in the bestowal of Michael, who was called interchangeably the Son of God and the Son of Man. And second, there are the personalities of the Infinite Spirit, the various orders of the seraphic hosts and other celestial intelligences who draw near to the material beings of lowly origin and in so many ways minister to them and serve them. And third, there are the impersonal Mystery Monitors, Thought Adjusters, the actual gift of the great God himself sent to indwell such as the humans of Urantia, sent without announcement and without explanation. In endless profusion they descend from the heights of glory to grace and indwell the humble minds of those mortals who possess the capacity for God-consciousness or the potential therefor.
2:1.8 (35.1) In questi modi ed in molti altri, in maniere a voi sconosciute e totalmente al di là della comprensione finita, il Padre del Paradiso amorevolmente e spontaneamente abbassa, ed in altri modi modifica, diluisce ed attenua la sua infinità per potersi avvicinare maggiormente alla mente finita dei suoi figli creature. E così, attraverso una serie di ripartizioni della personalità sempre meno assolute, il Padre infinito può godere di uno stretto contatto con le diverse intelligenze dei numerosi regni del suo immenso universo.   2:1.8 (35.1) In these ways and in many others, in ways unknown to you and utterly beyond finite comprehension, does the Paradise Father lovingly and willingly downstep and otherwise modify, dilute, and attenuate his infinity in order that he may be able to draw nearer the finite minds of his creature children. And so, through a series of personality distributions which are diminishingly absolute, the infinite Father is enabled to enjoy close contact with the diverse intelligences of the many realms of his far-flung universe.
2:1.9 (35.2) Tutto ciò egli ha fatto, fa ora e continuerà a fare in eterno, senza sminuire di nulla il fatto e la realtà della sua infinità, della sua eternità e del suo primato. E queste cose sono assolutamente vere, nonostante la difficoltà a comprenderle, il mistero in cui sono avvolte o l’impossibilità di essere pienamente capite da creature come quelle che abitano Urantia.   2:1.9 (35.2) All this he has done and now does, and evermore will continue to do, without in the least detracting from the fact and reality of his infinity, eternity, and primacy. And these things are absolutely true, notwithstanding the difficulty of their comprehension, the mystery in which they are enshrouded, or the impossibility of their being fully understood by creatures such as dwell on Urantia.
2:1.10 (35.3) Poiché il Primo Padre è infinito nei suoi piani ed eterno nei suoi propositi, è intrinsecamente impossibile per qualsiasi essere finito afferrare o comprendere questi piani e disegni divini nella loro pienezza. L’uomo mortale può intravedere i propositi del Padre solo di tanto in tanto, qua e là, nella misura in cui sono rivelati in rapporto all’esecuzione del piano d’ascensione delle creature sui suoi livelli successivi di progressione nell’universo. Sebbene l’uomo non riesca ad inglobare il significato dell’infinità, con assoluta certezza il Padre infinito comprende pienamente ed avvolge amorevolmente l’intera finità di tutti i suoi figli in tutti gli universi.   2:1.10 (35.3) Because the First Father is infinite in his plans and eternal in his purposes, it is inherently impossible for any finite being ever to grasp or comprehend these divine plans and purposes in their fullness. Mortal man can glimpse the Father’s purposes only now and then, here and there, as they are revealed in relation to the outworking of the plan of creature ascension on its successive levels of universe progression. Though man cannot encompass the significance of infinity, the infinite Father does most certainly fully comprehend and lovingly embrace all the finity of all his children in all universes.
2:1.11 (35.4) Il Padre condivide la divinità e l’eternità con moltissimi degli esseri più elevati del Paradiso, ma noi ci chiediamo se l’infinità ed il conseguente primato universale siano pienamente condivisi con altri oltre che con i suoi associati coordinati della Trinità del Paradiso. L’infinità della personalità deve necessariamente inglobare tutta la finitezza della personalità; da ciò la verità — verità letterale — dell’insegnamento che proclama che “In Lui viviamo, ci muoviamo ed abbiamo il nostro essere.” Quel frammento di pura Deità del Padre Universale che dimora nell’uomo mortale è una parte dell’infinità della Prima Grande Sorgente e Centro, il Padre dei Padri.   2:1.11 (35.4) Divinity and eternity the Father shares with large numbers of the higher Paradise beings, but we question whether infinity and consequent universal primacy is fully shared with any save his co-ordinate associates of the Paradise Trinity. Infinity of personality must, perforce, embrace all finitude of personality; hence the truth—literal truth—of the teaching which declares that “In Him we live and move and have our being.” That fragment of the pure Deity of the Universal Father which indwells mortal man is a part of the infinity of the First Great Source and Center, the Father of Fathers.
2. La perfezione eterna del Padre ^top   2. The Father’s Eternal Perfection ^top
2:2.1 (35.5) Anche i vostri antichi profeti comprendevano l’eterna natura circolare, senza inizio né fine, del Padre Universale. Dio è letteralmente ed eternamente presente nel suo universo degli universi. Egli abita il momento presente con tutta la sua maestà assoluta e la sua grandezza eterna. “Il Padre ha la vita in se stesso e questa vita è vita eterna.” Lungo tutte le ere eterne è stato il Padre che “dona la vita a tutti”. C’è perfezione infinita nell’integrità divina. “Io sono il Signore; io non cambio.” La nostra conoscenza dell’universo degli universi rivela non solo che egli è il Padre delle luci, ma anche che nella sua conduzione degli affari interplanetari “non c’è né variabilità né ombra di cambiamento”. Egli “annuncia la fine già dall’inizio”. Egli dice: “La mia decisione permarrà; farò tutto ciò che mi aggrada” “secondo il proposito eterno che ho stabilito in mio Figlio.” I piani ed i propositi della Prima Sorgente e Centro sono perciò com’è lui stesso: eterni, perfetti e per sempre immutabili.   2:2.1 (35.5) Even your olden prophets understood the eternal, never-beginning, never-ending, circular nature of the Universal Father. God is literally and eternally present in his universe of universes. He inhabits the present moment with all his absolute majesty and eternal greatness. “The Father has life in himself, and this life is eternal life.” Throughout the eternal ages it has been the Father who “gives to all life.” There is infinite perfection in the divine integrity. “I am the Lord; I change not.” Our knowledge of the universe of universes discloses not only that he is the Father of lights, but also that in his conduct of interplanetary affairs there “is no variableness neither shadow of changing.” He “declares the end from the beginning.” He says: “My counsel shall stand; I will do all my pleasures” “according to the eternal purpose which I purposed in my Son.” Thus are the plans and purposes of the First Source and Center like himself: eternal, perfect, and forever changeless.
2:2.2 (35.6) C’è finalità di completezza e perfezione di pienezza nei comandamenti del Padre. “Tutto ciò che Dio fa, rimarrà per sempre; niente vi può essere aggiunto e niente può esservi tolto.” Il Padre Universale non si pente dei suoi propositi originari di saggezza e di perfezione. I suoi piani sono stabili, la sua intenzione è immutabile, così come i suoi atti sono divini ed infallibili. “Mille anni per lui sono solo come il giorno di ieri quando è trascorso e come una veglia nella notte.” La perfezione della divinità e l’ampiezza dell’eternità sono per sempre al di là della piena comprensione per la mente circoscritta dei mortali.   2:2.2 (35.6) There is finality of completeness and perfection of repleteness in the mandates of the Father. “Whatsoever God does, it shall be forever; nothing can be added to it nor anything taken from it.” The Universal Father does not repent of his original purposes of wisdom and perfection. His plans are steadfast, his counsel immutable, while his acts are divine and infallible. “A thousand years in his sight are but as yesterday when it is past and as a watch in the night.” The perfection of divinity and the magnitude of eternity are forever beyond the full grasp of the circumscribed mind of mortal man.
2:2.3 (36.1) Le reazioni di un Dio immutabile, nell’esecuzione del suo proposito eterno, possono sembrare variare secondo il comportamento mutevole e le menti incostanti delle sue intelligenze create. Esse possono apparentemente e superficialmente variare; ma sotto la superficie e dietro ogni manifestazione esteriore è sempre presente il proposito immutabile, il piano perpetuo, del Dio eterno.   2:2.3 (36.1) The reactions of a changeless God, in the execution of his eternal purpose, may seem to vary in accordance with the changing attitude and the shifting minds of his created intelligences; that is, they may apparently and superficially vary; but underneath the surface and beneath all outward manifestations, there is still present the changeless purpose, the everlasting plan, of the eternal God.
2:2.4 (36.2) Fuori, negli universi, la perfezione deve essere necessariamente un termine relativo, ma nell’universo centrale e specialmente in Paradiso la perfezione è completa; in certe fasi è persino assoluta. Le manifestazioni della Trinità cambiano la dimostrazione della perfezione divina, ma non l’attenuano.   2:2.4 (36.2) Out in the universes, perfection must necessarily be a relative term, but in the central universe and especially on Paradise, perfection is undiluted; in certain phases it is even absolute. Trinity manifestations vary the exhibition of the divine perfection but do not attenuate it.
2:2.5 (36.3) La perfezione primordiale di Dio non consiste in una rettitudine presunta, ma piuttosto nella perfezione insita nella bontà della sua natura divina. Egli è finale, completo e perfetto. Non manca nulla alla bellezza e alla perfezione del suo carattere retto. E l’intero piano delle esistenze viventi sui mondi dello spazio è incentrato nel proposito divino di elevare tutte le creature dotate di volontà all’alto destino dell’esperienza di condividere la perfezione paradisiaca del Padre. Dio non è né egocentrico né riservato; egli non cessa mai di donare se stesso a tutte le creature coscienti di se stesse dell’immenso universo degli universi.   2:2.5 (36.3) God’s primal perfection consists not in an assumed righteousness but rather in the inherent perfection of the goodness of his divine nature. He is final, complete, and perfect. There is no thing lacking in the beauty and perfection of his righteous character. And the whole scheme of living existences on the worlds of space is centered in the divine purpose of elevating all will creatures to the high destiny of the experience of sharing the Father’s Paradise perfection. God is neither self-centered nor self-contained; he never ceases to bestow himself upon all self-conscious creatures of the vast universe of universes.
2:2.6 (36.4) Dio è eternamente ed infinitamente perfetto. Egli non può conoscere l’imperfezione come esperienza personale, ma condivide la consapevolezza di tutta l’esperienza d’imperfezione di tutte le creature che lottano negli universi in evoluzione di tutti i Figli Creatori Paradisiaci. Il tocco personale e liberatore del Dio di perfezione copre con la sua ombra i cuori di tutte le creature mortali che si sono elevate al livello universale di discernimento morale e circonda le loro nature. In tal modo, come pure attraverso i contatti della sua presenza divina, il Padre Universale partecipa effettivamente all’esperienza con l’immaturità e l’imperfezione nella carriera evolutiva di ogni essere morale dell’intero universo.   2:2.6 (36.4) God is eternally and infinitely perfect, he cannot personally know imperfection as his own experience, but he does share the consciousness of all the experience of imperfectness of all the struggling creatures of the evolutionary universes of all the Paradise Creator Sons. The personal and liberating touch of the God of perfection overshadows the hearts and encircuits the natures of all those mortal creatures who have ascended to the universe level of moral discernment. In this manner, as well as through the contacts of the divine presence, the Universal Father actually participates in the experience with immaturity and imperfection in the evolving career of every moral being of the entire universe.
2:2.7 (36.5) I limiti umani, il male potenziale, non fanno parte della natura divina. Ma l’esperienza dei mortali con il male e tutte le relazioni dell’uomo con esso fanno certamente parte della sempre maggiore autorealizzazione di Dio nei figli del tempo — le creature dotate di responsabilità morale che sono state create o sviluppate da ciascun Figlio Creatore uscito dal Paradiso.   2:2.7 (36.5) Human limitations, potential evil, are not a part of the divine nature, but mortal experience with evil and all man’s relations thereto are most certainly a part of God’s ever-expanding self-realization in the children of time—creatures of moral responsibility who have been created or evolved by every Creator Son going out from Paradise.
3. Giustizia e rettitudine ^top   3. Justice and Righteousness ^top
2:3.1 (36.6) Dio è retto, perciò è giusto. “Il Signore è retto in tutti i suoi modi.” “‘Non ho fatto senza causa tutto ciò che ho fatto’, dice il Signore.” “I giudizi del Signore sono completamente veri e retti.” La giustizia del Padre Universale non può essere influenzata dagli atti e dalle opere delle sue creature, “perché non c’è iniquità nel Signore Dio nostro, né eccezione di persone, né accettazione di doni”.   2:3.1 (36.6) God is righteous; therefore is he just. “The Lord is righteous in all his ways.” “‘I have not done without cause all that I have done,’ says the Lord.” “The judgments of the Lord are true and righteous altogether.” The justice of the Universal Father cannot be influenced by the acts and performances of his creatures, “for there is no iniquity with the Lord our God, no respect of persons, no taking of gifts.”
2:3.2 (36.7) Quanto è futile rivolgere puerili appelli ad un tale Dio affinché modifichi i suoi decreti immutabili al fine di poterci evitare le giuste conseguenze dell’attuazione delle sue sagge leggi naturali e dei suoi retti comandamenti spirituali! “Non ingannatevi; non è possibile burlarsi di Dio, perché ciò che un uomo semina anche raccoglierà.” In verità, anche nella giustizia di raccogliere la messe delle cattive azioni, questa giustizia divina è sempre temperata dalla misericordia. La saggezza infinita è l’arbitro eterno che determina le proporzioni di giustizia e di misericordia che saranno applicate in ogni data circostanza. La più grande punizione (in realtà una conseguenza inevitabile) per la trasgressione e la ribellione deliberata al governo di Dio è la perdita dell’esistenza in quanto soggetto individuale di questo governo. Il risultato finale del peccato deliberato è l’annientamento. In ultima analisi, questi individui che si sono identificati con il peccato si sono autodistrutti divenendo completamente irreali per aver abbracciato l’iniquità. Tuttavia, l’effettiva scomparsa di tali creature è sempre ritardata fino a quando la procedura della giustizia stabilita e corrente in quell’universo non sia stata pienamente osservata.   2:3.2 (36.7) How futile to make puerile appeals to such a God to modify his changeless decrees so that we can avoid the just consequences of the operation of his wise natural laws and righteous spiritual mandates! “Be not deceived; God is not mocked, for whatsoever a man sows that shall he also reap.” True, even in the justice of reaping the harvest of wrongdoing, this divine justice is always tempered with mercy. Infinite wisdom is the eternal arbiter which determines the proportions of justice and mercy which shall be meted out in any given circumstance. The greatest punishment (in reality an inevitable consequence) for wrongdoing and deliberate rebellion against the government of God is loss of existence as an individual subject of that government. The final result of wholehearted sin is annihilation. In the last analysis, such sin-identified individuals have destroyed themselves by becoming wholly unreal through their embrace of iniquity. The factual disappearance of such a creature is, however, always delayed until the ordained order of justice current in that universe has been fully complied with.
2:3.3 (37.1) La cessazione dell’esistenza è generalmente decretata al momento del giudizio dispensazionale o epocale del regno o dei regni. Su un mondo come Urantia esso avviene alla fine di una dispensazione planetaria. In tale circostanza, la cessazione dell’esistenza può essere decretata dall’azione coordinata di tutti i tribunali di giurisdizione, che vanno dal consiglio planetario, passando per le corti di giustizia del Figlio Creatore, fino ai tribunali di giudizio degli Antichi dei Giorni. L’ordine di dissoluzione parte dalle corti superiori del superuniverso a seguito di una conferma non interrotta dell’accusa proveniente dalla sfera di residenza del trasgressore. Allora, quando la sentenza di estinzione è stata confermata dall’alto, l’esecuzione avviene con un atto diretto dei giudici che risiedono nella capitale del superuniverso e che da là operano.   2:3.3 (37.1) Cessation of existence is usually decreed at the dispensational or epochal adjudication of the realm or realms. On a world such as Urantia it comes at the end of a planetary dispensation. Cessation of existence can be decreed at such times by co-ordinate action of all tribunals of jurisdiction, extending from the planetary council up through the courts of the Creator Son to the judgment tribunals of the Ancients of Days. The mandate of dissolution originates in the higher courts of the superuniverse following an unbroken confirmation of the indictment originating on the sphere of the wrongdoer’s residence; and then, when sentence of extinction has been confirmed on high, the execution is by the direct act of those judges residential on, and operating from, the headquarters of the superuniverse.
2:3.4 (37.2) Allorché questa sentenza è definitivamente confermata, l’essere identificatosi con il peccato diviene istantaneamente come se non fosse mai esistito. Non c’è risurrezione da una tale sorte; essa è perpetua ed eterna. I fattori d’energia viventi dell’identità sono dissolti dalle trasformazioni del tempo e dalle metamorfosi dello spazio nei potenziali cosmici da cui in passato erano emersi. Quanto alla personalità dell’essere iniquo, essa è privata del veicolo di continuazione della vita perché la creatura non ha fatto quelle scelte e non ha preso quelle decisioni finali che le avrebbero assicurato la vita eterna. Quando l’accettazione persistente del peccato da parte della mente associata culmina nella completa autoidentificazione con l’iniquità, allora, dopo la cessazione della vita e la dissoluzione cosmica, questa personalità isolata è assorbita nella superanima della creazione, divenendo parte dell’esperienza in evoluzione dell’Essere Supremo. Essa non appare mai più come personalità; la sua identità diviene come se non fosse mai esistita. Nel caso di una personalità abitata da un Aggiustatore, i valori spirituali esperienziali sopravvivono nella realtà dell’Aggiustatore che continua ad esistere.   2:3.4 (37.2) When this sentence is finally confirmed, the sin-identified being instantly becomes as though he had not been. There is no resurrection from such a fate; it is everlasting and eternal. The living energy factors of identity are resolved by the transformations of time and the metamorphoses of space into the cosmic potentials whence they once emerged. As for the personality of the iniquitous one, it is deprived of a continuing life vehicle by the creature’s failure to make those choices and final decisions which would have assured eternal life. When the continued embrace of sin by the associated mind culminates in complete self-identification with iniquity, then upon the cessation of life, upon cosmic dissolution, such an isolated personality is absorbed into the oversoul of creation, becoming a part of the evolving experience of the Supreme Being. Never again does it appear as a personality; its identity becomes as though it had never been. In the case of an Adjuster-indwelt personality, the experiential spirit values survive in the reality of the continuing Adjuster.
2:3.5 (37.3) In ogni contestazione che avviene nell’universo tra livelli effettivi della realtà, la personalità di livello superiore finisce per trionfare sulla personalità di livello inferiore. Questo risultato inevitabile delle controversie universali è inerente al fatto che la divinità di qualità uguaglia il grado di realtà o di attualità di ogni creatura dotata di volontà. Il male non attenuato, l’errore completo, il peccato deliberato e l’iniquità assoluta sono intrinsecamente ed automaticamente suicidi. Tali comportamenti d’irrealtà cosmica possono sopravvivere nell’universo soltanto in virtù di una misericordiosa tolleranza transitoria, in attesa dell’azione dei meccanismi di valutazione della giustizia e di ricerca dell’imparzialità da parte dei tribunali universali che giudicano con rettitudine.   2:3.5 (37.3) In any universe contest between actual levels of reality, the personality of the higher level will ultimately triumph over the personality of the lower level. This inevitable outcome of universe controversy is inherent in the fact that divinity of quality equals the degree of reality or actuality of any will creature. Undiluted evil, complete error, willful sin, and unmitigated iniquity are inherently and automatically suicidal. Such attitudes of cosmic unreality can survive in the universe only because of transient mercy-tolerance pending the action of the justice-determining and fairness-finding mechanisms of the universe tribunals of righteous adjudication.
2:3.6 (37.4) La regola dei Figli Creatori negli universi locali è quella di creare e di spiritualizzare. Questi Figli si consacrano all’esecuzione effettiva del piano paradisiaco d’ascensione progressiva dei mortali, alla riabilitazione dei ribelli e di coloro che hanno idee errate; ma quando tutti questi amorevoli tentativi sono stati infine respinti per sempre, il decreto finale di dissoluzione viene eseguito dalle forze che agiscono sotto la giurisdizione degli Antichi dei Giorni.   2:3.6 (37.4) The rule of the Creator Sons in the local universes is one of creation and spiritualization. These Sons devote themselves to the effective execution of the Paradise plan of progressive mortal ascension, to the rehabilitation of rebels and wrong thinkers, but when all such loving efforts are finally and forever rejected, the final decree of dissolution is executed by forces acting under the jurisdiction of the Ancients of Days.
4. La misericordia divina ^top   4. The Divine Mercy ^top
2:4.1 (38.1) La misericordia è semplicemente la giustizia temperata da quella saggezza che deriva dalla conoscenza perfetta e dal pieno riconoscimento delle debolezze naturali e delle difficoltà ambientali delle creature finite. “Il nostro Dio è pieno di compassione, indulgente, lento alla collera e prodigo di misericordia.” Perciò “chiunque farà appello al Signore sarà salvato”, “perché egli perdonerà abbondantemente”. “La misericordia del Signore va di eternità in eternità”; sì, “la sua misericordia persiste per sempre”. “Io sono il Signore che mette in atto la benevolenza affettuosa, il giudizio e la giustizia sulla terra, perché in queste cose mi compiaccio.” “Io non affliggo né addoloro volentieri i figli degli uomini”, perché io sono “il Padre delle misericordie e il Dio di ogni consolazione”.   2:4.1 (38.1) Mercy is simply justice tempered by that wisdom which grows out of perfection of knowledge and the full recognition of the natural weaknesses and environmental handicaps of finite creatures. “Our God is full of compassion, gracious, long-suffering, and plenteous in mercy.” Therefore “whosoever calls upon the Lord shall be saved,” “for he will abundantly pardon.” “The mercy of the Lord is from everlasting to everlasting”; yes, “his mercy endures forever.” “I am the Lord who executes loving-kindness, judgment, and righteousness in the earth, for in these things I delight.” “I do not afflict willingly nor grieve the children of men,” for I am “the Father of mercies and the God of all comfort.”
2:4.2 (38.2) Dio è intrinsecamente benevolo, compassionevole per natura e perpetuamente misericordioso. Non è mai necessaria alcuna influenza per indurre il Padre a mostrare la sua affettuosa benevolenza. Il bisogno delle creature è completamente sufficiente ad assicurare il pieno flusso dell’amorevole misericordia del Padre e della sua grazia salvifica. Poiché Dio sa tutto dei suoi figli, è facile per lui perdonare. Più un uomo comprende il suo prossimo, più gli sarà facile perdonarlo ed anche amarlo.   2:4.2 (38.2) God is inherently kind, naturally compassionate, and everlastingly merciful. And never is it necessary that any influence be brought to bear upon the Father to call forth his loving-kindness. The creature’s need is wholly sufficient to insure the full flow of the Father’s tender mercies and his saving grace. Since God knows all about his children, it is easy for him to forgive. The better man understands his neighbor, the easier it will be to forgive him, even to love him.
2:4.3 (38.3) Solo il discernimento di una saggezza infinita permette ad un Dio retto di somministrare giustizia e misericordia nello stesso tempo ed in ogni data situazione dell’universo. Il Padre celeste non è mai turbato da comportamenti contrastanti verso i suoi figli dell’universo; Dio non è mai vittima di atteggiamenti contraddittori. L’onniscienza di Dio dirige infallibilmente il suo libero arbitrio nella scelta di quella condotta nell’universo che soddisfa perfettamente, simultaneamente ed equamente le esigenze di tutti i suoi attributi divini e le qualità infinite della sua natura eterna.   2:4.3 (38.3) Only the discernment of infinite wisdom enables a righteous God to minister justice and mercy at the same time and in any given universe situation. The heavenly Father is never torn by conflicting attitudes towards his universe children; God is never a victim of attitudinal antagonisms. God’s all-knowingness unfailingly directs his free will in the choosing of that universe conduct which perfectly, simultaneously, and equally satisfies the demands of all his divine attributes and the infinite qualities of his eternal nature.
2:4.4 (38.4) La misericordia è il prodotto naturale ed inevitabile della bontà e dell’amore. La natura buona di un Padre amorevole non potrebbe rifiutare il saggio ministero di misericordia verso ciascun membro di ogni gruppo di suoi figli dell’universo. La giustizia eterna e la misericordia divina unite costituiscono ciò che nell’esperienza umana sarebbe chiamata equità.   2:4.4 (38.4) Mercy is the natural and inevitable offspring of goodness and love. The good nature of a loving Father could not possibly withhold the wise ministry of mercy to each member of every group of his universe children. Eternal justice and divine mercy together constitute what in human experience would be called fairness.
2:4.5 (38.5) La misericordia divina rappresenta una tecnica equa di aggiustamento tra i livelli di perfezione e d’imperfezione dell’universo. La misericordia è la giustizia della Supremazia adattata alle situazioni del finito in evoluzione, la rettitudine dell’eternità modificata per soddisfare gl’interessi superiori ed il benessere universale dei figli del tempo. La misericordia non è una violazione della giustizia, ma piuttosto un’interpretazione indulgente delle esigenze della giustizia suprema, qual è applicata con equità agli esseri spirituali subordinati e alle creature materiali degli universi in evoluzione. La misericordia è la giustizia della Trinità del Paradiso applicata con saggezza ed amore alle molteplici intelligenze delle creazioni del tempo e dello spazio, così come viene formulata dalla saggezza divina e determinata dalla mente onnisciente e dal libero arbitrio sovrano del Padre Universale e di tutti i suoi Creatori associati.   2:4.5 (38.5) Divine mercy represents a fairness technique of adjustment between the universe levels of perfection and imperfection. Mercy is the justice of Supremacy adapted to the situations of the evolving finite, the righteousness of eternity modified to meet the highest interests and universe welfare of the children of time. Mercy is not a contravention of justice but rather an understanding interpretation of the demands of supreme justice as it is fairly applied to the subordinate spiritual beings and to the material creatures of the evolving universes. Mercy is the justice of the Paradise Trinity wisely and lovingly visited upon the manifold intelligences of the creations of time and space as it is formulated by divine wisdom and determined by the all-knowing mind and the sovereign free will of the Universal Father and all his associated Creators.
5. L’amore di Dio ^top   5. The Love of God ^top
2:5.1 (38.6) “Dio è amore”; perciò il suo unico atteggiamento personale verso gli affari dell’universo è sempre una reazione di divino affetto. Il Padre ci ama a tal punto da conferirci la sua vita. “Egli fa levare il suo sole sul cattivo e sul buono e manda la pioggia sul giusto e sull’ingiusto.”   2:5.1 (38.6) “God is love”; therefore his only personal attitude towards the affairs of the universe is always a reaction of divine affection. The Father loves us sufficiently to bestow his life upon us. “He makes his sun to rise on the evil and on the good and sends rain on the just and on the unjust.”
2:5.2 (39.1) È sbagliato credere che Dio sia indotto ad amare i suoi figlioli a causa dei sacrifici dei suoi Figli o dell’intercessione delle sue creature subordinate, “perché il Padre stesso vi ama”. È in risposta a questo affetto paterno che Dio manda i meravigliosi Aggiustatori a dimorare nelle menti degli uomini. L’amore di Dio è universale; “chiunque lo voglia può venire”. Egli vorrebbe “vedere tutti gli uomini salvati per essere giunti alla conoscenza della verità”. Egli “desidera che nessuno perisca”.   2:5.2 (39.1) It is wrong to think of God as being coaxed into loving his children because of the sacrifices of his Sons or the intercession of his subordinate creatures, “for the Father himself loves you.” It is in response to this paternal affection that God sends the marvelous Adjusters to indwell the minds of men. God’s love is universal; “whosoever will may come.” He would “have all men be saved by coming into the knowledge of the truth.” He is “not willing that any should perish.”
2:5.3 (39.2) I Creatori sono i primi a tentare di salvare l’uomo dai disastrosi risultati della sua folle trasgressione delle leggi divine. Per sua natura l’amore di Dio è un affetto paterno, quindi talvolta egli “ci castiga a nostro profitto, affinché possiamo partecipare della sua santità”. Anche nel corso delle vostre più ardue prove ricordatevi che “in tutte le nostre afflizioni egli è afflitto con noi”.   2:5.3 (39.2) The Creators are the very first to attempt to save man from the disastrous results of his foolish transgression of the divine laws. God’s love is by nature a fatherly affection; therefore does he sometimes “chasten us for our own profit, that we may be partakers of his holiness.” Even during your fiery trials remember that “in all our afflictions he is afflicted with us.”
2:5.4 (39.3) Dio è divinamente benevolo con i peccatori. Quando dei ribelli tornano alla rettitudine, sono accolti con misericordia, “perché il nostro Dio perdonerà abbondantemente”. “Io sono colui che cancella le vostre trasgressioni per il mio stesso bene, e non mi ricorderò dei vostri peccati.” “Vedete quale genere d’amore il Padre ci ha accordato affinché siamo chiamati i figli di Dio.”   2:5.4 (39.3) God is divinely kind to sinners. When rebels return to righteousness, they are mercifully received, “for our God will abundantly pardon.” “I am he who blots out your transgressions for my own sake, and I will not remember your sins.” “Behold what manner of love the Father has bestowed upon us that we should be called the sons of God.”
2:5.5 (39.4) Dopotutto, la più grande prova della bontà di Dio e la ragione suprema per amarlo è il dono del Padre che dimora in voi — l’Aggiustatore che attende così pazientemente l’ora in cui lui e voi sarete uniti per l’eternità. Benché voi non possiate trovare Dio mediante la ricerca, se vi sottometterete alle direttive dello spirito interiore sarete infallibilmente guidati passo dopo passo, vita dopo vita, di universo in universo e di era in era, fino a che vi troverete in presenza della personalità paradisiaca del Padre Universale.   2:5.5 (39.4) After all, the greatest evidence of the goodness of God and the supreme reason for loving him is the indwelling gift of the Father—the Adjuster who so patiently awaits the hour when you both shall be eternally made one. Though you cannot find God by searching, if you will submit to the leading of the indwelling spirit, you will be unerringly guided, step by step, life by life, through universe upon universe, and age by age, until you finally stand in the presence of the Paradise personality of the Universal Father.
2:5.6 (39.5) Quanto sareste irragionevoli a non adorare Dio perché i limiti della natura umana e gli ostacoli della vostra creazione materiale v’impediscono di vederlo. Tra voi e Dio c’è un’enorme distanza (spazio fisico) da attraversare. Esiste inoltre un grande abisso di differenza spirituale da colmare. Ma nonostante tutto ciò che vi separa fisicamente e spiritualmente dalla presenza paradisiaca personale di Dio, soffermatevi a riflettere sul fatto solenne che Dio vive in voi; a suo modo egli ha già gettato un ponte sull’abisso. Ha inviato qualcosa di se stesso, il suo spirito, a vivere in voi e a faticare con voi mentre proseguite la vostra carriera eterna nell’universo.   2:5.6 (39.5) How unreasonable that you should not worship God because the limitations of human nature and the handicaps of your material creation make it impossible for you to see him. Between you and God there is a tremendous distance (physical space) to be traversed. There likewise exists a great gulf of spiritual differential which must be bridged; but notwithstanding all that physically and spiritually separates you from the Paradise personal presence of God, stop and ponder the solemn fact that God lives within you; he has in his own way already bridged the gulf. He has sent of himself, his spirit, to live in you and to toil with you as you pursue your eternal universe career.
2:5.7 (39.6) Io trovo facile e piacevole adorare colui che è così grande e al tempo stesso così affettuosamente dedito al ministero di elevazione delle sue creature inferiori. Io amo spontaneamente colui che è così potente nella creazione e nel controllo di essa e tuttavia così perfetto in bontà e così fedele nell’affettuosa benevolenza di cui ci ricopre costantemente. Credo che amerei altrettanto Dio anche se non fosse così grande e potente, purché fosse così buono e misericordioso. Noi tutti amiamo il Padre più per la sua natura che in riconoscimento dei suoi stupefacenti attributi.   2:5.7 (39.6) I find it easy and pleasant to worship one who is so great and at the same time so affectionately devoted to the uplifting ministry of his lowly creatures. I naturally love one who is so powerful in creation and in the control thereof, and yet who is so perfect in goodness and so faithful in the loving-kindness which constantly overshadows us. I think I would love God just as much if he were not so great and powerful, as long as he is so good and merciful. We all love the Father more because of his nature than in recognition of his amazing attributes.
2:5.8 (39.7) Quando osservo i Figli Creatori ed i loro amministratori subordinati lottare così validamente con le molteplici difficoltà del tempo insite nell’evoluzione degli universi dello spazio, scopro che nutro per questi governanti minori degli universi un grande e profondo affetto. Dopotutto, penso che noi tutti, inclusi i mortali dei regni, amiamo il Padre Universale e tutti gli altri esseri divini od umani perché discerniamo che queste personalità ci amano veramente. L’esperienza di amare è in gran misura una risposta diretta all’esperienza di essere amati. Sapendo che Dio mi ama, io dovrei continuare ad amarlo sommamente, anche se fosse privo di tutti i suoi attributi di supremazia, di ultimità e di assolutezza.   2:5.8 (39.7) When I observe the Creator Sons and their subordinate administrators struggling so valiantly with the manifold difficulties of time inherent in the evolution of the universes of space, I discover that I bear these lesser rulers of the universes a great and profound affection. After all, I think we all, including the mortals of the realms, love the Universal Father and all other beings, divine or human, because we discern that these personalities truly love us. The experience of loving is very much a direct response to the experience of being loved. Knowing that God loves me, I should continue to love him supremely, even though he were divested of all his attributes of supremacy, ultimacy, and absoluteness.
2:5.9 (40.1) L’amore del Padre ci segue ora e per tutto il ciclo senza fine delle ere eterne. Quando meditate sulla natura amorevole di Dio, c’è una sola reazione della personalità ragionevole e naturale: amerete sempre di più il vostro Creatore; renderete a Dio un affetto analogo a quello di un figlio per un genitore terreno, perché come un padre, un padre reale, un vero padre, ama i suoi figli, così il Padre Universale ama i figli e le figlie che ha creato e cerca sempre il loro benessere.   2:5.9 (40.1) The Father’s love follows us now and throughout the endless circle of the eternal ages. As you ponder the loving nature of God, there is only one reasonable and natural personality reaction thereto: You will increasingly love your Maker; you will yield to God an affection analogous to that given by a child to an earthly parent; for, as a father, a real father, a true father, loves his children, so the Universal Father loves and forever seeks the welfare of his created sons and daughters.
2:5.10 (40.2) Ma l’amore di Dio è un affetto di genitore intelligente e previdente. L’amore divino opera in associazione unificata con la saggezza divina e con tutte le altre caratteristiche infinite della natura perfetta del Padre Universale. Dio è amore, ma l’amore non è Dio. La più grande manifestazione dell’amore divino per gli esseri mortali si riscontra nel conferimento degli Aggiustatori di Pensiero, ma per voi la più grande rivelazione dell’amore del Padre si vede nella vita di conferimento di suo Figlio Micael, nel modo in cui egli visse sulla terra la vita spirituale ideale. È l’Aggiustatore residente che individualizza l’amore di Dio per ogni anima umana.   2:5.10 (40.2) But the love of God is an intelligent and farseeing parental affection. The divine love functions in unified association with divine wisdom and all other infinite characteristics of the perfect nature of the Universal Father. God is love, but love is not God. The greatest manifestation of the divine love for mortal beings is observed in the bestowal of the Thought Adjusters, but your greatest revelation of the Father’s love is seen in the bestowal life of his Son Michael as he lived on earth the ideal spiritual life. It is the indwelling Adjuster who individualizes the love of God to each human soul.
2:5.11 (40.3) Talvolta sono quasi addolorato di essere costretto a descrivere l’affetto divino del Padre celeste per i suoi figli dell’universo utilizzando il simbolo verbale umano amore. Questo termine, pur connotando il concetto umano più elevato delle relazioni di rispetto e devozione dei mortali, è impiegato così spesso per designare una quantità tale di rapporti umani che è del tutto ignobile ed assolutamente sconveniente che sia designato con un qualsiasi vocabolo che è anche usato per indicare l’affetto ineguagliabile del Dio vivente per le sue creature dell’universo! Che peccato che io non possa servirmi di un termine celeste ed esclusivo che possa trasmettere alla mente dell’uomo la vera natura ed il significato squisitamente bello dell’affetto divino del Padre del Paradiso.   2:5.11 (40.3) At times I am almost pained to be compelled to portray the divine affection of the heavenly Father for his universe children by the employment of the human word symbol love. This term, even though it does connote man’s highest concept of the mortal relations of respect and devotion, is so frequently designative of so much of human relationship that is wholly ignoble and utterly unfit to be known by any word which is also used to indicate the matchless affection of the living God for his universe creatures! How unfortunate that I cannot make use of some supernal and exclusive term which would convey to the mind of man the true nature and exquisitely beautiful significance of the divine affection of the Paradise Father.
2:5.12 (40.4) Quando gli uomini perdono di vista l’amore di un Dio personale, il regno di Dio diventa semplicemente il regno del bene. Nonostante l’unità infinita della natura divina, l’amore è la caratteristica dominante di tutti i rapporti personali di Dio con le sue creature.   2:5.12 (40.4) When man loses sight of the love of a personal God, the kingdom of God becomes merely the kingdom of good. Notwithstanding the infinite unity of the divine nature, love is the dominant characteristic of all God’s personal dealings with his creatures.
6. La bontà di Dio ^top   6. The Goodness of God ^top
2:6.1 (40.5) Nell’universo fisico noi possiamo vedere la bellezza, nel mondo intellettuale possiamo discernere la verità eterna, ma la bontà di Dio si scopre soltanto nel mondo spirituale dell’esperienza religiosa personale. Nella sua vera essenza, la religione è una fede-fiducia nella bontà di Dio. Nella filosofia, Dio potrebbe essere grande ed assoluto, in qualche modo anche intelligente e personale, ma nella religione Dio deve anche essere morale, deve essere buono. L’uomo potrebbe temere un grande Dio, ma ha fiducia solo di un Dio buono ed ama soltanto un tale Dio. Questa bontà di Dio è parte della personalità di Dio e la sua piena rivelazione appare solo nell’esperienza religiosa personale dei figli di Dio credenti.   2:6.1 (40.5) In the physical universe we may see the divine beauty, in the intellectual world we may discern eternal truth, but the goodness of God is found only in the spiritual world of personal religious experience. In its true essence, religion is a faith-trust in the goodness of God. God could be great and absolute, somehow even intelligent and personal, in philosophy, but in religion God must also be moral; he must be good. Man might fear a great God, but he trusts and loves only a good God. This goodness of God is a part of the personality of God, and its full revelation appears only in the personal religious experience of the believing sons of God.
2:6.2 (40.6) La religione implica che il mondo superiore di natura spirituale sia conscio dei bisogni fondamentali del mondo umano e sia sensibile ad essi. La religione evoluzionaria può divenire etica, ma solo la religione rivelata diviene veramente e spiritualmente morale. L’antico concetto che Dio è una Deità dominata da una moralità regale fu elevato da Gesù ad un tale livello, affettuosamente toccante e d’intima moralità familiare nella relazione genitore-figlio, che nell’esperienza umana non ce n’è altra più tenera e bella.   2:6.2 (40.6) Religion implies that the superworld of spirit nature is cognizant of, and responsive to, the fundamental needs of the human world. Evolutionary religion may become ethical, but only revealed religion becomes truly and spiritually moral. The olden concept that God is a Deity dominated by kingly morality was upstepped by Jesus to that affectionately touching level of intimate family morality of the parent-child relationship, than which there is none more tender and beautiful in mortal experience.
2:6.3 (41.1) La “ricchezza della bontà di Dio induce l’uomo che sbaglia al pentimento”. “Ogni dono buono e ogni dono perfetto provengono dal Padre delle luci.” “Dio è buono; egli è il rifugio eterno delle anime degli uomini.” “Il Signore Dio è misericordioso e benevolo. Egli è indulgente e abbondante in bontà e in verità.” “Gustate e vedete quanto è buono il Signore! Sia benedetto l’uomo che confida in lui.” “Il Signore è benevolo e pieno di compassione. Egli è il Dio della salvezza.” “Egli guarisce i cuori infranti e lenisce le piaghe dell’anima. Egli è l’onnipotente benefattore dell’uomo.”   2:6.3 (41.1) The “richness of the goodness of God leads erring man to repentance.” “Every good gift and every perfect gift comes down from the Father of lights.” “God is good; he is the eternal refuge of the souls of men.” “The Lord God is merciful and gracious. He is long-suffering and abundant in goodness and truth.” “Taste and see that the Lord is good! Blessed is the man who trusts him.” “The Lord is gracious and full of compassion. He is the God of salvation.” “He heals the brokenhearted and binds up the wounds of the soul. He is man’s all-powerful benefactor.”
2:6.4 (41.2) Il concetto di un Dio re-giudice, sebbene abbia favorito un livello morale elevato e creato un popolo rispettoso della legge in quanto gruppo, lasciava il singolo credente in una triste posizione d’insicurezza riguardo alla sua condizione nel tempo e nell’eternità. Gli ultimi profeti ebrei proclamarono che Dio era un Padre per Israele; Gesù rivelò Dio come Padre di ogni essere umano. L’intero concetto mortale di Dio è trascendentalmente illuminato dalla vita di Gesù. L’altruismo è connaturato nell’amore del genitore. Dio non ama come un padre, ma in quanto padre. Egli è il Padre paradisiaco di ogni personalità dell’universo.   2:6.4 (41.2) The concept of God as a king-judge, although it fostered a high moral standard and created a law-respecting people as a group, left the individual believer in a sad position of insecurity respecting his status in time and in eternity. The later Hebrew prophets proclaimed God to be a Father to Israel; Jesus revealed God as the Father of each human being. The entire mortal concept of God is transcendently illuminated by the life of Jesus. Selflessness is inherent in parental love. God loves not like a father, but as a father. He is the Paradise Father of every universe personality.
2:6.5 (41.3) La rettitudine implica che Dio sia la sorgente della legge morale dell’universo. La verità mostra Dio come un rivelatore, come un maestro. Ma l’amore dona e desidera ardentemente affetto, cerca una comunione comprensiva quale esiste tra genitore e figlio. La rettitudine può essere il pensiero divino, ma l’amore è l’atteggiamento di un padre. La supposizione errata che la rettitudine di Dio fosse inconciliabile con l’amore disinteressato del Padre celeste, presupponeva l’assenza di unità nella natura della Deità e portava direttamente all’elaborazione della dottrina dell’espiazione, che è un’offesa filosofica sia all’unità sia al libero arbitrio di Dio.   2:6.5 (41.3) Righteousness implies that God is the source of the moral law of the universe. Truth exhibits God as a revealer, as a teacher. But love gives and craves affection, seeks understanding fellowship such as exists between parent and child. Righteousness may be the divine thought, but love is a father’s attitude. The erroneous supposition that the righteousness of God was irreconcilable with the selfless love of the heavenly Father, presupposed absence of unity in the nature of Deity and led directly to the elaboration of the atonement doctrine, which is a philosophic assault upon both the unity and the free-willness of God.
2:6.6 (41.4) L’affettuoso Padre celeste, il cui spirito dimora nei suoi figli sulla terra, non è una personalità divisa — una di giustizia e l’altra di misericordia — né c’è bisogno di un mediatore per ottenere il favore o il perdono del Padre. La rettitudine divina non è dominata da una rigida giustizia punitiva; Dio in quanto padre trascende Dio in quanto giudice.   2:6.6 (41.4) The affectionate heavenly Father, whose spirit indwells his children on earth, is not a divided personality—one of justice and one of mercy—neither does it require a mediator to secure the Father’s favor or forgiveness. Divine righteousness is not dominated by strict retributive justice; God as a father transcends God as a judge.
2:6.7 (41.5) Dio non è mai adirato, vendicativo o in collera. È vero che la saggezza frena spesso il suo amore, mentre la giustizia condiziona il suo rifiuto di misericordia. Il suo amore per la rettitudine non può fare a meno di manifestarsi con pari avversione per il peccato. Il Padre non è una personalità incoerente; l’unità divina è perfetta. Nella Trinità del Paradiso c’è unità assoluta nonostante le identità eterne dei coordinati di Dio.   2:6.7 (41.5) God is never wrathful, vengeful, or angry. It is true that wisdom does often restrain his love, while justice conditions his rejected mercy. His love of righteousness cannot help being exhibited as equal hatred for sin. The Father is not an inconsistent personality; the divine unity is perfect. In the Paradise Trinity there is absolute unity despite the eternal identities of the co-ordinates of God.
2:6.8 (41.6) Dio ama il peccatore e detesta il peccato. Tale affermazione è vera filosoficamente, ma Dio è una personalità trascendente e le persone possono soltanto amare e odiare altre persone. Il peccato non è una persona. Dio ama il peccatore perché è una realtà di personalità (potenzialmente eterna), mentre verso il peccato Dio non assume alcun atteggiamento personale, perché il peccato non è una realtà spirituale; esso è non personale; perciò solo la giustizia di Dio prende atto della sua esistenza. L’amore di Dio salva il peccatore; la legge di Dio distrugge il peccato. Questo atteggiamento della natura divina cambierebbe, ovviamente, se il peccatore finisse per identificarsi totalmente con il peccato, così come la mente stessa di un mortale può identificarsi totalmente con l’Aggiustatore spirituale che in essa dimora. Un mortale di tal genere, identificatosi con il peccato, diverrebbe nella sua natura completamente carente di spiritualità (e quindi personalmente irreale) e sperimenterebbe l’estinzione finale del proprio essere. L’irrealtà, così come l’incompletezza della natura di una creatura, non può sussistere eternamente in un universo progressivamente reale e sempre più spirituale.   2:6.8 (41.6) God loves the sinner and hates the sin: such a statement is true philosophically, but God is a transcendent personality, and persons can only love and hate other persons. Sin is not a person. God loves the sinner because he is a personality reality (potentially eternal), while towards sin God strikes no personal attitude, for sin is not a spiritual reality; it is not personal; therefore does only the justice of God take cognizance of its existence. The love of God saves the sinner; the law of God destroys the sin. This attitude of the divine nature would apparently change if the sinner finally identified himself wholly with sin just as the same mortal mind may also fully identify itself with the indwelling spirit Adjuster. Such a sin-identified mortal would then become wholly unspiritual in nature (and therefore personally unreal) and would experience eventual extinction of being. Unreality, even incompleteness of creature nature, cannot exist forever in a progressingly real and increasingly spiritual universe.
2:6.9 (42.1) Se consideriamo il mondo della personalità, si scopre che Dio è una persona amorevole; se consideriamo il mondo spirituale, egli è amore personale; nell’esperienza religiosa egli è l’una e l’altro. L’amore identifica la volontà volitiva di Dio. La bontà di Dio riposa sul fondo del libero arbitrio divino — la tendenza universale ad amare, a mostrare misericordia, a manifestare pazienza e ad offrire il perdono.   2:6.9 (42.1) Facing the world of personality, God is discovered to be a loving person; facing the spiritual world, he is a personal love; in religious experience he is both. Love identifies the volitional will of God. The goodness of God rests at the bottom of the divine free-willness—the universal tendency to love, show mercy, manifest patience, and minister forgiveness.
7. Verità e bellezza divine ^top   7. Divine Truth and Beauty ^top
2:7.1 (42.2) Ogni conoscenza finita ed ogni comprensione da parte della creatura sono relative. Le informazioni e le notizie, raccolte anche da fonti elevate, sono solo relativamente complete, localmente esatte e personalmente vere.   2:7.1 (42.2) All finite knowledge and creature understanding are relative. Information and intelligence, gleaned from even high sources, is only relatively complete, locally accurate, and personally true.
2:7.2 (42.3) I fatti fisici sono abbastanza uniformi, ma la verità è un fattore vivente e flessibile nella filosofia dell’universo. Le personalità in evoluzione sono solo parzialmente sagge e relativamente veridiche nelle loro comunicazioni. Esse possono essere sicure soltanto fin dove si estende la loro esperienza personale. Ciò che può sembrare totalmente vero in un luogo può essere solo relativamente vero in un altro segmento della creazione.   2:7.2 (42.3) Physical facts are fairly uniform, but truth is a living and flexible factor in the philosophy of the universe. Evolving personalities are only partially wise and relatively true in their communications. They can be certain only as far as their personal experience extends. That which apparently may be wholly true in one place may be only relatively true in another segment of creation.
2:7.3 (42.4) La verità divina, la verità finale, è uniforme ed universale, ma la storia delle cose spirituali, qual è raccontata da numerosi individui provenienti da sfere diverse, può talvolta variare nei dettagli a causa di questa relatività nella completezza della conoscenza e nella pienezza dell’esperienza personale, così come nella durata e nell’ampiezza di quell’esperienza. Mentre le leggi e i decreti, i pensieri ed i comportamenti della Prima Grande Sorgente e Centro sono eternamente, infinitamente ed universalmente veri, allo stesso tempo la loro applicazione ed il loro adattamento ad ogni universo, sistema, mondo ed intelligenza creata, si accordano con i piani e la tecnica dei Figli Creatori che operano nei loro rispettivi universi, così come si armonizzano con i piani e le procedure locali dello Spirito Infinito e di tutte le altre personalità celesti associate.   2:7.3 (42.4) Divine truth, final truth, is uniform and universal, but the story of things spiritual, as it is told by numerous individuals hailing from various spheres, may sometimes vary in details owing to this relativity in the completeness of knowledge and in the repleteness of personal experience as well as in the length and extent of that experience. While the laws and decrees, the thoughts and attitudes, of the First Great Source and Center are eternally, infinitely, and universally true; at the same time, their application to, and adjustment for, every universe, system, world, and created intelligence, are in accordance with the plans and technique of the Creator Sons as they function in their respective universes, as well as in harmony with the local plans and procedures of the Infinite Spirit and of all other associated celestial personalities.
2:7.4 (42.5) La falsa scienza del materialismo condannerebbe l’uomo mortale a divenire un proscritto nell’universo. Una tale conoscenza parziale è potenzialmente maligna; è una conoscenza composta sia dal bene che dal male. La verità è bella perché è a suo tempo completa e simmetrica. Quando l’uomo cerca la verità, persegue ciò che è divinamente reale.   2:7.4 (42.5) The false science of materialism would sentence mortal man to become an outcast in the universe. Such partial knowledge is potentially evil; it is knowledge composed of both good and evil. Truth is beautiful because it is both replete and symmetrical. When man searches for truth, he pursues the divinely real.
2:7.5 (42.6) I filosofi commettono il loro più grave errore quando si smarriscono nei sofismi dell’astrazione, nella pratica di focalizzare l’attenzione su un solo aspetto della realtà, per poi dichiarare che questo aspetto isolato è la verità totale. Il filosofo saggio cercherà sempre il disegno creativo che sta dietro e che preesiste a tutti i fenomeni dell’universo. Il pensiero creatore precede invariabilmente l’azione creativa.   2:7.5 (42.6) Philosophers commit their gravest error when they are misled into the fallacy of abstraction, the practice of focusing the attention upon one aspect of reality and then of pronouncing such an isolated aspect to be the whole truth. The wise philosopher will always look for the creative design which is behind, and pre-existent to, all universe phenomena. The creator thought invariably precedes creative action.
2:7.6 (42.7) L’autocoscienza intellettuale può scoprire la bellezza della verità, la sua qualità spirituale, non solo con la coerenza filosofica dei suoi concetti, ma più certamente e sicuramente attraverso la risposta infallibile dello Spirito della Verità sempre presente. La felicità è il risultato del riconoscimento della verità, perché questa può essere tradotta in pratica; può essere vissuta. La delusione e la tristezza seguono l’errore perché, non essendo esso una realtà, non può essere realizzato nell’esperienza. La verità divina è meglio riconosciuta per la sua fragranza spirituale.   2:7.6 (42.7) Intellectual self-consciousness can discover the beauty of truth, its spiritual quality, not only by the philosophic consistency of its concepts, but more certainly and surely by the unerring response of the ever-present Spirit of Truth. Happiness ensues from the recognition of truth because it can be acted out; it can be lived. Disappointment and sorrow attend upon error because, not being a reality, it cannot be realized in experience. Divine truth is best known by its spiritual flavor.
2:7.7 (42.8) La ricerca eterna è quella dell’unificazione, della coesione divina. L’immenso universo fisico trova coesione nell’Isola del Paradiso; l’universo intellettuale trova coesione nel Dio della mente, l’Attore Congiunto; l’universo spirituale trova coesione nella personalità del Figlio Eterno. Ma il mortale isolato del tempo e dello spazio trova la propria coesione in Dio il Padre tramite la relazione diretta tra l’Aggiustatore di Pensiero interiore ed il Padre Universale. L’Aggiustatore dell’uomo è un frammento di Dio e cerca perennemente l’unificazione divina; egli trova coesione con la Deità paradisiaca della Prima Sorgente e Centro ed in essa.   2:7.7 (42.8) The eternal quest is for unification, for divine coherence. The far-flung physical universe coheres in the Isle of Paradise; the intellectual universe coheres in the God of mind, the Conjoint Actor; the spiritual universe is coherent in the personality of the Eternal Son. But the isolated mortal of time and space coheres in God the Father through the direct relationship between the indwelling Thought Adjuster and the Universal Father. Man’s Adjuster is a fragment of God and everlastingly seeks for divine unification; it coheres with, and in, the Paradise Deity of the First Source and Center.
2:7.8 (43.1) Il discernimento della bellezza suprema è la scoperta e l’integrazione della realtà: il discernimento della bontà divina nella verità eterna, che è la definitiva bellezza. Anche il fascino dell’arte umana risiede nell’armonia della sua unità.   2:7.8 (43.1) The discernment of supreme beauty is the discovery and integration of reality: The discernment of the divine goodness in the eternal truth, that is ultimate beauty. Even the charm of human art consists in the harmony of its unity.
2:7.9 (43.2) Il grande errore della religione ebraica fu quello di non riuscire ad associare la bontà di Dio con le effettive verità della scienza e con l’affascinante bellezza dell’arte. Via via che la civiltà progrediva e la religione continuava nella stessa direzione poco saggia di enfatizzare eccessivamente la bontà di Dio con la relativa esclusione della verità e trascurando la bellezza, si sviluppò una crescente tendenza in certi tipi di uomini ad allontanarsi dal concetto astratto e dissociato della bontà isolata. La moralità della religione moderna troppo enfatizzata ed isolata, che non riesce a conservare la devozione e la fedeltà di molti uomini del ventesimo secolo, si riabiliterebbe se, oltre ai suoi precetti morali, attribuisse pari considerazione alle verità della scienza, della filosofia, dell’esperienza spirituale ed alle bellezze della creazione fisica, al fascino dell’arte intellettuale ed alla grandezza del conseguimento di un autentico carattere.   2:7.9 (43.2) The great mistake of the Hebrew religion was its failure to associate the goodness of God with the factual truths of science and the appealing beauty of art. As civilization progressed, and since religion continued to pursue the same unwise course of overemphasizing the goodness of God to the relative exclusion of truth and neglect of beauty, there developed an increasing tendency for certain types of men to turn away from the abstract and dissociated concept of isolated goodness. The overstressed and isolated morality of modern religion, which fails to hold the devotion and loyalty of many twentieth-century men, would rehabilitate itself if, in addition to its moral mandates, it would give equal consideration to the truths of science, philosophy, and spiritual experience, and to the beauties of the physical creation, the charm of intellectual art, and the grandeur of genuine character achievement.
2:7.10 (43.3) La sfida religiosa della presente era è rivolta a quegli uomini e a quelle donne previdenti, lungimiranti e dotati d’intuizione spirituale, che oseranno costruire una nuova ed attraente filosofia di vita tratta dai moderni concetti ampliati e mirabilmente integrati della verità cosmica, della bellezza universale e della bontà divina. Una tale nuova e retta visione della moralità attirerà tutto ciò che è buono nella mente dell’uomo e sfiderà quanto c’è di migliore nell’anima umana. Verità, bellezza e bontà sono realtà divine, e via via che l’uomo ascende la scala della vita spirituale, queste qualità supreme dell’Eterno divengono sempre più coordinate ed unificate in Dio, che è amore.   2:7.10 (43.3) The religious challenge of this age is to those farseeing and forward-looking men and women of spiritual insight who will dare to construct a new and appealing philosophy of living out of the enlarged and exquisitely integrated modern concepts of cosmic truth, universe beauty, and divine goodness. Such a new and righteous vision of morality will attract all that is good in the mind of man and challenge that which is best in the human soul. Truth, beauty, and goodness are divine realities, and as man ascends the scale of spiritual living, these supreme qualities of the Eternal become increasingly co-ordinated and unified in God, who is love.
2:7.11 (43.4) Ogni verità — materiale, filosofica o spirituale — è allo stesso tempo bella e buona. Ogni bellezza reale — arte materiale o simmetria spirituale — è allo stesso tempo vera e buona. Ogni bontà autentica — si tratti della moralità personale, dell’equità sociale o del ministero divino — è ugualmente vera e bella. Salute fisica, salute mentale e felicità sono integrazioni della verità, della bellezza e della bontà in quanto sono fuse nell’esperienza umana. Questi livelli di vita efficiente si raggiungono mediante l’unificazione di sistemi d’energia, di sistemi d’idee e di sistemi di spirito.   2:7.11 (43.4) All truth—material, philosophic, or spiritual—is both beautiful and good. All real beauty—material art or spiritual symmetry—is both true and good. All genuine goodness—whether personal morality, social equity, or divine ministry—is equally true and beautiful. Health, sanity, and happiness are integrations of truth, beauty, and goodness as they are blended in human experience. Such levels of efficient living come about through the unification of energy systems, idea systems, and spirit systems.
2:7.12 (43.5) La verità è coerente, la bellezza è attraente, la bontà è stabilizzante. E quando questi valori di ciò che è reale sono coordinati nell’esperienza personale, il risultato è un’alta qualità d’amore condizionato dalla saggezza e qualificato dalla fedeltà. Il vero scopo di tutta l’educazione nell’universo è di realizzare la migliore coordinazione dei figli isolati dei mondi con le realtà più grandi della loro crescente esperienza. La realtà è finita a livello umano, è infinita ed eterna ai livelli più elevati e divini.   2:7.12 (43.5) Truth is coherent, beauty attractive, goodness stabilizing. And when these values of that which is real are co-ordinated in personality experience, the result is a high order of love conditioned by wisdom and qualified by loyalty. The real purpose of all universe education is to effect the better co-ordination of the isolated child of the worlds with the larger realities of his expanding experience. Reality is finite on the human level, infinite and eternal on the higher and divine levels.
2:7.13 (43.6) [Presentato da un Consigliere Divino agente per autorità degli Antichi dei Giorni di Uversa.]   2:7.13 (43.6) [Presented by a Divine Counselor acting by authority of the Ancients of Days on Uversa.]